SCRITTORI DI CLASSE

QUESTA PAGINA RACCOGLIE GLI ARTICOLI SCRITTI DAI RAGAZZI DELLA “LEONARDO DA VINCI” NELL’AMBITO DEL PROGETTO “SCRITTORI DI CLASSE”

 

PROGETTO DIDATTICO “SALVIAMO IL PIANETA”

OBIETTIVO CITTADINANZA ATTIVA

Ogni docente sa quanto il concetto di “cittadinanza attiva” sia diventato importante nella scuola di oggi: sin dai primi cicli fino alle scuole superiori, le Indicazioni Nazionali emanate dal MIUR e le successive integrazioni pongono l’attenzione sull’acquisizione di questa competenza da parte degli studenti, fondamentale per imparare concretamente a “prendersi cura di sé stessi, degli altri e dell’ambiente”. La cittadinanza attiva è infatti un aspetto trasversale dell’insegnamento, che influisce sui comportamenti quotidiani in ogni ambito della vita dei bambini e dei ragazzi, dalle relazioni con gli altri a quelle con il mondo, e pertanto impegna i docenti di tutte le discipline come parte integrante delle ordinarie attività didattiche. Il suo obiettivo è la costruzione del senso di legalità e lo sviluppo di un’etica della responsabilità, che si realizzano nel dovere di scegliere e agire in modo consapevole e che implicano l’impegno a elaborare idee e a promuovere azioni finalizzate al miglioramento continuo del proprio contesto di vita. Si parte dalla sensibilizzazione nelle azioni quotidiane a scuola, come il rispetto e il buon uso dei luoghi, o dall’educazione alle prime forme di partecipazione alle decisioni comuni, fino ad arrivare alla coscienza dei problemi ambientali e sociali e del contributo positivo che possiamo apportare direttamente. Il tema della cittadinanza attiva si fa portavoce, idealmente, anche di gran parte degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile enunciati dall’ONU nell’Agenda 2030: dalla promozione delle azioni per combattere il cambiamento climatico alla garanzia della disponibilità della risorsa acqua per tutti gli esseri viventi, dalla conservazione durevole di oceani e mari, alla garanzia di modelli sostenibili di produzione e di consumo.

Nasce così il progetto “Scrittori di classe”: attraverso la scrittura creativa le classi hanno la possibilità di affinare le competenze sociali attraverso un lavoro di gruppo che prevede il continuo confronto e di approfondire in modo divertente le competenze relative alla comunicazione nella madrelingua e le conoscenze relative all’educazione ambientale. In quest’avventura ci accompagneranno quest’anno Geronimo Stilton e tutta la sua allegra famiglia…

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MISSIONE: INVENTA LA CITTA’

Classe 1^ A

Stavo lavorando tranquillamente nel mio ufficio, quando … BOOM !!!La porta si spalancò di colpo. Erano i miei nipotini Ben e Trappy, venuti a darmi una notizia stratopica. Alcuni abitanti, stanchi del degrado del loro quartiere, volevano provare a renderlo un posto migliore … e avevano avuto una fantastica idea: indire una grande gara, aperta a tutti i cittadini,per trovare nuove idee per rimettere a posto la zona. Ben e Trappy ci tenevano tantissimo a partecipare e mi chiesero una zampa … come potevo dir loro di no? Tanti altri nostri amici avevano accettato la sfida, ma purtroppo c’era anche una roditrice che tramava qualcosa di losco: la perfida Madame No aveva messo gli occhi sul quartiere! Io, Ben, Trappy e tutti i nostri amici facemmo squadra … insieme siamo fortissimi !Dal giorno dopo ideammo un progetto per migliorare il nostro quartiere. In molti ci hanno dato una ZAMPA! Il nostro caro amico Ficcanaso spalancò la porta del mio ufficio: BOOM !!! Ed io spaventato feci un balzo cadendo dalla mia poltrona: PATATRAK! Ficcanaso iniziò ad urlare nelle mie stratopiche orecchie: “DIPINGIAMO TUTTA TOPAZIA  DI  GIALLO BANANA!”. Io pensai : “A me piacciono le banane ma il mio ufficio non diventerà MAI  giallo banana. Nell’ora di pranzo invece mio cugino Trappy, nell’intento di mangiare un pezzo di  gustoso formaggio, mi disse che voleva aprire un ristorante tutto suo di formaggio biologico; io non ero poi così tanto d’accordo perché sapevo che se lo sarebbe mangiato tutto lui in un boccone STRATOPICO anzi STRASTRATOPICO! Incontrai nel parco Tea e Lea che stavano facendo fitness con un sacco di attrezzi nuovi e mi fecero venire un’ idea “Formaggiosa” (anche perché era ora di pranzo): corsi di yoga e fitness con loro come insegnanti. Chiamai Ben e Trappy  e andammo  in giro a perlustrare Topazia. Trovammo un vicolo cieco pieno di spazzatura; svenni per la puzza. Per fortuna avevo con me il mio kit anti-svenimento che consisteva in piccoli pezzettini di profumatissimo  Gorgonzola che Ben mi fece annusare per  farmi riprendere. Dopo essermi ripreso, arrivai alla conclusione che in quel modo non si poteva più andare avanti. Radunai la squadra in un edificio abbandonato e da lì partimmo con l’idea di migliorare la città. Purtroppo non sapevamo che due occhi malefici ci stavamo spiando Io e la mia squadra andammo dal sindaco Formaggino per presentargli  la nostra idea,ma appena entrammo nel suo ufficio trovammo  Madame No che aveva già proposto l’idea di costruire un parcheggio seguendo il nostro progetto. Per una decisione onesta il sindaco indisse una gara per scegliere il progetto migliore. Ci sentimmo in difficoltà perché tutte le idee le aveva usate Madame No, ma per fortuna  Trappy ebbe un‘ispirazione: presentare un progetto che includesse il riciclo. Iniziammo ad aggiornare il progetto :

          – una legge che obbligasse il riciclo nelle case;

– l’importanza di un consumo responsabile ;

– la raccolta differenziata in tutta Topazia;

– le strade più pulite e i marciapiedi dotati di secchi;

 La domanda che più di tutte ci stavamo facendo era: perché  Madame No era così interessata al quartiere?

Ben è stato l’unico a ipotizzare che lei volesse il nostro quartiere  perché  voleva avviare un impresa edile con cui guadagnare tanti soldi. Era una buona ipotesi, ma non avevamo tempo di  pensare a questo !Iniziammo a ridipingere l’Eco del Roditore  non di giallo banana, ma di verde chiaro, ristrutturammo i pavimenti e le pareti e le colorammo di bianco.

Non riuscimmo a cambiare tutti i mobili, ma sembrava già un altro posto; per compensare ai mobili non cambiati decidemmo di mettere un insegna d’oro in cima, con incisa la scritta “ECO DEL RODITORE”. Finito l’Eco, iniziammo a pulire le strade dalla spazzatura, a rifare i marciapiedi (in tutto ciò ero già svenuto circa cinque volte per la puzza e il sudore), ad aggiustare le strade e a ridipingere le strisce pedonali. Tutto procedeva topisticamente! Il secondo edificio che facemmo fu il Municipio che fu anche il più difficile perché era gigantesco;lo  dipingemmo  di giallo BANANA per ordine del sindaco, al che io rimasi stupito perché avevo offeso Ficcanaso e la sua idea che invece piaceva molto al sindaco. Finito di ridipingere le pareti del Municipio, pensai che il vero problema erano i parchi sporchi e mal ridotti e le industrie di formaggio con i buchi (anche se è uno dei formaggi più venduti in tutta Topazia) che erano le più puzzolenti. Ci assegnammo i compiti: io mi occupai di gestire la riverniciatura dei palazzi; Lea e Tea si occuparono  dei parchi ripiantando i fiori,dei piccoli alberelli ed inserendo dei cartelli nel  terreno con su scritto l’importanza degli oggetti e come fare  per utilizzarli con responsabilità. Ben e Trappy andarono a spiare Madame No grazie ad una microspia attaccata al vestito di Madame No da Ben, che poteva controllare la sua esatta posizione sul suo palmare,ovvero un piccolo computer portatile) per capire quale era il suo primo piano malvagio. Si munirono, inoltre, di attrezzature tecnologiche inventate da mia sorella Tea aiutata dal mio nipotino Ben. Esse erano in grado di captare il suono, in questo caso le parole pronunciate da Madame No. Andammo avanti. Avevamo già risistemato i due edifici principali! Eravamo stratopici insieme. Tea e Lea riuscirono finalmente a rimettere in sesto tutto il parco della città e lo prepararono con gli attrezzi ginnici adatti per le loro lezioni di fitness e yoga: comprarono tappetini, cyclette, “topi roulant”, ma la cosa più stratosferica era che il sindaco aveva offerto noi tutto il denaro per comprare il materiale necessario. Ben ci aiutò a calcolare quanto potessero durare quegli oggetti nel tempo. Ci spiegò che esistono dei fenomeni che “accorciano” la vita degli oggetti,il risultato del calcolo era circa sette anni  se mantenuti stratosfericamente. Inoltre, ci fornì,prima di procedere con l’acquisto dei materiali,la garanzia che avrebbe dovuto scadere proprio dopo i sette anni di mantenimento,così che quando i materiali avrebbero perso valore, con la garanzia avremmo potuto nuovamente sostituirli magari con attrezzi più moderni (Formaggio! Suggerì  mio cugino Trappola  che era mooolto famelico!) Ben continuava a tenere sotto controllo Madame No e  sentì una notizia pessima: voleva sostituire il parco che avevamo appena finito di sistemare,con un bruttissimo parcheggio! Ben mi riferì  subito la notizia sentendo la quale io svenni (tanto per cambiare). Mi disse inoltre che lo voleva fare per ricevere come premio dal sindaco un  mucchio di soldi e qualche pezzetto di formaggio, che non avrebbe speso però per fare il parcheggio ma li avrebbe usati per lei. Il parcheggio lo avrebbe fatto costruire dai suoi aiutanti gratis,mentre lei se ne stava seduta su una poltrona mangiando della mousse al formaggio. Io ringraziai Ben per il servizio e iniziammo a escogitare un piano. Avevo pianificato una missione incredibile! Ovvero quella di seguire Madame No per rinchiuderla e farla arrestare. Oramai avevamo deciso il luogo e tutte le posizioni: io e mia sorella Tea ci appostammo nel vicolo cieco che al tempo era puzzolentissimo,ma ora aveva una profumata fragranza alla rosa rossa. Ben e Lea si posizionarono vicino all’Eco del Roditore. Ficcanaso si nascose vicino all’industria di formaggio che era una delle più sporche di tutta Topazia, ma ormai era così pulita e limpida che si vedeva il riflesso del formaggio; e infine Trappy si nascose dietro un cespuglio del parco. Guarda caso Madame No passò proprio da lì, così Trappy d’istinto cercò di catturare Madame No, ma lei e i suoi aiutanti lo anticiparono andandolo a rinchiudere nella torre più alta del suo castello malefico. Quando vidi che stavano rapendo Trappy, subito chiamai Ben che grazie alla microspia che aveva attaccato alla t-shirt di Trappy , riuscii a rintracciarlo molto facilmente. Grazie ad un paio di motociclette che mi aveva fornito mia sorella Tea raggiungemmo l’edificio della malefica Madame No e riuscimmo a intrufolarci travestendoci grazie a dei vestiti che la servitù aveva lasciato all’ingresso del castello, così raggiungemmo la torre più alta dell’edificio  e sfondando la porta,liberai subito mio nipote. Le guardie di Madame No, che già da prima si erano un po’ insospettite, ci legarono e ci lanciarono sul pavimento di quella stessa torre. Grazie a Ficcanaso che portava sempre un coltellino svizzero nella sua tasca per sbucciare e tagliare in piccoli pezzettini il formaggio, ci  liberammo e a nostra volta rinchiudemmo  loro. Sapevamo che non erano le uniche guardie e che essendo una torre ci sarebbero state tante trappole, ma grazie a dei topazietti (abitanti di Topazia) riuscimmo a scappare in fretta e a rinchiudere Madame No dentro la sua stessa torre. Ci continuammo a dedicare al progetto rifinendo gli ultimi dettagli; oramai era quasi terminato, ed eravamo molto soddisfatti, ma l’ultima parola era del sindaco e per onestà liberammo anche Madame No per dargli un’altra possibilità.  Certo non le permettemmo di costruire il parcheggio nel nostro straordinario parco, ne di costruire altre strutture senza il nostro consenso. Andammo dal sindaco Formaggino, che ci consegnò una medaglia di formaggio per l’impegno e il coraggio avuti. Però decidemmo di collaborare con Madame No perché serviva un parcheggio e pensammo di abbattere un palazzo oramai malmesso e di realizzare dei piccoli posti macchina con il ristorante di Trappy (avete capito bene gli ho dato fiducia) che produceva un ottimo formaggio (infatti le scorte provenivano dalle industrie che avevamo pulito e riordinato). Abbiamo preso in considerazione il progetto di Madame No sul parcheggio, che aveva elaborato con i suoi scagnozzi. La città dopo qualche settimana era come NUOVA.

ARRIVEDERCI E ALLA PROSSIMA AVVENTURA

PAROLA DI GERONIMO STILTON!

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IL TESORO DELLA FORESTA OSCURA

Classe 3^ A

Era una tranquilla mattina di primavera e io stavo lavorando alla mia scrivania all’Eco del Roditore, quando venni interrotto dal suono di un clacson. Guardai fuori dalla finestra del mio ufficio e vidi… Tenebrosa Tenebrax! Era venuta a prendermi con la sua Turbolapid: aveva bisogno del mio aiuto! Appena salii in macchina, Tenebrosa mi spiegò tutto: le serviva una zampa per scoprire cosa provocasse gli strani, stranissimi, stranissimissimi rumori che provenivano dalla Foresta Oscura, la paurosa foresta vicino al castello dei Tenebrax. Anche se i baffi mi frullavano per la fifa, la notte stessa decidemmo di andare nella foresta… con tanto di tenda e zaino da campeggio! Per fortuna non ero solo, con me c’erano Tenebrosa e i miei nipotini Ben e Trappy. Appena ci addentrammo nella foresta, capimmo subito che cosa causava gli strani rumori che tanto avevano preoccupato i Tenebrax: delle ruspe stavano distruggendo i bellissimi alberi della foresta per conto di un famoso attore horror, protagonista del nuovo film che Tenebrosa stava girando negli Horrywood Studios di Lugubria. Tenebrosa mi guardò preoccupata: – Ciccetto, forza, non c’è tempo da perdere! Devi trovare un’idea per fermarlo subito… e salvare la Foresta Oscura!

Ci lasciammo alle spalle i maestosi alberi della foresta che sembravano toccare il cielo creando un tetto di foglie sopra le nostre teste non lasciando entrare nemmeno un filo di luce; dopo qualche minuto di cammino arrivammo in un grande spiazzo dove operai, ruspe ed escavatori si davano un gran da fare. «Tenebrosa! Cosa sta succedendo?!» «Non so Ciccetto, ma quella mi sembra la ditta di costruzioni  che lavora per il mio studio cinematografico»;  in coro Ben e Tappy dissero: «Zio, Teny, qui non si respira!!! Non possono distruggere così questa foresta!!!» «E’ vero nipotini miei! Gli alberi sono indispensabili per la vita sulla terra perché producono ossigeno che permette a tutti gli esseri viventi di respirare, inoltre tutti questi gas prodotti dai macchinari rilasciano anidride carbonica!». Dovevamo trovare una soluzione, qualunque cosa stessero facendo stavano distruggendo un ecosistema.

Intanto, nel palazzo dell’ HorrywoodStudios nell’ufficio del famoso attore Ractor Mayer:Entrai nel mio enorme ufficio con quelle bellissime tende e la mia bellissima scrivania in fondo e mi sedetti sulla comodissima sedia mentre parlavo al mio assistente «Dev’essere alta 30 metri, Gimmy! Dillo subito al capo operaio e sbrigati!» «Immediatamente signor Ractor».

*driindriin* «Gimmy, rispondi!» «Subito signor Ractor… è il topo forestale, glielo passo, chiede di lei». «Pronto, signor Mayer, le volevo dire che i lavori vanno avanti, stiamo abbattendo gli alberi, tutto procede per il meglio. Però non crede che sradicare così tanti alberi possa influire sull’ambiente?» «No! A me basta che il lavoro venga terminato il prima possibile».

Nel frattempo a casa di Tenebrosa:Entrammo in casa, era bellissima piena di mobili antichi tenebrosi , in un salone tenebroso e cupo, illuminato dal immenso camino tenebroso in stile topocchio, ovviamente tenebroso. «Ciccetto, vuoi del tè? Sono le 5…» «Si, grazie…con tanti biscottaggi». «Zio cos’hai?» «Nulla Tappy, sono solo pensieroso per quei poveri alberi».

In realtà non ero preoccupato, ero preoccupatissimo per quella povera foresta, chi poteva essere mai un essere così spregevole da voler distruggere un eco-sistema? «Ractor Mayer!!! Solo lui poteva essere, solo lui! Un essere così spregevole cosa avrà mai in mente?! Ho appena chiamato la ditta di lavori che abbiamo visto nella foresta Oscura e mi hanno detto che è stato Ractor ad ordinare tutti quegli attrezzi!» disse Tenebrosa «Zio! Dovete andare subito a parlare con Ractor! E fargli interrompere i lavori».

Dopo aver preso appuntamento ed essere arrivati all’ufficio di Ractor:

«Signor Ractor, ci sono visite per lei» «Falli entrare!»

«Buonasera Signor Ractor». «Ciao Ractor». «Signor Stilton, Tenebrosa cosa vi porta qui nel mio umile ufficio?» «Ractor, siamo qui perché ho notato che hai chiesto alla ditta dello studio di fornirti diversi materiali da costruzione: come mai?» disse Tenebrosa. Ractor sembrava sempre più nervoso e sembrava aver voglia di cacciarci «Tenebrosa, volevo solo dare una ristrutturata, ma a cosa devo il piacere di avere Stilton?» «Mi ha solo accompagnata; ma queste ristrutturazioni non le stai per caso facendo nella foresta oscura?». Geronimo e Tenebrosa avevano scoperto qualcosa! Mannaggia a quel babbeo del topo forestale «No, non ho fatto nulla io, volevo solo fare qualche ristrutturazione a casa». Era chiaro che l’attore ci stava nascondendo qualcosa di losco «Buona sera allora, ero passata 1 solo per dirti questo, è tutto, ciao Ractor». «Arrivederci signor Ractor» «Arrivederci Geronimo, ciao Tenebrosa».

Fuori dall’ufficio

«Geronimo, è chiaro che sia lui il colpevole» chiese Tenebrosa «Si, ma non lo ammetterà mai! Lo dobbiamo incastrare, come faremo…?»

Da Ractor

Quei babbei avevano sicuramente capito qualcosa… «Gimmy vieni subito qui!» disse Ractor «Eccomi signore, cosa le serve?» «Chiama subito il topo forestale! E poi passamelo!» «Certo, certo, subito signore!»; al telefono «Topo! Ti avevo detto che ti dovevi preoccupare che nessuno si accorgesse di niente! Babbeo!» «Scusi, scusi Ractor! Ma io non ho visto nessuno!» «Niente scuse! Dovevi fare solo una cosa! Sei licenziato!».

Nel giardino del castello di Tenebrosa

«Zietta, che sta succedendo alla foresta?» «Ben,Tappy, ecco cosa è successo: Ractor, un attore del mio studio, un signore molto cattivo ha ordinato ai suoi operai di tagliare tutti gli alberi della Foresta Oscura, ma io e zio Geronimo non sappiamo ancora il perché» Mi frullavano mille ipotesi nella testa: voleva costruirci una piccola città, una fabbrica, un museo per tutti i suoi film… «Oh! Per mille formaggi! E se volesse costruire un altro studio cinematografico?» «No, Geronimo, è troppo egoista per dare dei posti di lavoro ad altre persone…chissà che vuole fare al posto di quella povera foresta, inquinando questo meraviglioso ambiente!». Decidemmo di portare i miei nipotini al parco per farli divertire un po’ dopo una giornata così pesante, ma anche per far capire loro quanto sia importante la natura per tutti noi e che va rispettata!

Al parco:

Il parco era meraviglioso! Pieno di alberi, di cespugli, fiori, laghetti, paperelle, scoiattoli, bambini che giocavano. «Zio! Guarda quanta ombra fa quell’ albero» «Ragazzi, l’ ombra di questa quercia non serve solo a farci riparare dal sole ma anche per far sviluppare le piante che non crescono in zone assolate, ed in oltre migliorano la qualità del aria» «Piccoli, tutti gli alberi sono importanti per il nostro eco-sistema e non vanno toccati! Adesso andate pure a giocare». Li vedevo avvicinarsi ad un altro bambino, si misero a giocare a palla con lui in quel bellissimo parco.

A casa:

Quando tornammo chiesi a Ben e Tappy se conoscevano quel bambino «Si chiama Squittyed, è un nostro compagno di classe» «Conosciamo i genitori?» «No, però sappiamo che il suo cognome è Mayer» «Come Mayer!?» «Ciccetto, non sarà il figlio di Ractor?» «Zio! è possibile, perché una volta ha detto di avere il padre attore» «Ciccetti miei, possiamo evitare il disboscamento!» «Perché?» «Perché il padre del vostro amico, ovvero Ractor, sta disboscando la nostra cara foresta Oscura! Tenebrosa ho un piano…»

Il giorno seguente a scuola:

«Ciao Squitty! Come stai?» «Bene grazie! Voi?» «Tutto a posto! Specialmente dopo aver respirato la purissima aria del parco ieri!» «Già Trappy, l’aria del parco è freschissima!» «Magari lo fosse anche quella della foresta Oscura!» «Perché?» «Perché qualcuno la sta disboscando ed inquinando con tutti i macchinari!» «Lo so Ben: mio padre, io e mamma abbiamo cercato di fargli cambiare idea, ma lui fa tutto di testa sua, non ha pensato minimamente a cambiare idea, ma ormai è troppo tardi» «No, non è troppo tardi, possiamo ancora fermare i lavori se lo convinciamo tutti insieme!» «Ma come possiamo fare?» «Parleremo con zio Geronimo e tutti insieme potremmo salvare la foresta oscura!».

La mattina dopo all’ ECO del RODITORE:

Quella mattina arrivai all’eco prestissimo, per fortuna avevo le chiavi; entrai nella mia stanza, la mia libreria in stile topotò era a sinistra e la mia scrivania con gli intarsi di formaggio al centro della camera. Dovevo fare diverse telefonate, se volevamo preservare la foresta Oscura.

Verso le 11 della stessa mattina

«Tu devi essere Squitty e lei la signora Mayer» «Salve signor Stilton, sì, siamo noi come già saprà siamo venuti perché dobbiamo salvare la foresta dalle grinfie di mio marito, non so cosa abbia in mente di fare» «Signora pensavo che lei lo sapesse, comunque ho parlato con il sindaco di Topazia Honorato Topato e mi ha detto che è stato il Topo forestale a dare a Ractor il permesso di abbattere la foresta Oscura, in cambio di soldi. Ora andiamo alla foresta, Tenebrosa ed i miei nipoti sono già lì stanno andando a parlare con Ractor».

Poco tempo dopo nel cantiere della foresta Oscura:

Quando arrivammo lì il Corpo Forestale di Topaziaera già arrivato ed aveva fermato il disboscamento facendo chiudere il cantiere «Stilton, ecco lì Tenebrosa ed il suoi nipoti dietro a quel, per fortuna, ancora verdissimo abete» «Dobbiamo andare a parlare con Ractor e fargli capire che ciò che ha fatto è una cosa gravissima che va a danneggiare tutti noi» «Eccolo lì papà» disse Squitty indicando Ractor che si accorse di noi «E voi cosa fate qui?» «Siamo qui per fermarti Ractor! Perché stavi facendo tutto questo! Cosa volevi costruire?» «Una mia statua, alta 30 metri…questo mi sembrava  l’ambiente più adatto essendo una foresta tenebrosa» «Ma questo va a danneggiare tutti noi, papino. A scuola ci hanno spiegato che gli alberi servono per permetterci di respirare perché producono ossigeno, ci fornisco frutti da mangiare che fanno molto bene al nostro corpo, le radici fermano le valanghe di neve, sono il riparo per molti animali, le loro foglie a terra al suolo danno nutrimento» «Signor Ractor il nostro pianeta è già in pericolo ed anche un solo albero può fare la differenza» «Mi dispiace ragazzi, non pensavo che tagliare questi alberi potesse influire così tanto sul nostro meraviglioso pianeta ed ora che lo so non lo farò più e rimedierò al mio errore…» «Grazie mille papà».

Qualche giorno dopo nella foresta Oscura:

Dopo aver fatto capire a Ractor che il problema del inquinamento globale è una cosa seria ha deciso di versare tutti i soldi destinati alla statua a delle associazioni per l’ambiente. «Zio, porta qui quell’alberello» «Sì, subito» Tutti gli operai di Ractor e la mia famiglia stiamo ripiantando gli alberi abbattuti. Ractor lo ha capito, entro il 2030 lo dovranno comprendere tutti perché dopo non si potrà più rimediare.

Rispettate la natura.

 

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UN PIPISTRELLO PER AMICO

 

Classe 2^ B

Driiin! Driiin!! DRIIIN!!!

Glom, chi mi telefonava a mezzanotte in punto?!

Appena risposi, una voce che conoscevo bene mi strillò nelle orecchie: – Forza, Ciccetto, basta poltrire! Muoviti: ti aspetto a Castelteschio fra un’ora!

 – Comecomecome?! UN’ORA?! – protestai io, ma la mia (quasi) fidanzata Tenebrosa Tenebrax aveva già riattaccato!

Non mi rimaneva altro da fare che precipitarmi al castello dei Tenebrax, dove Tenebrosa mi aspettava per… organizzare una festa?!

 Non si trattava di una festa qualsiasi: serviva per sostenere una campagna per far conoscere meglio e rispettare un animaletto tenero, molto tenero, anzi, tenerissimo… ma vulnerabile, che aveva bisogno di aiuto per evitare il rischio di estinzione!

Visto che amo moltissimo la natura, accettai subito di collaborare… ma qual era l’animale da salvare? Forse la volpe artica? Il panda gigante?? O magari la balenottera azzurra???

Tenebrosa mi accompagnò nel ricovero per animali di Castelteschio, dove mi presentò Igor, una… nottola gigante. Glom, che fifa felina!!!

Stavo per scappare a zampe levate da quel pipistrellone, ma Tenebrosa mi ha trattenuto, dicendo che non c’era niente da temere… anzi, i pipistrelli sono animali utilissimi!

 Così, mi impegnai a conoscere meglio Igor e ad aiutarlo, superando tutti gli imprevisti della festa! Qualcuno, infatti, aveva intenzione di metterci i bastoni fra le ruote…

Nonostante fosse piena notte, trovai la forza di aiutare Tenebrosa per una giusta causa…ero riuscito a svegliare e a portare con me tutta la famiglia Stilton: Tea, Trappola, Benjamin, nonno Torquato e Trappy che ci furono di grande aiuto per l’organizzazione. La festa era organizzata per la sera seguente e Tenebrosa voleva che fosse tutto perfetto, non riusciva ad accontentarsi di nulla e per questo il tema della festa venne cambiato diverse volte fino a quando decise di addobbare il salone della festa a tema Halloween: i muri erano pieni di ragnatele, in loop c’era musica retrò (tanto amata da Tenebrosa), i palloncini erano a forma di pipistrello e c’erano volantini con  scritte incoraggianti come AIUTA GLI ANIMALI oppure PRESERVA I PIPISTRELLI ed infine nel buffet era presente una vasta varietà di formaggi tra cui quelli più costosi e raffinati di tutta Topazia. Durante i preparativi mi feci spiegare da Tenebrosa per quale motivo aveva deciso di organizzare questa manifestazione per difendere i pipistrelli e scoprii tante cose interessantissime sul loro conto: ad esempio, alcuni di loro si muovono da una pianta all’altra, di fiore in fiore, per nutrirsi; in questo modo raccolgono e trasportano il polline e giocano un ruolo prezioso per permettere dapprima la fioritura e in seguito lo sviluppo dei frutti. Insomma, come tutte le specie animali, hanno un ruolo importantissimo nel mantenere in equilibrio gli ecosistemi ed è necessario proteggerli.

Arrivati a metà mattinata, quando ormai era tutto pronto per la festa della campagna in difesa dei pipistrelli, ci eravamo messi a riposare un poco perché avevamo trascorso tutta la notte in piedi…all’improvviso sentimmo un gran frastuono provenire dal piano inferiore e così corremmo verso le scale e dall’alto ci trovammo davanti ad uno spettacolo desolante: palloncini scoppiati, formaggi sbocconcellati, scritte rovinate e tavoli in disordine…ancora mezzi addormentati non riuscimmo ad inseguire il responsabile di tale disastro che riuscì a scappare proprio mentre ci stavamo precipitando per le scale. Appena Tenebrosa realizzò cosa era successo scoppiò a piangere, vedendo tutto il suo duro lavoro rovinato. “Per mille formaggi, chi può essere stato?” esclamai e poi aggiunsi “Stai tranquilla, Tenebrosa; ti aiuteremo a sistemare tutto e la festa sarà perfetta”.

Ci rimboccammo le maniche e così la sera era tutto pronto e tutto sembrava andare bene: in cucina c’era Trappola e a servire ai tavoli avevamo messo Ben e Trappy mentre nonno Torquato accoglieva tutti gli invitati. Io e Tea intrattenevamo le persone spiegando a cosa servisse la festa  e facevamo le riprese per poi montare un bel servizio per il telegiornale; c’erano tanti famosi giornalisti tra cui anche Sally Rausmaussen, la quale incrociò il mio sguardo e mi lanciò diverse occhiatacce…non ero affatto tranquillo perché la sua presenza non prometteva nulla di buono e mi aspettavo qualche sua mossa da un momento all’altro. In ogni caso il tempo passava e Sally ancora non aveva agito: forse stava aspettando il momento giusto oppure aveva deciso di comportarsi bene (cosa più impossibile che rara).

Arrivati ad un certo punto della serata, si spensero le luci e quando si riaccesero tutto il cibo era scomparso, i palloncini erano stati tolti e in più era scomparso Pipistrillo che in precedenza era tenuto in una gabbietta per uccelli posta in un angolo della grande sala. A questo punto tutti gli invitati iniziarono ad andarsene e la sala rimase ben presto vuota: la festa, che era stata bellissima fino a quel momento, si era conclusa davvero in modo orrendo: insomma, un vero disastro! Tenebrosa era distrutta: che fine aveva fatto il suo amato Pipistrillo? Come avrebbe fatto a ritrovarlo? Proprio mentre eravamo tutti attorno a Tenebrosa e cercavamo di consolarla, arrivò sul mio telefonino una email anonima che diceva: “Ti consigliamo di lasciar perdere, Geronimo oppure il caro Pipistrillo non tornerà più dalla sua proprietaria. Ti concediamo 48 ore per bloccare la raccolta fondi… chiudi la questione o lo faremo noi…ci risentiremo presto per vedere se sei stato ubbidiente.”

Certamente chi aveva cercato di rovinare la festa la notte prima era la stessa persona che aveva agito quella sera e il mio istinto topo mi spingeva a sospettare di Sally: non riuscivo però a capire il motivo per il quale aveva deciso di metterci i bastoni tra le zampe…il problema era che al momento non avevamo prove per incastrarla e quindi contattai Ficcanaso Squitt per avviare le indagini. Proprio mentre Ficcanaso stava raggiungendomi nel mio ufficio, sentì dei passi dietro di lui e poi una mano che gli tappava gli occhi e poi si addormentò….si risvegliò alcune ore dopo, dentro la discarica di Topazia: aveva una benda sugli occhi che non gli permise di vedere chi, prima di lasciarlo lì, disse: “Questo era un avvertimento per te e per quel topastro ficcanaso di Geronimo Stilton”. Non appena riuscì a liberarsi e a muoversi, Ficcanaso mi raggiunse in ufficio e mi riferì quanto gli era accaduto. Nel frattempo Ben, che è davvero un geniaccio in fatto di tecnologia, era riuscito a rintracciare il luogo dal quale era stato inviato quel messaggio minaccioso che avevamo ricevuto la sera prima: insomma, Ben era riuscito a risolvere un caso che sembrava irrisolvibile e la colpevole di tutto quella situazione era Sally Rausmaussen, come sospettavo sin dall’inizio.

Quando ci recammo nei suoi studi televisivi, trovammo subito Pipistrillo rinchiuso in uno scatolone, ma di Sally nemmeno l’ombra. Riportammo velocemente il pipistrello tra le braccia di Tenebrosa che mi abbracciò fortissimo e mi disse: “Sei proprio un topo da sposare!”. Subito dopo ci recammo presso la casa di Sally, che ci aprì la porta e non fece nemmeno un po’ di resistenza e non disse nemmeno una parola quando la accusammo di essere l’artefice di tutto quel trambusto. Una cosa però non riuscivo a capire e così le chiesi: “Perché hai fatto tutto ciò?Addirittura hai minacciato di uccidere Pipistrillo”. Dal suo muso uscì un sibilo che poi si trasformò in una parola che poche volte ho sentito pronunciare da Sally: “Scusatemi…non avrei fatto del male a Pipistrillo e non ne farei a nessun altro animale…semplicemente volevo oscurare la tua fama, Geronimo. Tu sei sempre sulla notizia, riesci ad organizzare iniziative bellissime e di successo. Quando ho saputo che Tenebrosa ti aveva contattato per la raccolta fondi, ho pensato che una volta tanto avresti dovuto assaporare il sapore amaro della sconfitta e così ho provato a sabotare la festa. Poi tu sei riuscito a rimettere tutto in piedi in modo molto veloce e allora la mia rabbia è aumentata: così la sera della festa ho partecipato per vedere la tua faccia sconsolata, dopo il fallimento della tua iniziativa. Tra qualche ora mi sarei recata dalla polizia con Pipistrillo dichiarando di averlo trovato in una discarica abbandonata e finalmente sarei stata io l’eroina: tutti i giornali di Topazia avrebbero parlato di me e anche tu avresti dovuto ammettere che per una volta ero io che riportavo un trionfo. Ora però mi pento di quello che ho fatto, soprattutto perché non avevo previsto tutto il dolore che avrei causato in Tenebrosa.”Per una volta Sally mi sembrava davvero pentita di ciò che aveva fatto e così decisi di non portarla dalla polizia perché le parole che aveva detto mi sembravano davvero sincere. Le chiesi però di rimediare all’errore fatto contribuendo all’organizzazione di una nuova serata per raccolta fondi che questa volta fu davvero un grande successo.

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Missione: inventa la città

Classe 2^ C 

Stavo lavorando tranquillamente nel mio ufficio, quando… bum! La porta si spalancò di colpo. Erano i miei nipoti Ben e Trappy, venuti a darmi una notizia stratopica. Alcuni abitanti di Topazia, stanchi del degrado del loro quartiere, volevano provare a renderlo un posto migliore… e avevano avuto una fantastica idea: indire una grande gara, aperta a tutti i cittadini, per trovare nuove idee per rimettere a posto la zona. Ben e Trappy ci tenevano tantissimo a partecipare e mi chiesero una zampa… come potevo dir loro di no? Tanti altri nostri amici avevano raccolto la sfida, ma purtroppo c’era anche una roditrice che tramava qualcosa di losco: la perfida Madame No aveva messo gli occhi sul quartiere! Per impedirle di raderlo al suolo e trasformarlo in un parcheggio, io, Ben, Trappy e tutti i nostri amici facemmo squadra… insieme siamo fortissimi! Ma saremmo riusciti a trasformare quella zona in un quartiere ideale? Geronimo e i suoi amici vogliono provare a riqualificare il quartiere, cioè a sistemarlo rendendolo migliore. Quali potrebbero essere gli aspetti da migliorare, le difficoltà da risolvere e i punti di forza da mettere in luce? Ognuno dei cari di Geronimo potrebbe avere un’idea per il quartiere: Ficcanaso, ad esempio, potrebbe voler dipingere tutte le case di giallo banana, Tea e Iena potrebbero avere in mente un parco pieno di attrezzi ginnici, Trappola un ristorante di cibo biologico… Come potranno fare squadra e costruire il progetto ideale? Perché Madame No è interessata alla zona? Forse perché vuole far costruire un grande parcheggio? E come faranno i nostri a fermarla?

Gli abitanti di Topazia erano stanchi della loro città, poiché tutto intorno a loro vedevano ovunque segni di inquinamento e trascuratezza. Un giorno allora si riunirono per parlare di cosa potevano fare per migliorarla,e  decisero di collaborare tra loro, dividersi i lavori e fare ognuno qualcosa per rendere più bello il loro quartiere, così un gruppetto si occupava di coprire le buche che si trovavano nelle vie, un altro gruppetto di mettere delle nuove lampadine nei lampioni fulminati, in modo che la sera ci fosse più illuminazione, un altro gruppetto ancora, di organizzare dei container differenziati per la raccolta della spazzatura, ecc.

Quando il gruppo capeggiato da Geronimo giunse al parco nazionale Topuzzo per ripulirlo dalle cartacce, trovò però una brutta sorpresa, infatti vide un macchinone fermo davanti al cancello, che con il suo fumo nero  stava inquinando tutta l’aria circostante, che parlava col sindaco della città, e ciò che sentì era spaventoso: Madame No, voleva comprare l’intero territorio del parco, far abbattere tutti gli alberi e i giochi per i ragazzi, e al suo posto costruire un enorme parcheggio per le auto, che con i loro scarichi avrebbero inquinato ancora di più la città, e la cosa peggiore era che il sindaco aveva accettato la sua proposta, perché lei era ricca e offriva un sacco di soldi. Geronimo e il suo gruppo, sentita la notizia, furono subito presi dal panico, si riunirono una seconda volta con tutti gli altri per discutere su cosa potevano fare per salvare la situazione. Tutti rimasero terrorizzati quando Geronimo diede la notizia, ma subito dopo non si persero d’animo e cominciarono a riflettere su cosa fare per salvare il parco. Nel frattempo Geronimo pensò di pulire la città dalle sporcizie che lasciavano in giro gli altri cittadini e di tagliare l’erba delle rotonde con il suo tagliaerba personale.

La prima cosa che gli venne in mente fu quella di andare a parlare col sindaco e cercare di farlo ragionare, così il gruppo capeggiato da Geronimo si recò dal sindaco, che li ricevette con aria mortificata. Geronimo parlò a nome di tutti, disse che avevano ascoltato la proposta di Madame No e che non era accettabile che un parco venisse distrutto per costruirci sopra un parcheggio. Ma lui rispose che la città aveva urgente bisogno di soldi e che, anche se gli dispiaceva molto, non poteva non accettare, Geronimo e gli altri insisterono molto, ma il sindaco fu irremovibile e li mise alla porta.

Mentre tutti furono presi da una grande tristezza, Geronimo pensò che non potevano arrendersi così, allora chiese agli altri del tempo per riflettere e andò a farsi una passeggiata proprio nel grande parco che volevano distruggere. Mentre camminava con aria sconsolata guardando i grandi alberi che facevano ombra sopra le panchine, vide uno scoiattolo che si arrampicava su un ramo di quercia e mangiava una ghianda, poi dietro un cespuglio vide un cervo che mangiava l’erba, più in là vide una talpa che sbucava dal terreno, e mentre guardava gli animali pensò a come era ingiusto privarli della loro casa, e mentre pensava tutto questo, gli venne un’idea.

Subito si fece raggiungere al parco dal resto del gruppo, e quando si furono riuniti tutti, prese un megafono per farsi sentire da tutti e cominciò a parlare: “Amici, questo non è solo un parco, ma è molto di più, è il cuore della nostra città, ma è anche una casa per tutti gli animali che lo abitano, e noi non possiamo abbandonarli. Amici animali, è a voi che mi rivolgo ora, venite tutti qui davanti a me, ho bisogno anche del vostro aiuto”. A quelle parole tutti gli animali che popolavano il parco si riunirono davanti a Geronimo, cervi, scoiattoli, talpe, topolini, uccelli, lumache e tanti altri, a quel punto Geronimo posò il megafono e prese a parlare a bassa voce.

Il giorno dell’acquisto del parco intanto era arrivato e infatti Madame No e il sindaco si incontrarono per firmare il contratto di vendita, c’era molto silenzio intorno, Madame No aveva un’aria molto soddisfatta e anche il sindaco, perché pensava a tutti i soldi che avrebbe guadagnato. Si mise a leggere il contratto ad alta voce e dopo aver finito di leggere, passò la penna a Madame No perché firmasse. Lei prese la penna tra le dita, con aria soddisfatta la posò sul foglio, ma proprio in quel momento si scatenò un rumore terribile che lasciò tutti di stucco, una nuvola nera avanzava via terra, ma cos’era? Madame No e il sindaco strinsero gli occhi per vedere meglio, poi,non riuscirono a credere ai loro occhi, un gruppo enorme di animali avanzava minaccioso verso di loro, rimasero senza parole e pieni di terrore. Appena gli animali arrivarono, buttarono tutto all’aria, compresi Madame No e il sindaco, uno scoiattolino fece la pipì sopra il contratto e poi lo stropicciò, tutti gli abitanti batterono forte le mani, felici e elessero come nuovo sindaco Geronimo, che con l’aiuto di tutti gli altri, si impegnò a migliorare il parco e l’intera città, riducendo gli elementi inquinanti.

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MISSIONE “GREEN TOPAZIA”

 

Classe 3^ D

Era una calda giornata d’estate e, come ogni mattina, mi alzai dal letto, mi preparai la mia formaggiosa colazione e poi mi recai a lavoro.

Mentre stavo lavorando, i miei nipotini Ben e Trappy spalancarono la porta per dirmi che nel quartiere in periferia di Topazia alcuni topi stavano facendo una manifestazione di protesta contro il sindaco sostenendo che il loro quartiere necessitava urgentemente di una grande ristrutturazione.

Fu così che chiamai mia sorella Tea, sempre alla ricerca di casi nuovi da risolvere e pubblicare sul giornale.  Stava alla guida del suo meraviglioso e “super-toposo” aereo jet. Appena la informai dell’accaduto lei si scaraventò sul tetto di un palazzo del quartiere periferico con il paracadute, lasciando alla guida il suo fidato amico Iena.

Con la sua macchinetta fotografica fotografò alcune immagini della protesta e prese appunti su ciò che stava accadendo.

Dopo aver fatto ciò, venne nel mio ufficio dove discutemmo della questione insieme a Ben e Trappy che ci diedero una soluzione innovativa; volevano indire una grande gara aperta a tutti i cittadini per trovare spunti per rivalutare e rendere la zona più adatta al divertimento di topi grandi e piccini.

Il vincitore della gara avrebbe avuto come ricompensa l’onore di dare un nome al quartiere.

A me, però, qualcosa non quadrava. Chi aveva organizzato la manifestazione? Effettivamente il quartiere non era messo bene: spazzatura ovunque, strade dissestate, palazzi costruiti in cemento armato che avevano divorato il verde e non permettevano neppure un minimo di pascolo alle care mucche che ci forniscono il latte per il nostro pasto formaggioso…Ma una manifestazione di quel genere, a Topazia, non si era mai vista.

“Tea, vieni qui, fammi vedere le foto che hai scattato alla manifestazione!” – dissi a mia sorella.

“Ecco, Geronimo, guardiamole insieme” – rispose lei correndo e portando tra le mani un bel pacco di foto appena sviluppate nella camera oscura del mio ufficio.

Guardammo e riguardammo, poi si aggiunsero Ben e Trappy.

“Vedi, zio” – disse Trappy- “questa foto mi sembra interessante. Guarda bene questo manifesto!”

La mia nipotina mi indicò una foto in cui c’era un manifestante con questo slogan:

Mai

Amare

Degli

Alberi

Mai seminare

Erba verde per

Noi

Odiatori del mondo pulito e sostenibile!

Fu così che Tea, furba e scaltra come sempre, esclamò: “Per mille mozzarelle! Geronimo, guarda, questo è un acrostico che indica che c’è la coda di Madame No. E’ lei che ha organizzato la rivolta! Certamente, però, non credo che la sua intenzione sia quella di rendere il quartiere periferico un luogo a misura di topo!”

“Infatti, Tea! Dobbiamo muoverci e fare qualcosa! Andiamo a fondo nel formaggio, ehmmmm, nella questione! Mi sta venendo fame!” – risposi io pensando che dovevo assolutamente andare a mangiare.

Dopo un bel pranzetto, Ben e Trappy, leccando un mega-gelato al “Topo Club” mi dissero in coro:

“Guarda zio! In edicola c’è un nuovo numero della Gazzetta del Ratto! Non ti sembra strano che in prima pagina ci sia proprio il manifesto con l’acrostico che ha fotografato anche Tea?”

“Sally Rasmaussen!!! Ecco chi sta sostenendo le azioni sicuramente illegali di Madame No! La fermerò!” – pensai tra me e me.

Il giorno dopo, con l’autorizzazione del sindaco di Topazia, pubblicai sul mio giornale il bando per partecipare a una gara di presentazione di un progetto che prevedesse la riqualificazione del quartiere periferico e di tutta la città.

Sul bando feci scrivere queste parole: “Venite, costruite, pensate e un quartiere nuovo create! La città migliore sarà che ognuno di voi qualcosa inventerà! Verde, giochi e comodità la nostra vita migliore diventerà!”.

Fu così che, il giorno dopo, quando arrivai nel mio ufficio, trovai milioni di fogli enormi.

“Per mille bananille!” – esclamai.

“Caro, ti adoro quando sei così agitato!”. Questa voce non mi suonava nuova…Mi voltai e trovai alle mie spalle Tenebrosa Tenebrax che stava con i rotoli di progetti in mano e li stava controllando insieme al suo fedele Pipistrillo.

“Non posso fare a meno del tuo aiuto in questo momento, mia carissima Tenebrax! Lo sai che non amo le topo-smancerie, ma se vuoi darmi una zampa, sarei veramente felice! Non riesco a esaminare da solo tutti questi progetti. Aiuto!” – le esclamai.

“Ma stai sereno! Geronimo, lo sai che io sono sempre a tua disposizione! Anzi, ho uno scoop da riferirti. Ieri ho incontrato nella discoteca “Topo Night”, Ficcanaso Squitt che mi ha confessato che, da un po’ di tempo a questa parte, non ha casi interessanti di cui occuparsi. Ha saputo della manifestazione del quartiere periferico e sarebbe felice di aiutarti” – aggiunse Tenebrosa Tenebrax accarezzando il suo Pipistrillo.

Intanto mi saltò all’occhio il progetto di Madame No.  A differenza degli altri era scritto su un foglio nero. Non era un vero e proprio progetto ma una lettera di minaccia nei miei confronti. La lessi ad alta voce: “Bravi topi, avete scoperto la manifestazione di ieri, sapete che ci sono io dietro a tutto. Avete fatto il mio gioco! Domani chiamerò la ditta edile di mio nonno che smantellerà l’intero quartiere per costruire un mega parcheggio a pagamento di cui non potrete più fare a meno! Sarà la mia fonte di ricchezza! State attenti. Se domani troverò qualche topo in casa, non avrò pietà e le mie ruspe abbatteranno le case con chiunque ci sarà dentro!”

“Presto, presto! Tenebrosa Tenebrax, chiama subito Ficcanaso Squitt che ci darà una zampa per risolvere il caso!”

Ficcanaso Squitt, arrivò nel mio ufficio e disse che aveva già avuto notizie dei piani di Madame No grazie ai servizi segreti “Topo Police”. Era necessario trovare un progetto che fosse condiviso da tutti i topo cittadini ma, purtroppo, nessuno dei progetti presenti nel mio studio era accettabile del tutto. Fu così che convocammo la topo-Assemblea con tutti gli abitanti del quartiere periferico e di tutta la città.

Prendemmo come spunto il quartiere “Biologico” situato in campagna e, da lì, ogni cittadino espresse la sua opinione. C’era chi voleva un ristorante cinese in Topobestia Street, chi una mega piscina dove nuotare anche d’inverno, chi una zona termale dove fare i fanghi.  Trappola Stilton per esempio, voleva una gelateria davanti casa sua, in Rudolph Street ma tutti volevano, nella piazza del quartiere, un enorme giardino naturalistico.

Chiamai, allora, la ditta edile “Good Liberty Topo Ceramic – GLTC” a cui il sindaco affidò l’appalto per la riqualificazione del vecchio quartiere ma, quando, la ditta andò sul posto di lavoro per iniziare l’impresa, si trovò davanti le ruspe di Madame No che già stavano distruggendo alcune case da cui erano fuggiti i topi e le loro famiglie.

Ficcanaso Squitt chiamò, allora, in aiuto Ficcagenio Squitt che, con una sua miscela elaborata nel laboratorio di Pistacchiologia Comparata, riuscì a teletrasportare le ruspe di Madame No sul pianeta TopoMarte dove furono distrutte dal Crono Robot Orbitante Super Tecnologico Aerospaziale facendole tornare indietro nel tempo, talmente indietro fino al tempo dei TopoEgizi che le usarono per le costruzioni delle Topo Faraoniche Piramidi.

Madame No, disperata, fu presa da Iena che la portò da Trappola Stilton.

Trappola le offrì una bevanda rilassante mista a una pozione preparata di camomilla e le fece fare una montagna di risate. Madame No cominciò a cambiare idea…forse era il caso di collaborare per creare un quartiere e una città a misura di topo in cui, al limite, poter camminare a braccetto con Trappola che era così simpatico.

La ditta GLTC, lavorò velocemente.

I topi del quartiere furono trasferiti nelle case-rifugio appositamente costruite sui topo-monti.

Dopo tre mesi furono completati i lavori del quartiere periferico e i topi evacuati si trovarono davanti uno spettacolo fantastico: ogni casa del nuovo quartiere, aveva un suo giardino a misura di topolino, dove poter giocare, fare la brace di formaggio, coltivare delle verdurine saporite e biologiche. In ogni angolo del quartiere c’erano contenitori biodegradabili per la raccolta differenziata. La ditta di Madame No fu occupata nella raccolta e nello smistamento dei rifiuti che venivano riciclati e, con la lavorazione dei quali, si produceva l’energia necessaria per l’illuminazione notturna.

Le case erano di due piani, dotate di tutti i confort rigorosamente a risparmio energetico: tutta l’elettricità era derivata dal Sole, da un vicino fiume, il Topo River, dotato di un impianto di trasformazione energetica dalle sue cascate, e dalle pale eoliche posizionate sopra al tetto di ogni casa.

Le strade del nuovo quartiere furono costruite tenendo conto della viabilità ordinaria e straordinaria nelle ore di punta in modo da non far creare mai traffico; in questo modo si ridusse drasticamente l’inquinamento anche acustico. A proposito! Credete che le Topo auto vadano a benzina, gasolio o gas? Assolutamente no! Ficcagenio Squitt ebbe la splendida idea di costruire un motore adatto a tutti i mezzi di locomozione (anche agli aerei della Compagnia di AliTopo) che andava con una miscela di bucce di frutta e con le scorze di formaggio…ah no! Quelle della collezione mia sono escluse perché troppo seccate dai secoli!

“Zio, dobbiamo dare un nome a questo quartiere!” – mi ricordò Ben.

I cittadini di Topazia furono inviati a una consultazione comunale e, di comune accordo, scelsero il nome di “Green Topazia”.

Green Topazia fu il prototipo di quartiere ideale a cui si ispirarono tutti i TopoArchitetti e i TopoIngegneri che riprogettarono l’intera Topazia.

Nel giro di un anno e mezzo fu rinnovata tutta la città che divenne la città sostenibile per eccellenza dell’Oceano Rattico Meridionale alla quale si ispirarono le progettazioni di riqualificazione di Topoforte, Portosorcio, Portocrostolo e Portoschifio.

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CHIUDI IL RUBINETTO, STILTON!

Classe 2^ E

Ah, la Fattoria Stilton… che luogo stratopico! Non so se lo sapete, ma è lì che io mi godo la natura, e trascorro momenti felici con la mia famiglia, in pace e serenità. Un giorno, però, ci è capitato un problema, ma che dico, un guaio, anzi una vera emergenza: siamo rimasti completamente all’asciutto! Dai rubinetti non scendeva più una goccia d’acqua, la cisterna si stava svuotando e persino la fonte vicina era secca! Squitt, perché, perché, perché capitano tutte a me?! Per prima cosa io, mia sorella Tea e i miei nipotini Ben e Trappy abbiamo controllato le riserve d’acqua rimaste e ci siamo organizzati per prenderci cura degli animali e delle piante. Secondo Tea, però, quella improvvisa mancanza di acqua era strana, stranissima, anzi… c’era sotto un vero mistero! E così abbiamo cominciato a indagare e abbiamo scoperto che dietro c’era lo zampino della perfida Madame No!

Che cosa potevamo fare per rimettere le cose a posto?

Per risolvere il problema dell’acqua nella nostra fattoria decisi di chiamare la persona sospettata di averlo causato, l’imprenditrice Madame No. Lei subito mi rispose al telefono un po’ sorpresa. Prontamente mi presentai sotto falso nome: “Salve, sono Ricky Roger un famoso giornalista e vorrei intervistarla. Lei è disponibile?”; Madame No rispose. “Mm… mi ci faccia pensare un attimo… La richiamerò tra un po’ per farle sapere”, “La ringrazio, aspetterò la sua risposta”, replicai.

Dopo un po’ sentii squillare il telefono e di corsa risposi: “Allora, cosa ha deciso?” le chiesi. Lei rispose che, poiché le sembravo una persona cortese e fidata, mi avrebbe dato una possibilità; decidemmo di incontrarci in via Formaggiopoli di fronte al ristorante di Trappola Stilton.                          Non dovevo farmi riconoscere: solo così avrei trovato un modo per capire cosa stesse tramando.

Arrivato davanti al ristorante, la vidi uscire da una macchina molto lunga e con i vetri oscurati, insieme alle sue due guardie del corpo.                                               “Salve! Sono il giornalista che l’ha chiamata prima. Posso parlarle in privato?”; “Certo!”, rispose lei e mandò via le sue guardie.

Entrammo nel ristorante e ci sedemmo ad un tavolo. Iniziai a farle alcune domande: “Ho letto, su un cartellone pubblicitario, che lei sta costruendo delle nuove terme. Posso chiederle dove ha preso l’acqua necessaria alle terme?”. Madame No mi spiegò: “L’hanno procurata i miei sponsor, io non ne so niente, ma cercherò d’informarmi meglio. Se dovessi scoprire qualcosa la richiamerò”. “Ok grazie”, conclusi io, “Sono sicuro che ci rivedremo e che lo scopriremo presto”.

Appena tornai a casa riferii tutto quanto a Tea e ai miei nipotini e chiesi loro di aiutarmi ad indagare per trovare altre informazioni.

Il giorno dopo andammo tutti al parco e, mentre giocavamo a nascondino, vedemmo Madame No mentre sfogliava una rivista.

Mi riconobbe e mi chiese di andare un attimo da lei, pensando che fossi il giornalista. Mi diressi da lei con un’aria seria e preoccupata, chiedendomi cosa mi avrebbe domandato. “Le volevo dire che ho avuto delle notizie sulle terme!” disse Madame No. “Dica pure!”, le risposi incuriosito, “Allora”, continuò lei, “I miei sponsor mi hanno riferito che l’acqua delle terme è stata presa da una fonte che alimenta la cisterna di una fattoria abbandonata. All’inizio non ero molto d’accordo con l’idea di prendere dell’acqua senza il consenso dei proprietari della fattoria, ma loro mi hanno detto di essere sicuri che fosse abbandonata”.

Ero molto arrabbiato perché quell’acqua non alimentava una fattoria abbandonata, ma era la nostra fattoria; tuttavia dovevo far finta di crederle e di continuare a fare la parte del personaggio del giornalista.

Volevo andarmene in fretta così le dissi: “Grazie mille per le informazioni. La richiamerò qualora avessi altre domande da farle o se dovessi scoprire qualcos’altro”.

“La ringrazio. Continuerò a indagare perché anche io ho dei dubbi!”, rispose Madame No.

Si era fatto tardi e decisi di andare a dormire; ma non ci riuscivo perché non pensavo ad altro che a quello che mi aveva detto Madame No, ma ragionandoci un po’ capii che forse lei non aveva niente a che fare con quella situazione perché probabilmente l’acqua l’avevano indebitamente presa i suoi sponsor senza rivelarle tutta la verità.

La mattina seguente andai da Tea e le raccontai della conversazione con Madame No e lei si arrabbiò molto, ma le spiegai che, secondo me, era innocente e non sapeva nulla riguardo alla faccenda dell’acqua.

Al contrario di me, Tea pensava che Madame No stesse mentendo quindi mi chiese con insistenza se fossi davvero convinto della sua innocenza e io le risposi che lo ero davvero perché mi sembrava molto sincera. Tuttavia non la convinsi del tutto. Infatti, la mattina seguente, Tea ebbe una fantastica idea: mi chiese se potesse andare lei a fare delle domande a Madame No interpretando una sua grande ammiratrice.

Iniziammo a cercarla per tutta la città e, finalmente, dopo un’ora di camminata, riuscimmo a trovarla: era davanti ad un negozio di abbigliamento. Tea si precipitò verso di lei urlando il suo nome come fosse una sua fan mentre io stavo nascosto dietro ad un cespuglio per osservare la scena. Tea cominciò: “Salve Madame No, io sono una sua grande ammiratrice. Un mio amico mi ha raccontato che lei sta costruendo delle nuove terme, ma questa cosa è vera?”. “Salve anche a lei”, subito rispose Madame No, “Comunque sì, è vero che sto costruendo delle nuove terme”. Quindi replicò Tea: “Ma sta pensando anche a come risparmiare l’acqua? Lo sa che in questa città essa è in continua diminuzione creando non pochi disagi ai cittadini, come è accaduto alla fattoria di Geronimo Stilton?”. Un po’ sorpresa Madame No rispose: “Sinceramente non avevo pensato al problema dell’acqua”. Allora le chiesi: “Perché non valuta di cambiare idea e di non costruire più le terme, modificando il suo progetto in qualcosa di ecosostenibile per l’ambiente?”. Lei ci pensò un po’ e poi rispose: “Sicuramente lei ha ragione, ma al momento non credo di rinunciare a questo mio progetto perché è da veramente molto tempo che ci sto lavorando. Comunque mi ha fatto molto piacere incontrarla perché so che lei ha molta stima e fiducia in me. Mi scusi tanto ma ora devo proprio andare. Arrivederci!”, concluse allontanandosi in fretta.

Tea tornò da me soddisfatta ma sconsolata per ciò che aveva scoperto. Allora decisi di organizzare un ultimo incontro con Madame No per tentare di farle cambiare idea definitivamente.

La chiamai per organizzare l’incontro chiedendole di concedermi un’ultima intervista e lei subito rispose che non sarebbe mancata in quanto avevo guadagnato la sua fiducia.

Il mio obiettivo era di farle cambiare idea così fui molto diretto e deciso, pertanto le chiesi: “Salve, non so se ha saputo di essere stata accusata dal Signor Geronimo Stilton di aver prosciugato tutte le riserve d’acqua della sua fattoria!”. “Salve anche a lei; sinceramente non sapevo di essere stata accusata da questo Signor Stilton e comunque non ho fatto nulla di tutto questo”, rispose lei. “Una fonte segreta mi ha riferito che lei, invece di utilizzare per le sue terme l’acqua termale, utilizzerà l’acqua potabile della nostra città. Lo sa che ci saranno persone che non avranno più l’acqua potabile, che non potranno lavarsi, cucinare e utilizzare l’acqua per gli usi domestici? Se lei continuerà così molti saranno costretti a trasferirsi altrove e la nostra amata città diventerà deserta e abbandonata”, la accusai senza mezzi termini. A quel punto Madame No mi raccontò che in effetti qualche giorno prima anche lei fu vittima della mancanza di acqua. Infatti, mentre si faceva la doccia, non uscì più acqua dal soffione, e rimase tanto tempo bagnata e al freddo non potendosi risciacquare. Le venne una febbre altissima che è durata diversi giorni. Si era sentita talmente male che quell’episodio le fece ripensare a ciò che le aveva detto qualche tempo prima una sua fan, la nostra Tea, e a tutte le persone che, in quel periodo, erano anche loro senza acqua.

Dopo avermi raccontato questo fatto, mi disse che ci avrebbe pensato su e mi avrebbe fatto sapere perché erano in molti che stavano cercando di convincerla ad abbandonare il progetto, riferendosi in particolare a Tea. Io accettai e le dissi che avrei aspettato con ansia una sua chiamata.

Passarono i giorni e della telefonata di Madame No non c’era traccia.           Sconsolato pensai che avesse deciso di continuare la costruzione delle terme ignorando il mio consiglio, anche se avevo ancora un briciolo di speranza che mi faceva pensare positivo.

Finalmente dopo un paio di giorni sentii squillare il telefono. Corsi a rispondere sperando che Madame No mi desse la notizia che volevo sentire! Preoccupato, ma allo stesso tempo speranzoso, risposi: “Salve, chi parla?” e lei disse “Salve! Sono Madame No e le volevo dare la bellissima notizia: ho deciso di non costruire più le terme. Ho preso questa decisione perché lei mi ha fatto riflettere sull’importanza del risparmio dell’acqua potabile. Ho capito che l’acqua è un bene primario, che non dobbiamo sprecarla ma imparare invece a risparmiarla per noi stessi e per le generazioni future. Ho deciso, quindi, di investire in progetti di ricerca sui sistemi depurativi dell’acqua marina per ottenere acqua potabile per i nostri concittadini. Spero che sia contento della notizia che le ho appena dato. Mi scusi, ma ora devo proprio andare. Mi ha fatto piacere parlare con lei. Arrivederci!”.  Emozionato per la strepitosa notizia riuscii a malapena a balbettare: “La ringrazio infinitamente. Arrivederci!”.

Ero veramente molto contento così decisi di chiamare Tea per riferirle tutto ciò che mi aveva detto Madame No. Dopo una lunga chiacchierata anche Tea impazzì di gioia; finalmente avevamo riavuto l’acqua nella nostra amata fattoria e Madame No aveva preso una decisione importante per la nostra città. Per festeggiare decidemmo di organizzare una cena con i tutti i nostri amici, nella nostra amata fattoria scherzando e divertendoci insieme.

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Un pipistrello per amico

 

Classe 3^ F

 

Che giornata faticosa! Sono rimasto all’Eco del Roditore fino a tardi. Non mi sono presentato: sono Geronimo Stilton. Non per vantarmi, ma mi considerano un topo affascinante. Dirigo l’Eco del Roditore, il giornale più famoso dell’isola dei Topi, Topazia. Dicevo, sono tornato a casa verso mezzanotte. Neanche il tempo di sedermi sulla poltroncina per guardare la mia fiction preferita che mi sono addormentato. Cinque minuti di sonno profondo e squilla il telefono: era in tasca, acceso. Chi poteva essere? Per il formaggio stagionato a maggio! Era Tenebrosa! Ma non aveva visto l’orologio? Tenebrosa è la mia fidanzata, o almeno a lei piace definirsi tale. Mi chiama utilizzando qualsiasi nomignolo immaginabile o mi parla convinta che io provi qualcosa per lei. In realtà non ne sono mai stato innamorato, ma non ho il coraggio di rivelarglielo. Dopo avermi chiesto informazioni sulla mia vita personale negli ultimi tempi, persino se il mio pesce rosso, che non ho mai avuto, sta bene, è arrivata al punto. Quasi sono caduto dalla poltroncina quando mi ha ordinato di recarmi a Castelteschio, la sua abitazione, per aiutarla ad organizzare una festa. Mi ha dato solo un’ora di tempo per arrivare, ma la sua casa si trova a quaranta chilometri da casa mia. A mezzanotte e cinquantanove minuti ero davanti al portone. L’avevo scampata: Tenebrosa non ama i ritardi. Quando ho bussato, lei ha aperto e mi ha riempito di baci. Il castello è più grande di quanto lo ricordassi: dall’entrata si srotola un tappeto che fa impallidire quello di casa mia. E’ incastonato nel granito, con statuette che raffigurano i capostipiti della famiglia Tenebrax. Di fronte ci sono poltrone, sorrette da una struttura di legno ed un tavolino. L’intero salone sembra dominato dagli scaloni in marmo che incorniciano il caminetto, con una prospettiva tale da far cadere lo sguardo sul fuoco che brucia al suo interno. Mi sono seduto e, cercando di trattenere un’imprecazione per avermi costretto a correre lì a quell’ora, ho parlato con Tenebrosa. Ho scoperto che la festa era stata organizzata per salvare un animale a rischio d’estinzione. Nel frattempo erano arrivati gli altri componenti della famiglia Stilton, ossia mia sorella Tea e mio cugino Trappola, eccetto Benjamin, il mio nipotino. Mia sorella stava trascinando Trappola che aveva un’aria assonnata. Non biasimavo le loro facce: Tenebrosa aveva dato a tutti pochissimo tempo per arrivare. Tea è un’inviata dell’Eco del Roditore, nonché una grande appassionata di sport. Li pratica tutti, dall’alpinismo al kickboxing. E’ anche un’allenatrice e, nel mio ottavo viaggio nel tempo, ha allenato anche me. Tuttavia non si vanta mai: è umile. Invece Trappola è uno dei cuochi più famosi dell’isola: una buona forchetta, con il suo muso paffuto ed il fisico rotondo. Ha vinto numerose competizioni e spesso mi congratulo con lui, anche se è odioso: adora farmi scherzi e mi chiama con nomignoli strani. Da poco ha potuto coronare il suo sogno: è diventato il capo chef del più rinomato ristorante di Topazia, il Formage d’Or, ribattezzato “Trappola per topi”. I due si sono occupati dei preparativi per la festa, mentre Tenebrosa mi ha accompagnato a vedere l’animale in questione. Abbiamo attraversato tanti corridoi e stanze finché siamo arrivati vicino ad una stanza a mo’ di cassaforte. Ovviamente Tenebrosa aveva la chiave giusta e, appena entrati, non ho visto più niente. Lei, dato che riesce a vedere al buio, ha acceso l’interruttore. Ho notato qualcosa di anomalo: mi aspettavo un animale più piccolo di una nottola gigante. Era alto almeno venti centimetri, con una pelliccia lucida, orecchie a punta ed un muso schiacciato. Mi è sembrato di tornare sui banchi di scuola: un mio maestro me ne aveva parlato. Questa specie di pipistrello ha un’ottima vista e, per monitorare i movimenti dei predatori, usa l’ecolocalizzazione. Manda delle frequenze sonore intorno a lui e, facendo rimbalzare il suono, capisce se ci sono predatori. Le mie zampe si erano già azionate per correre dalla fifa, ma Tenebrosa mi ha acchiappato; ha iniziato a spiegarmi la storia di questa nottola, Igor. Fortunatamente non caccia i topi, ma insetti notturni come le falene. Vive nelle foreste, cosa che la rende vulnerabile alla deforestazione. Nottole come Igor si possono trovare in tutta l’ecozona paleartica, ovvero in tutta l’Europa, il nord dell’Asia e l’Africa mediterranea. Abitano in queste zone perché sono ricche di insetti, come moscerini, lucciole, mosche, coleotteri e falene. Ascoltandola, si è acceso il mio istinto da reporter. Per fortuna il mio smartphone è sempre con me: ho trovato la zona con più insetti al mondo, la foresta francese e, tra le voci correlate, il pipistrello gigante. Tenebrosa mi ascoltava; avevo la conferma scientifica: pipistrelli come Igor servono a regolare il numero di insetti presenti nelle foreste. Se fosse venuta a mancare la nottola, il numero di insetti sarebbe aumentato esponenzialmente, in gran parte dell’Europa. Più precisamente Igor è ghiotto di una delle specie di insetti, a mio parere, più fastidiose al mondo, le falene del crepuscolo. Poi Tenebrosa mi ha raccontato che era andata a far volare un po’ Igor, quando un cacciatore clandestino lo aveva preso e portato via. Igor si è salvato ed il cacciatore è stato arrestato. Nel frattempo Tea e Trappola avevano finito di preparare. La cosa che mi ha colpito di più è stato lo slogan, scritto su un cartellone, all’ingresso: Se hai delle ali, non sentirti come un pipistrello estinto, ma come un angelo che lo salva. Ovviamente, avendo Trappola come cuoco, non potevano mancare delizie gastronomiche. La festa è stato un successo. Verso la metà dei festeggiamenti, ho preso un microfono ed ho iniziato a parlare: «Un attimo di attenzione! Oggi, con la qui presente Tenebrosa Tenebrax siamo lieti di lanciare un avvenimento importante. Alcuni animali a Topazia rischiano l’estinzione. Il mio obiettivo, oggi, è dire “no” a questa storia, prendendo come esempio l’animale in questa gabbietta». Tenebrosa ha preso il microfono: «Signore e signori, Igor, la nottola gigante!». E di nuovo io: «Questa è una specie a rischio d’estinzione, vittima del bracconaggio e della deforestazione. Se si estingue, i coleotteri e tutti gli insetti notturni si moltiplicheranno fino ad occupare fastidiosamente tutta la zona di Topazia e l’ecozona paleartica intera. Tenebrosa ed io abbiamo deciso di dar vita ad una campagna ambientalista per difendere questi animali. Per aderire, dovete mandare 8 euro al mese al 36525941971. Il ricavato servirà per organizzare un viaggio in Transilvania, dove i pipistrelli saranno portati in una riserva naturale. Grazie per l’attenzione». Avevo appena terminato il mio discorso, quando il portone si è spalancato. Sono entrati due toponi con gli occhiali da sole, seguiti da un personaggio che conoscevo bene. Si vedeva lontano un miglio che era losco: era Oscurio Tenebrax, fratello di Tenebrosa, un imprenditore a capo della compagnia petrolifera più importante di Topazia. Gli è bastato schioccare le dita per inviare le sue guardie del corpo a prendere Igor. Hanno messo la gabbia nel bagagliaio della limousine e si sono avviati verso la residenza di Oscurio. Le sue motivazioni erano chiare; egli era contrario alle decisioni dei suoi familiari, questo perché i Tenebrax erano sempre stati associati ai vampiri. La cosa che più lo faceva imbestialire era vedere la sorella intenta a salvare un pipistrello. Così ho incaricato Tea e Trappola di far andare avanti la festa, mentre io e Tenebrosa abbiamo seguito Oscurio. Grazie al cielo siamo riusciti ad attraversare il cancello della villa, appena dopo l’auto del fratello di Tenebrosa. Dato che conosco bene i punti deboli di Oscurio, ho deciso di parlargli io stesso. Gli ho detto che, se non avesse riportato Igor a Castelteschio, l’Eco del Roditore avrebbe pubblicato articoli contro di lui; poi sarebbero stati letti da tutti, facendo fallire la sua società. Come previsto Oscurio ha porto le sue scuse ed è tornato al castello insieme ad Igor. Ha promesso di donare i fondi necessari alla costruzione delle “Bat Box”, casette per pipistrelli nei parchi di Topazia. La festa è riuscita perfettamente: le iscrizioni al movimento ambientalista di Tenebrosa sono triplicate. La mattina dopo, mi sono svegliato presto e, andando al lavoro, ho sentito persone che chiacchieravano della nostra festa. Leggendo un giornale fresco di stampa, ho notato che un gruppo di cacciatori aveva fondato una compagnia contro il nostro movimento, per vendicare l’arresto del loro compagno clandestino che quasi aveva ucciso Igor. A questo movimento si erano aggiunte le compagnie petrolifere, perché le nostre idee mettevano un limite alle loro attività. Mi correggo: mettevano un limite a tutte, tranne alla “Topazia Olio e Petrolio”, la compagnia di Oscurio. Ci dovevamo dare da fare. Il popolo doveva decidere se stare dalla nostra parte, cercando di diminuire inquinamento e caccia, o dalla parte dei cacciatori. Alla fine la maggioranza dei cittadini si è schierata contro l’opposizione conservatrice, che voleva mantenere i privilegi delle compagnie petrolifere e cacciava per svago. Così gli abitanti dell’isola si sono attivati per costruire le Bat Box e salvaguardare la nottola gigante, riducendo l’abbattimento degli alberi ed evitando l’estinzione di questa specie. Mesi dopo, i pipistrelli, protetti all’interno delle Bat-Box, sono stati rilasciati nelle foreste vicino Topazia, dove vivevano precedentemente. Con l’aiuto degli abitanti della città, le foreste hanno ricominciato a prendere vita e l’inquinamento si è ridotto. Sono state chiuse parecchie fabbriche obsolete e delle piattaforme petrolifere offshore che, a causa del continuo rilascio di biossido di carbonio nell’atmosfera, stavano facendo aumentare le temperature. Tutto ciò avrebbe sommerso Topazia. Insomma ho salvato, con l’aiuto dei miei amici, non solo la nottola gigante, ma anche Topazia.

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Ahi ahi ahi è finita l’energia

Classe 1^ G

Quella notte mi svegliai all’improvviso: glom, faceva così caldo che mi sentivo più fuso di una fonduta al gorgonzola… Perché il ventilatore aveva smesso di funzionare?!

Provai ad avviarlo di nuovo… ma non ci riuscii.

Schiacciai l’interruttore per accendere la luce… ma rimase spenta.

Raggiunsi a tentoni la finestra per spalancarla… e mi accorsi che l’intera via era così buia che non si distingueva un ratto da un gatto. I lampioni erano tutti spenti!

Per mille mozzarelle… doveva essere accaduto qualcosa alla centrale di Topazia!

Il mattino seguente l’elettricità non era ancora tornata, così chiesi aiuto al mio amico investigatore Ficcanaso Squitt e a suo cugino, l’inventore Ficcagenio: scoprimmo che il   gran caldo aveva spinto tutti gli abitanti di Topazia ad accendere condizionatori e ventilatori alla massima potenza, prosciugando l’energia della centrale. Che cosa potevamo inventarci per risolvere la situazione?

Ficcanaso, Ficcagenio ed io ci riunimmo quel pomeriggio per decidere sul da farsi. Iniziammo a proporre idee: Ficcanaso propose di trasferirci in un’altra isola; Ficcagenio una mega invenzione che ci sarebbero voluti anni per costruirla, mentre io pensavo. Dovevamo trovare un modo per risparmiare energia, perché non una gara di invenzioni? Così tutti avrebbero partecipato a far ritornare l’energia. Lo proposi ai miei amici e loro accolsero la mia idea con molto entusiasmo. Nell’edizione serale dell’Eco del Roditore, il giornale di Topazia, fu pubblicato un articolo che annunciava la gara: ogni concorrente doveva iscriversi nella sede del giornale il giorno seguente. La mattina dopo mi svegliò il rumore del telefono cellulare: era la mia segretaria, risposi. «Signor Geronimo, davanti alla redazione c’è una fila lunghissima di topi!» Fui felice nel sentire quella frase: tutto stava andando per il meglio! Continuarono tutta la mattina a venire topi ad iscriversi al concorso. Venne anche un topo vestito elegantemente con un papillon giallo groviera; dopo di lui ci fu un topo con un camice da lavoro sporco e degli occhialetti da mare rossi. Insomma TIPI o meglio TOPI alquanto bizzarri.  Decisi con il mio amico Ficcanaso di svolgere la premiazione domenica prima del pranzo organizzato per l’occasione nella piazza principale.

 Durante la settimana uscì un altro articolo sull’Eco del Roditore dal titolo: Le buone abitudini per risparmiare energia. Le 6 regole consigliate erano le seguenti:

  • -spegnere le luci prima di uscire dalle stanze;
  • -utilizzare il più possibile la luce naturale;
  • -effettuare la raccolta differenziata per riutilizzare i rifiuti come fonte di energia alternativa (metano);
  • -installare un impianto fotovoltaico sul tetto della propria abitazione;
  • -staccare sempre il carica batterie dopo aver caricato il dispositivo;
  • -scollegare i dispositivi elettronici quando non si usano.

Gli abitanti di Topazia osservarono queste regole, chi più, chi meno, ma l’energia non tornava! Io però ero fiducioso! Qualche giorno prima della premiazione andai a parlare con il sindaco di Topazia per installare gli impianti fotovoltaici, fonti di energia pulita, in tutta la città. Appena iniziati i lavori andai a vedere come procedevano e …PER MILLE MOZZARELLE! Come Direttore dei lavori c’era Sally Rausmassen! La mia rivale e la proprietaria della Gazzetta del Ratto! Andai a chiederle cosa faceva lì: «Ciao Sally, come mai qui?» «Oh, ciao Geronimo! L’assessore all’urbanistica mi ha incaricata di dirigere i lavori, vista la mia esperienza e la mia laurea in scienze delle ingegnerie caciottose e mozzarellose …» Io la interruppi: « Ok, Sally, ma ti sei assicurata che tutto sia in sicurezza e che il lavoro venga svolto nei migliori dei modi?» «Certo, non ti preoccupare!» Mi rispose la mia rivale. Così me ne andai un po’ perplesso. Il giorno dopo la Gazzetta del Ratto pubblicò un articolo con il seguente titolo: “Geronimo Stilton e il caso degli impianti fotovoltaici”. L’articolo recitava: “Il signor Stilton qualche giorno fa parlò con il sindaco per far installare impianti fotovoltaici in città. La signorina reverendissima, Sally Rausmassen, direttore dei lavori viste le sue competenze in materia, ieri ha scoperto che il signor Stilton in realtà aveva in mente di installare degli impianti che, liberando nell’aria sostanze inquinanti, facessero piovere più spesso. La pioggia era necessaria per far crescere i cavoli cappuccio piantati nel suo orto privato”. Subito mi diressi nella zona dei lavori, più incandescente del formaggio al triplo peperoncino del Madagascar! Arrivato notai una folla di giornalisti intorno a Sally. Quest’ultima era vestita di tutto punto: indossava un vestito rosa, una collana di perle, stivali neri che la facevano sembrare una strega e un fiore giallo canarino tra i capelli.  Mi feci largo nella mischia e le urlai: «Cosa ti salta in mente? E soprattutto cosa sono i cavoli cappuccio?!». Lei mi rispose allegra: «Niente tesorino, uno scherzetto innocente e poi lo sai bene cosa sono, ne vai pazzo!».

– A questo punto dobbiamo chiarire una cosa: a me non piacciono i cavoli cappuccio e né tantomeno li coltivo!-

 Convinto più che mai a risolvere questa situazione molto imbarazzante, andai dall’assessore all’urbanistica, Romeo Strada Libera, un mio carissimo amico, per chiedere di nominare al posto di Sally un altro direttore dei lavori e di smentire sull’Eco del Roditore la voce che io coltivassi cavoli cappuccio. Lui mi diede fiducia e Sally fu rimossa dall’incarico, senza, a mio stupore, esitazioni da parte di quest’ultima.

Dopo una settimana di organizzazione finalmente arrivò il gran giorno. Tutti gli aspiranti scienziati erano radunati in piazza del Magnifico Rettore Ottavio Enciclopedico De Topis. Era un grande piazza con al centro una fontana e una statua del Rettore con in mano un pezzo di formaggio, che spiccava tra le acque. Attorno alla fontana c’erano tante panchine e fu proprio sopra di esse che ognuno mostrò la propria invenzione alla giuria formata da Ficcagenio e altri 2 suoi colleghi.

Vinse un giovane topo Ben 4 Formaggi che presentò un progetto che prevedeva l’installazione nelle abitazioni di Topazia di sensori che spegnevano automaticamente le luci ogniqualvolta si usciva da una stanza.

Dopo la premiazione furono sistemati i tavoli e mangiammo tutti insieme in piazza. La tavola era apparecchiata con una tovaglia molto preziosa, di colore rosso, con posate d’argento e piatti di finissima porcellana. La tovaglia, le posate e i piatti provenivano dalla più antica osteria di Topazia, La Formaggiosa, che per l’occasione ce li aveva gentilmente prestati. Sulla tavola c’erano formaggi di tutti i tipi e di tutte le dimensioni ma il mio preferito rimaneva il Gorgonzola, un formaggio erborinato. Il loro profumo si sprigionava in tutta la piazza. Felice notai che gli organizzatori avevano pensato proprio a tutto, infatti, oltre a quell’assortimento di formaggi, c’erano bevande per ogni gusto che accontentavano anche i palati più raffinati. Tutti aspettavano con ansia di poter iniziare a mangiare e, più il tempo passava più i topi intorno alla tavola aumentavano, attirati da quella miriade di profumi e colori. Alla fine quando anche l’ultimo topo arrivò iniziammo a mangiare. Fu una bellissima giornata e quando tornai a casa provai ad accendere la luce e scoprii che …….L’ENERGIA era tornata!

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IL TESORO DELLA FORESTA OSCURA

 

Classe 2^ G 

 

Era una tranquilla mattina di primavera e io stavo lavorando alla mia scrivania all’Eco del Roditore, quando venni interrotto dal suono di un clacson.

Guardai fuori dalla finestra del mio ufficio e vidi… Tenebrosa Tenebrax! Era venuta a prendermi con la sua Turbolapid: aveva bisogno del mio aiuto!

 Appena salii in macchina, Tenebrosa mi spiegò tutto: le serviva una zampa per scoprire cosa provocasse gli strani, stranissimi, stranissimissimi rumori che provenivano dalla Foresta Oscura, la paurosa foresta vicino al castello dei Tenebrax.

Anche se i baffi mi frullavano per la fifa, la notte stessa decidemmo di andare nella foresta… con tanto di tenda e zaino da campeggio! Per fortuna non ero solo, con me c’erano Tenebrosa e i miei nipotini Ben e Trappy.

Appena ci addentrammo nella foresta, capimmo subito che cosa causava gli strani rumori che tanto avevano preoccupato i Tenebrax: delle ruspe stavano distruggendo i bellissimi alberi della foresta per conto di un famoso attore horror, protagonista del nuovo film che Tenebrosa stava girando negli Horrywood Studios di Lugubria.

 Tenebrosa mi guardò preoccupata: – Ciccetto, forza, non c’è tempo da perdere! Devi trovare un’idea per fermarlo subito… e salvare la Foresta Oscura!

Guardai negli occhioni di Tenebrosa e capii subito che dovevo assolutamente aiutarla! Questo era proprio un incarico all’altezza di un investigatore coi baffi come me!!!!

Perché quel bellimbusto di GORG ‘ONZOLA invece di fare l’attore voleva distruggere la Foresta Oscura? Perché?

La mattina successiva, chiamai un taxi per farmi accompagnare agli Horrywood Studios  che si trovavano nella periferia di Lugubria. Arrivati a Lugubria, i semafori non funzionavano, il traffico era un vero caos!!!

Tutti suonavano i clacson BEEEEP, BEEEP , per farsi strada.

Il tassista mi spiegò che erano diverse settimane che succedevano cose strane a Lugubria. Spesso anche di sera la corrente saltava all’improvviso e si avvistavano dei bagliori molto sinistri all’orizzonte.

Davanti agli Studios  c’era una folla di roditori in cerca di autografi dei loro beniamini.

Mi feci spazio tra la calca e, con la scusa di essere il famoso giornalista  dell’Eco del Roditore, non faticai un secondo per avere  il pass per entrare nel camerino  dell’ attore.

Chiamai l’ascensore per salire al  100 piano, ma gli ascensori non funzionavano, un nuovo black-out aveva interrotto nuovamente la corrente. Oddio, dovevo salire a piedi AIUTOOOOOOOO … PUFF, PUFF, PUFF, che fatica!!!!

Entrai nel suo camerino e lo vidi seduto alla sua enorme scrivania.

GORG ‘ONZOLA aveva un aspetto puzzoloso, la sua faccia era bucherellata come l’emmenthal e il suo fiato puzzava di provolone piccante, i suoi capelli erano radi e appiccicati sulla fronte.

Mi fece accomodare su una grande poltrona e mi offrì caffè con gocce  di formaggio fuso, una squisitissima deliziosissima superlativissima prelibatezza!!!!!

Provai a chiedere informazioni su cosa stesse facendo dentro la Foresta Oscura.

Non appena nominai la parola FORESTA la sua faccia divenne rossa come un’anguria e cominciò ad urlare  “Per tutti i formaggi!!!!!! Fuori dal mio ufficio formaggioso!!!”

Nello stesso istante arrivarono due Topyguard  che mi cacciarono a pedate giù dalle scale….

“Che testa di formaggio” pensai!!!

Nel giro di pochi giorni le ruspe continuarono ad abbattere alberi e dove prima c’era una magnifica foresta si estendeva una gigantesca piatta piattissima arida pianura, quasi tutti gli alberi erano stati abbattuti.

Dovevo intervenire! Dovevo fare qualcosa per salvare Lugubria.

A mezzanotte in punto di quel giorno, presi con me tutto il mio coraggio coraggioso e andai a sbirciare in quel che rimaneva della Foresta.

Mi portai dietro la supertorcia per riuscire ad orientarmi e cominciai ad addentrarmi nel fitto del mistero misterioso. Ad un certo punto , “Ahiaaaaaaaaa!” urlai, ero scivolato in un buco enorme che mi portò, come fossi a bordo di uno slittino giù, giù nelle profondità della terra.

Ero finito all’interno di una miniera, non capivo bene…. I baffi mi tremavano per la fifa.

Una mastodontica trivella alimentata dall’energia elettrica di Lugubria scavava nel terreno. Ecco perché avevano tagliato gli alberi, avendo scavato il sottosuolo, gli alberi avrebbero potuto con il loro peso provocare un crollo e quindi li avevano abbattuti!!!! Un esercito di topi eseguiva gli ordini impartiti da cattivissimi Topastri che li obbligavano a setacciare il terreno in cerca di piccole pepite d’oro e piccoli diamanti.

Il ricavato prezioso veniva portato in una grande stanza sotterranea che sembrava un laboratorio. Lì stava accadendo qualcosa di molto strano.

A questo punto, non potevo risalire ma per fortuna avevo con me il mio zaino di sopravvivenza, così mi accampai nell’attesa che tornasse il giorno.

Durante la notte, però,  sentii dei rumori sospetti, rizzai le mie orecchie da topo investigatore e vidi dei forti lampi luminosi arrivare dal laboratorio.

Erano sicuramente i lampi descritti dal tassista che mi aveva accompagnato agli Studios Cinematografici!.

Mi avvicinai alla vetrata e “per mille formaggini!”, GORG ‘ONZOLA era lì! Indossava occhialini di protezione e stava assistendo all’esperimento che stavano facendo due Toposcienziati!

Una piccolissima pepita e un piccolissimo diamante si trovavano sotto il raggio incrociato di due potenti luci, una gialla e una blu che mischiandosi crearono una luce verde abbagliante che trasformò gli oggetti preziosi in una pepitona e un diamantone!!!!!

Un brivido mi percorse la spina dorsale: quel perfido ratto di fogna aveva scoperto il modo per fare in maniera illegale un sacco di bigliettoni.

Quel roditore con la faccia bucherellata faceva l’attore solo per copertura, stava distruggendo la meravigliosa foresta oscura solo per i suoi loschi affari.

La mattina successiva raccontai tutto a Tenebrosa e decidemmo di organizzare un piano per bloccare quel topaccio di GORG ‘ONZOLA.

Durante le riprese del film “IL RATTOCISTA”, mi finsi truccatore e Tenebrosa, in un momento di  pausa disse al suo collega attore: “Devi rifarti il trucco, sei bianchiccio come una mozzarellina”. Lui, vanitoso come un pavone corse in camerino urlando “TRUCCOOOOOOO!”.

Io fui pronto ad aspettarlo e con del cotone imbevuto di un potente sonnifero, lo addormentai. ZzzzzzzzzZzzzzzz

Io e Tenebrosa lo trasportammo fino al vicino comando di polizia e lì, al suo risveglio insieme al Commissario lo facemmo confessare.

La polizia liberò tutti i poveri topi resi schiavi, arrestò i toposcienziati e sequestrò i raggi magici.

Una cosa era rimasta in sospeso, salvare la Foresta Oscura. Un’idea  balzò nella mia testa formaggiosa!!!!!

Prima della carcerazione, GORG ‘ONZOLA doveva rimettere le cose al loro posto.

Dopo aver ripristinato il sottosuolo, gli misi gli occhialini di protezione e gli feci usare il raggio giallo e raggio blu per trasformare piccoli alberelli in enormi e bellissimi alberi da foresta. Per sicurezza decidemmo di distruggere i raggi per paura che qualche altro mascalzone potesse usarli.

Finalmente a Lugubria tornò la normalità, agli Horrywood Studios trovarono un altro attore per terminare le riprese, Tenebrosa vinse l’Oscar come la migliore protagonista del Film Horror dell’anno.

Sono topolosamente certo che da questa brutta avventura GORG ‘ONZOLA di sicuro ha compreso quanto la foresta sia una risorsa a cui non si deve rinunciare.

Fu quindi  assegnato ai lavori forzati come giardiniere del carcere e ancora oggi la sua mansione principale è quella di piantare alberi!!!!!

 

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AHI AHI AHI E’ FINITA L’ENERGIA

Classe 3^ G

Quella notte mi svegliai all’improvviso:glom,faceva così caldo che mi sentivo più fuso di una fonduta al gorgonzola… Perchè il ventilatore aveva smesso di funzionare?!

Provai ad avviarlo di nuovo… Ma non ci riuscii.

Schiacciai l’interruttore per accendere la luce… Ma rimase spenta.

Raggiunsi a tentoni la finestra per spalancarla… e mi accorsi che l’intera via era così buia che non si distingueva un ratto da un gatto. I lampioni erano tutti spenti!

Per mille mozzarelle… doveva essere accaduto qualcosa alla centrale di Topazia!

Il mattino seguente l’elettricità non era ancora tornata,così chiesi aiuto al mio amico investigatore Ficcanaso Squitt e a suo cugino,l’inventore Ficcagenio:scoprimmo che il gran caldo aveva spinto tutti gli abitanti di Topazia ad accendere condizionatori e ventilatori alla massima potenza, prosciugando l’energia della centrale. Che cosa potevamo inventarci per risolvere la situazione?

-Andiamo a controllare alla centrale energetica,questa situazione mi puzza di gorgonzola. Mi sto letteralmente squagliando dal caldo- disse Ficcanaso.

-Giusto! Qualcosa deve esser successo, meglio vederci chiaro-rispose Ficcagenio

-Guido io!- intervenni.

Allora con la mia auto ci avviammo verso la centrale cercando di indagare sulla situazione.

-Ahi ahi ahi! È tutto completamente spento,non sento neanche una tv accesa!- disse l’inventore.

-Guarda,lì c’è mio cugino Trappola! Ehi come va? Stai vedendo che succede?- chiesi io dal finestrino.

E mio cugino rispose molto arrabbiato:-Lasciamo perdere Geronimo! Non riesco neanche a vedere il telegiornale stamattina. E poi fa così caldo, aff aff… E i ventilatori non si accendono- ansimò.

-Ti capisco,ehi,perchè non salti su? Stiamo proprio andando ad indagare alla centrale- gli chiesi,

-Si, però lasciate aperto il finestrino- rispose affaticato.

Così accogliemmo Trappola per la missione. Arrivati, il mio amico Ficcanaso scoprì che usciva del fumo nero dal camino della centrale, sappiamo no? Quello che espelle i residui tossici.

-Che odoraccio!- disse Trappola, sorpreso dall’odore puzzolente che usciva da quel luogo.

-Ma quanto petrolio o carbone hanno usato qua dentro!-

E tutti,compreso io,rimanemmo stupiti da quella situazione.

Poi tutti e quattro scendemmo e sentimmo un caldo ancora più insopportabile, da fondere il parmigiano!

-Ragazzi, credo che la colpa non sia della centrale,ma nostra!- esclamò nauseato Trappola.

-Hai ragione ragazzo- disse Ficcanaso-in questa storia c’entriamo proprio noi-

-Non capisco! Io sono sempre stato rispettoso dell’ambiente- obiettai io.

-Amico, ci sono persone rispettose e non rispettose,ma alla fine dobbiamo contribuire tutti quanti- disse Ficcagenio.

-A cosa?-chiesi io.

-A rendere questo mondo un posto migliore- rispose l’ inventore – Non vedi questo sfruttare continuamente petrolio, inquinare l’aria, questo continuo consumo energetico? Stiamo rovinando tutto ciò che madre natura ha creato- concluse tristemente.

E allora tutti,capito il problema, rientrammo in macchina e tornammo a casa. Nessuno fiatò,solo silenzio da far tremare i baffi. Che cosa avevamo combinato noi topi e uomini,come potevamo migliorare la situazione?Tornati a casa l’elettricità non era ancora ritornata, le lampadine non erano in  funzione, il formaggio in frigo era ormai marcio, la tv spenta… si erano spenti anche i ventilatori! Faceva caldo e si respirava ormai in città con le mascherine per quel gas nauseante. Ma proprio in quella situazione mi venne in mente un’idea davvero brillante… Perché non organizzare una competizione tra inventori per costruire un macchinario che rispettasse questo mondo?

Allora corsi da Ficcanaso e Ficcagenio per presentare la mia favolosa idea. Avrebbero partecipato un paio di competenti in materia e noi saremmo stati i giudici e avremmo deciso quattro vincitori. Sapevo cosa fare e ne parlai con i miei amici.

-Ma è fantastico! Così si che possiamo salvare l’ambiente- esultò Ficcanaso.

-Sì, ci riusciremo, però ovviamente il vincitore dovrà ricevere un premio-aggiunse Trappola,che anche stava lì.

-Nessun problema amici,il comune di Topazia ci aiuterà in questa idea- rispose sicuro Ficcagenio.

-Bene,allora andiamo a cercare i partecipanti- disse Trappola.

-Ma chi?- chiesi io.

-Appendiamo dei volantini in giro per la città, con scritto ‘Salvare il pianeta’. Ehi,che ne pensate?- chiese Ficcanaso.

-Sì, sono d’accordo- disse Ficcagenio

-Anche io,però voglio presentare lo show!- disse mio cugino.

-Va bene ,andiamo a diffondere e a distribuire questi volantini però ora- soggiunsi io. E così tutti d’accordo girammo per Topazia attaccando e distribuendo i manifesti.

Sui volantini c’era scritto”Salviamo il pianeta da tanti problemi”, e si annunciava la gara di invenzioni e il numero a cui rivolgersi per partecipare. La gara era fissata per le 19.00 di sabato 3 novembre.

Eravamo sicuri di quello che stavamo facendo. Avremmo scelto quattro invenzioni da mettere in atto per la città. La competizione si sarebbe dovuta svolgere al Teatro di Topazia con il giudice che sarebbe stato lo stesso pubblico che avrebbe votato l’invenzione migliore. Era tutto pronto e preparato e tra il pubblico a votare c’eravamo anche noi. Io, non avrei partecipato,non mi intendevo molto di queste cose e davanti al pubblico mi tremano i baffi!

Ormai si era fatto tardi ed ero stanco e dovevo essere pronto per la giornata seguente,così andai a dormire.

La mattina seguente,mi chiamò Ficcagenio sorpreso:

-Geronimo! Ma lo sai quante persone hanno chiesto di partecipare? Tantissime! Circa una ventina di grandi inventori! Fantastico no?

Io risposi sconvolto:Davvero!? Stratopico! Meglio, così veramente possiamo salvare questo mondo!

Anche Ficcanaso era contento. Eravamo tutti soddisfatti.

Dovevamo aspettare solo che arrivassero le 19 e poi tutto sarebbe andato per il verso giusto.

Verso mezzogiorno,così andammo al Teatro per i preparativi.

Mentre stavamo lì arrivò anche Tea, mia sorella. Anche lei sorrideva.

-Bravi – si complimentò – avete fatto davvero un bel lavoro-.

-Grazie- risposi,-allora a stasera!- continuai.

-Sì – disse -farò parte del pubblico e voterò il vincitore-.

Verso le diciotto finimmo tutti i lavori. Mancava solo un’ora e avremmo aperto il concorso. Ci accorgemmo che tutti i cittadini di Topazia avevano risposto all’evento. I partecipanti presentarono le loro invenzioni,gli inventori,erano solo 10, gli altri che volavano partecipare si unirono al pubblico.

Mio cugino Trappola, diede il via alla gara.

-Topastri e topastre benvenuti alla gara di invenzioni del progetto “Salvare il pianeta” ideato da Geronimo Stilton!-urlò- Allora voi pubblico voterete quattro inventori che con le loro invenzioni dovranno salvare questo mondo-spiegò.

Dunque cominciò la competizione.

Sul palco arrivo un topo anziano che presentò la prima invenzione della serata.

-Questo è il mio mulino sottomarino, ovviamente questo è solo un modellino quello reale è più grande.

L’elica ruota sfruttando le forti correnti oceaniche e può produrre una gran quantità di elettricità. Tutto senza combustibili fossili.-

-Uhm mi sembra un’ottima invenzione- disse Trappola,e il pubblico applaudì soddisfatto.

La serata continuò e si arrivò alla quarta invenzione.

-Io sono Giorgino, oggi vi presento la mia ultima invenzione- disse il topo con un altro modellino- la torre solare,una torre che acquistando calore attraverso pannelli solari produce molta energia elettrica-.

-Però non male!-disse Trappola- Un applauso a Giorgino- e il pubblico replicò ,compreso io.

Poi venne un altro topo, molto giovane.

-Ciao a tutti,oggi vi presenterò un apparecchio eccezionale per ricordarvi di spegnere la luce prima di uscire da una stanza-disse il topo-funziona così, guardate,io schiaccio questo pulsante e automaticamente si attiva un messaggio sul vostro cellulare che vi ricorda di spegnere la lampadina in modo da ridurre il consumo di elettricità-concluse il giovane inventore.

-Wow,che invenzione stratopica! Un grande applauso a questo ingegnoso topo!- e il pubblico,che apprezzò molto l’invenzione, sprigionò soddisfatto un grande applauso.

Eravamo tutti contenti,la gara procedeva a gonfie vele.

Poi si presentò sul palco un altro topo.

-Buonasera caro pubblico, io sono Ettorino, vi presento un formidabile macchinario capace di trasformare il suono,persino un urlo,in energia elettrica- disse il topo, che azionò un giradischi vicino a uno strano microfono-Vedete? Questo particolare microfono cattura l’onda sonora provocata dallo strillo e facendo muovere l’alternatore attiva il ventilatore che ho attaccato con un cavo.

Noi e gli altri topi seduti nei vari posti rimanemmo stupiti dall’invenzione di questo ingegnoso inventore. – Mmh, un’altra invenzione importante per ridurre l’utilizzo di combustibili fossili – aggiunse Trappola-.

Il pubblico applaudì soddisfatto. Vennero presentate altri due macchinari, ma non ci entusiasmarono.

Arrivò il momento della premiazione e poi del mio discorso. Noi pubblico scegliemmo tutte e quattro le invenzioni: il mulino sottomarino,la torre solare,quella di ettorino e quella che serviva a farci ricordare di spegnere la luce. I quattro vincitori vennero premiati con una coccarda con su scritto ‘salviamo l’ambiente’ e un’enorme cassa di formaggio, gli altri con un attestato di partecipazione.

Il sindaco chiamò sul palco me, Ficcanaso e Ficcagenio a fare il discorso finale:

-Grazie grazie,tutta questa cosa era per farvi capire cari amici e cittadini quanto sia importante l’ambiente e che dobbiamo trattarlo con cura, facendo varie azioni utili per la società, tipo spegnere la luce o ridurre l’utilizzo di petrolio o carbone. Quindi grazie a tutti e buona serata!-

Il pubblico ci acclamò e fiduciosi e soddisfatti tornammo a casa.

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UN PIPISTRELLO PER AMICO

Classe 3^ I

 

Driin! Driin! Driiin!

Glom, chi mi telefonava a mezzanotte in punto?!

Appena risposi, una voce che conoscevo bene mi strillò nelle orecchie:- Forza, Ciccetto, basta poltrire! Muoviti: ti aspetto a Casteleteschio fra un’ora!

-Comecomecome?! UN’ORA?!- protestai io, ma la mia (quasi) fidanzata Tenebrosa Tenebrax aveva già riattaccato!

Non mi rimaneva altro da fare che precipitarmi al castello dei Tenebrax, dove Tenebrosa mi aspettava per… organizzare una festa?!

Non si trattava di una festa qualsiasi: serviva per sostenere una campagna per far conoscere meglio e rispettare un animaletto tenero, molto tenero, anzi tenerissimo… ma vulnerabile, che aveva bisogno di aiuto per evitare il rischio di estinzione!

Visto che amo moltissimo la natura, accettai subito di collaborare…ma qual era l’animale da salvare? Forse la volpe artica? Il panda gigante?? O magari la balenottera azzurra??

Tenbrosa mi accompagnò nel ricovero di animali di Castelteschio, dove mi presentò Igor, una…nottola gigante. Glom, che fifa felina!!!

Stavo per scappare a zampe levate da quel pipistrellone, ma Tenebrosa mi ha trattenuto, dicendo che non c’era niente da temere…anzi, i pipistrelli sono animali utilissimi!

Così, mi impegnai a conoscere meglio Igor e ad aiutarlo, superando tutti gli imprevisti della festa!

Qualcuno, infatti, aveva intenzione di metterci i bastoni fra le ruote…

La maggior parte degli invitati era formata da rappresentanti di associazioni per la salvaguardia degli animali ormai a rischio estinzione.

Tra i vari topi uno mi colpì particolarmente.

Indossava vestiti davvero eleganti e sembrava una tipo furbo, molto furbo, furbo quasi come mio cugino Trappola. A proposito vi starete chiedendo che fine abbia fatto. Beh, non ha potuto partecipare alla festa poiché occupato in una fiera del formaggio di Topazia, ovviamente come degustatore. La serata, nonostante tutto, proseguì bene, io e Igor legammo molto, mi sbagliavo sul suo conto, è davvero come Tenebrosa me lo descriveva, tenero ma vulnerabile. Quando la festa cominciò a scaldarsi con balli topeschi di tutti i tipi io, come ben potete immaginare cercai in tutti i modi di squagliarmela e decisi di fare una passeggiata con il mio amico pipistrello. Camminammo avanti, dietro e intorno al castello per varie volte, finché non sentì un odorino davvero invitante: trovai, infatti, una fetta di torta al formaggio su una piccola pietra. Lasciai Igor per pochi attimi e mi diressi verso quella piccola grande felicità che solo un vero topo può capire. L’annusai  per bene e cominciai ad assaporarla quando sentii le urla della mia (quasi) fidanzata tenebrosa, altrettanto tenebrose.

«Ciccetto, hai per caso visto Igor?»

«Si, è qui con me» affermai voltandomi.

Ma, aspettate! Come! Non era possibile: Igor era scomparso.

Per mille mozzarelle!

Dovetti abbandonare al suolo la fetta di torta e, seguito dalle urla di tenebrosa, cominciai a cercarlo ovunque, senza però ottenere risultati.

Come era potuto accadere, a un topo attento quale sono, una cosa simile? No, appunto, non poteva accadere. Ad interrompere i miei pensieri fu il rumore di una caduta. Vidi un ombra alzarsi velocemente e scomparire nel buio. Qualcosa non quadrava. Mi avvicinai al luogo dell’accaduto e notai due principali  indizi: l’orma di una scarpa molto grande che odorava di formaggio e quindi chiaramente appartenente a un topo e un pezzo di stoffa di una cravatta. E se Igor fosse stato rapito? Stava a me scoprirlo. Tornammo indietro e cominciai a prestare attenzione ad ogni minimo dettaglio e, ovviamente, anche al banchetto presente.

Lo stesso topo con aria furba che all’inizio della serata mi osservava era appena uscito dal bagno.

Ben presto mi accorsi della foglia presente sotto la sua scarpa e della grandezza di quest’ultima e capii tutto. Inoltre si vedeva chiaramente che un pezzo di cravatta era stato appena ricucito. Tutto tornava. Ma prima di smascherarlo volevo aspettare di comprendere il movente e soprattutto di capire dove Igor si fosse cacciato. Passò mezz’ora e vidi quel gran topo allontanarsi.

Senza esitare spiegai la situazione a Tenebrosa e lo seguii. Mi ritrovai in un piccolo sgabuzzino abbandonato. Lui era impegnato al telefono e ne approfittai per uscire di nascosto e aprire la piccola gabbia che era presente su uno scaffale. Fortunatamente trovai il mio amico pipistrello e lo riportai nel salone dove si svolgeva la festa, ma non prima di  aver attentamente ascoltato la telefonata in cui il topo beffardo spiegava i suoi piani a un amico.

Dopo poco anch’egli ritorno e subito si accorse della presenza di Igor. Con sguardo di sfida mi squadrò attentamente e io, topo fiero come sono, approfittai del momento per attirare l’attenzione di tutti gli invitati, Tenebrosa compresa. <<Amici topi>> dissi schiarendomi la voce: «Tutti noi siamo qui per delle buone cause, ma a quanto pare c’è qualcuno» continuo indicando quel gran buffone «che è qui per altri scopi. Questo signore ha rapito Igor e voleva liberarsene per fare in modo che la sua associazione fosse la più famosa. Evidentemente temeva il confronto con la nostra mascotte». Alle mie parole i topi spalancarono la bocca e tutti dopo aver buttato via con modi non proprio garbati il truffatore, mi ringraziarono. In particolare Tenebrosa, che mi riempì di bacetti, dimenticandosi di non essere ancora la mia fidanzata ufficiale: «Bel lavoro Ciccetto» mi disse soddisfatta. «Non finisce qui» furono le ultime parole che sentii pronunciare da quel topo. Riguardo al mio amico pipistrello, beh, è davvero un animaletto speciale e da proteggere con l’impegno di tutti!!! Il giorno dopo, appena mi svegliai feci la mia solita colazione a base di latte e biscotti rigorosamente al formaggio.

Quando mi stavo accingendo a sciacquare i denti, diedi un’occhiata all’orologio e mi accorsi che era tardi anzi tardissimo!

Mi precipitai verso il bagno e mi lavai i denti ma con il sapone al posto del dentifricio.

Sputai il sapone per tutto il bagno e mi strofinai sulla lingua uno spazzolone per mandare via il saporaccio, tralasciando il fatto che lo spazzolone era quello del water, riuscì a finalmente a essere pronto velocemente.

Essendo in ritardo mi diressi frettolosamente verso il mio garage dove custodisco la mia amata bicicletta.

Una volta uscito da casa procedetti verso il mio ufficio.

Durante il tragitto notai che numerosi topi si stavano impegnando nella tutela della nottola.

Passando nel quartiere della moda notai che una topa stava vendendo un nuovo tipo di tessuto atossico per le nottole. Nonostante il ritardo mi fermai a congratularmi con lei, ma venni stordito da un topo che stava gridando a squarciagola con il megafono.  Era Trappola. «Dona anche tu un euro all’ospedale veterinario TOPO ANIMALE». Anche se molto seccato dalle sue solite “delicate maniere” ringraziai anche lui. Ripresi il discorso con la topa dalla quale come segno di ringraziamento comprai un cappello fatto di questo nuovo tessuto.

Proseguendo verso la sede del mio giornale vidi Glitter de Gattirdis ,del re dei gatti, che stava attaccando manifesti che raffiguravano un messaggio che recitava SE VEDI UNA NOTTOLA FERITA CHIAMA IL NUMERO SOTTOSTANTE. Sorpreso dal comportamento di Glitter la ringraziai dicendole che avevamo bisogno dell’aiuto di tutti.

Arrivato all’Eco del Roditore controllai la mia casella di posta dove trovai una lettera da parte di Robert Topaco, il presidente dell’associazione“Salviamo gli Animali”. Onorato di ricevere una lettera da un personaggio così importante la lessi con molta emozione.

La lettera diceva:

Egregio Geronimo Stilton,

le volevo comunicare che le assegneremo per il suo comportamento “animalmente” corretto un premio come “Miglior animalista dell’anno”.

Le faccio anticipatamente le mie più sentite congratulazioni.

Cordiali saluti,

Robert Topaco

Quando finii di leggere la lettera mi asciugai le lacrime con la mia cravatta essendo emozionato e per concludere nel migliore dei modi questa avventura scrissi immediatamente un ulteriore articolo scientifico sulle nottole per ringraziare il signor Topaco e per dare ai miei concittadini ulteriori informazione per salvaguardare le nottole.

Vidi che tutta la città stava collaborando alla salvaguardia delle nottole, insomma, ce l’avevamo fatta per un battito di ali!