CRONACA

Infiltrato in una chat di minori, paura in una scuola media

di Marco Aprea, Camilla Vicinanza, Sara Ferrandes e Noemi Masci classe 2C

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Una ragazza di seconda media ha segnalato una molestia avvenuta sulla chat di una scuola media di Latina, indaga la Polizia Postale. Un gruppo di ragazzi aveva creato indipendentemente dalla scuola, una chat Whatsapp con oltre cento partecipanti. Purtroppo tra questi si è intrufolato anche un adulto che ha iniziato ad inviare foto poco consone a tutto il gruppo, per poi passare ad importunare le singole giovani. Subito alcuni genitori hanno denunciato tutto alla Polizia Postale, la quale ha avviato delle indagini. I dialoghi dello sconosciuto iniziavano con “hey, ciao, hai capito chi sono? Ho cambiato numero, posso farti un indovinello?” E la chat continuava poi con messaggi inappropriati mandati a tante altre ragazze. Ovviamente queste azioni sono state denunciate alla Polizia Postale di Latina. Di questo sconosciuto per ora non si sa ancora niente. Si ritorna però a parlare di social network e minori e di quanto questo equilibrio possa rompersi con facilità: certo è infatti che le famiglie non devono mai abbassare la guardia e controllare di più il telefono dei loro figli.

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Uno studente mangia un’opera d’arte

BANANA
di Francesco Ullicci 3E
Il 27 aprile scorso, al museo di arte di Seul, uno studente di arte sudcoreano ha mangiato la banana della famosa opera d’arte di Maurizio Cattelan.
L’opera è intitolata Comedian e consiste in una banana attaccata al muro del museo con un nastro adesivo. Dopo aver mangiato la banana ha attaccato la buccia sullo stesso muro con nastro adesivo. Questa scena è stata ripresa da un amico dello studente. I dipendenti del Museo
sono intervenuti immediatamente attaccando un’altra banana sul muro. Hanno inoltre riferito che non
chiederanno un risarcimento per i danni al ragazzo visto che la banana viene sostituita ogni due/tre giorni. Infatti era già capitato in passato che la banana di Cattelan venisse mangiata: nel 2019 l’artista David Datuna all’Art Basel di Miami tolse la banana dal muro e la mangiò. Anche
in quel caso l’uomo non fu denunciato perché come spiegò il direttore del museo “il valore dell’opera è nell’idea”.
Quando allo studente coreano è stato chiesto il motivo della sua azione, egli ha risposto che aveva compiuto quel gesto perchè aveva fame dato che quella mattina aveva saltato la colazione.
In un secondo momento ha riferito ai giornali di aver interpretato l’opera di Cattelan come un segno di ribellione. Anche il suo gesto di mangiare l’opera
d’arte doveva essere interpretato quindi come un segno di
ribellione.

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PUBBLICO DI SANREMO TURBATO DAL GESTO DI BLANCO

di GIULIA BISBANO 3°E

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Durante la prima serata del Festival di Sanremo, il 7 febbraio, dopo essersi esibito con Mahmood, Blanco è tornato sul palco per presentare il suo nuovo singolo “L’Isola delle Rose”, ma qualcosa è andato storto e, in preda alla rabbia, ha distrutto la scenografia che lo circondava. Il giovane cantante italiano Riccardo Fabbriconi, in arte Blanco, vincitore della scorsa edizione del Festival, anche quest’anno è tornato sul palco dell’Ariston, la prima volta con Mahmood e la seconda da solo cantando “L’Isola delle Rose”. Durante quest’ultima, a causa di problemi audio, Blanco ha smesso di cantare e ha iniziato a calciare e distruggere tutte le rose che erano state posizionate sul palco per fare da scenografia alla sua canzone. Amadeus, il presentatore, è intervenuto per calmare il pubblico che aveva reagito malissimo a questo gesto e far tranquillizzare il cantante che si è giustificato dicendo:
“Mi sono arrabbiato perché non sentivo la voce e non potevo cantare. La musica è così, bisogna sapersi divertire e io l’ho
fatto perché mi volevo divertire.” parole che hanno solo peggiorato la situazione. A pulire il palco è poi arrivato Gianni Morandi, il co-conduttore del festival, dimostrando che serve sempre qualche adulto per rimediare agli errori dei giovani.
In seguito, il cantante ha ricevuto anche una denuncia da parte del Codacons, associazione per la difesa dell’ambiente, per risarcire la RAI e per rispondere ai reati di danneggiamento e istigazione alla violenza. Questo gesto irrispettoso ha generato molte teorie sul perché di questa azione. Molti credono che si sia trattata solo di una messa in scena organizzata per far parlare, alcuni suppongono che sia stato semplicemente un gesto che ha mostrato l’immaturità e l’inciviltà del cantante nei confronti del pubblico e di coloro che avevano allestito il palco, altri giustificano questo gesto dicendo che anche nella clip della sua canzone Blanco distrugge delle rose. Io penso che, se questo gesto sia stato organizzato o meno, è stato comunque un bruttissimo esempio che Blanco ha mandato a tutti i suoi fans, ossia che ci si diverte spaccando tutto e vanificando il lavoro altrui.
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Violento terremoto in Turchia e in Siria

di Aurora Giachi 3^ E

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La notte tra il 05 e il 06 Febbraio 2023 si è verificato un violento terremoto nel territorio compreso tra la Turchia e la Siria.
Questo evento, che ha interessato la regione meridionale della Turchia e la regione settentrionale della Siria, ha generato diverse scosse tra cui ne spiccano due con magnitudo maggiore di 7,0.
La prima scossa, con magnitudo di 7,8 Mww, si è verificata con un ipocentro di 17,9 Km di profondità ed un epicentro di 34 Km dalla città turca di Gaziantep alle 4:17. La seconda scossa, con magnitudo di 7,5 Mww ed epicentro a 4 Km dalla città di Ekinozu, si è verificata alle 13:24 (nove ore dopo la prima) ed ha colpito maggiormente la zona della provincia di Kahramanmaras.
Le principali due scosse hanno causato dei danni di minore gravità agli edifici del Libano, Israele e di Cipro; inoltre, sono state avvertite in altri paesi geograficamente vicini ma non confinanti, come l’Armenia e l’Iraq.
Il sisma è stato particolarmente dannoso in Turchia, provocando crepe sulle piste di atterraggio degli aerei, determinandone la chiusura; inoltre nel porto di Iskenderun si è sviluppato un incendio causato presumibilmente da materiali infiammabili presenti
in alcuni container. In Siria, invece, ha reso ancor più grave la già delicata situazione andando a colpire regioni abitate da profughi, fuggiti da un conflitto e provocando danni alla città di Aleppo, già allo stremo a causa della guerra civile.
In entrambi i Paesi sono stati registrati numerosi crolli di edifici tant’è che la procura turca ha avviato scrupolose indagini sui cedimenti delle strutture, emettendo circa 110 mandati di arresto nei confronti di costruttori, ritenendoli responsabili di
violazioni delle normative edilizie del Paese. Sono stati registrati oltre 41.000 morti di cui 38.044 in Turchia e 3.688 in Siria.
Io penso che questo evento abbia stravolto la vita turca e siriana.
Inoltre, noi che ne abbiamo la possibilità dovremmo aiutare coloro a cui il terremoto
ha recato maggiori danni donando i beni primari necessari come vestiti e alimenti.

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Putin inarrestabile… Terza guerra mondiale?

Attacco all’Ucraina: Putin bombarda le città.

Ucraina

di Chiara Cipolla 3D

L’offensiva della Russia comincia alle cinque del mattino del 24 Febbraio con 200 colpi: è guerra!
L’Ucraina viene attaccata su tre fronti da nord, da est e via mare. Un’aggressione gravissima quella di Putin contro il servitore del popolo Volodymyr Zelenskyj. Un’invasione che ci riporta ai giorni più bui della nostra storia europea.
MA PERCHÈ QUESTA GUERRA ASSURDA?
Tra le cause del conflitto la presenza dell’Unione Europea e degli Usa in Europa orientale e il timore di un ingresso di Kiev nella NATO. Putin aveva minacciato guerra nel caso in cui l’occidente non si
fosse ritirato e così la notte tra il 23 e il 24 attacca l’Ucraina. Putin parla ai soldati ucraini e li incita a prendere il potere perché secondo lui sono governati da una banda di neonazisti e drogati. Invece diventa il mandante di una guerra fratricida senza precedenti. I russi attaccano senza pietà, nei giorni successivi, Kiev, la capitale con i missili e con le bombe a grappolo. La gente si idrata e si lava con la neve che intanto scende inesorabile. Le truppe di Mosca controllano tutta la fascia orientale puntando anche su Odessa sul Mar Nero. Ma il popolo ucraino resiste e combatte, non vuole arrendersi ai missili di Mosca.
IL DRAMMA DEI PROFUGHI
Gli abitanti sono distrutti, hanno perso le case e le loro famiglie ma la forza ce l’hanno ancora e la utilizzano per resistere e per restare. I confini dell’Ucraina sono diventati per i profughi una porta per la fuga verso l’Europa, un flusso inarrestabile verso la Polonia, la Romania, la Germania e l’Italia. Purtroppo in questo esodo senza fine ci sono sempre scene tristi di sofferenza umana e devastazione. C’è sempre un velo di tristezza e terrore negli occhi di chi fugge. A volte, qualcuno, perde anche la vita come è
accaduto a una mamma con due bambini colpiti tutti e tre dalle bombe: un dolore che lacera il cuore di tutti! A Leopoli è stato colpito con le bombe un ospedale dove erano ricoverati delle mamme con i loro bimbi piccoli, che hanno quasi tutti perso la vita. Questo è un crimine contro l’umanità. Qualche giorno fa tra i recenti obiettivi delle truppe russe ci sono state: la città di Odessa sul Mar Nero e le centrali nucleari ucraine come quella di Zaporizhzhia assaltata il 4 Marzo.
LE SANZIONI COME RISPOSTA ALL’AGGRESSIONE
Dopo dodici giorni di guerra, Zelenesky parla di omicidio premeditato: “Non perdoneremo, non dimenticheremo”, afferma nella disperazione. In risposta alle azioni militari del governo russo, Stati Uniti ed Unione Europea stanno percorrendo la strada delle sanzioni economiche evitando l’intervento della NATO e nel tentativo di scongiurare una “Terza Guerra Mondiale”.
ECCO COS’È LA GUERRA
Una guerra tra fratelli, così come la guerra in genere, porta solo distruzione, disperazione, dolore e miseria. Non si può non provare dolore ed orrore di fronte a tanto massacro, a tanta inutile violenza, a tanti morti e sofferenti, ad una strage che sembra non voglia finire. Molti Ucraini hanno perso tutto: le case, gli affetti, il lavoro. Portano con sé solo i loro vestiti, il ricordo di ciò che hanno perso e
di una vita normale. La guerra ci toglie la libertà, il diritto allo studio, le persone care, la vita e non ci lascia scelta. Ogni guerra è sempre una sconfitta per tutti poiché uccide i sogni.
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La guerra tra Russia – Ucraina: tutto quello che c’è da sapere

di Valerio Ferrarini

Guerra

Le tensioni tra Ucraina e Russia hanno una lunga storia. Sono iniziate con il crollo dell’Unione Sovietica, quando nel 1991 l’Ucraina ha scelto l’indipendenza da Mosca. Nel 2014 Putin ha deciso di proclamare la
Crimea un territorio russo. Il governo ucraino si ribellò e Putin decise di inviare truppe nei territori nemici per occuparlo. L’Ucraina oggi è una nazione indipendente che vorrebbe entrare a far parte nell’Unione
Europea, ma questo obbiettivo va contro gli interessi russi che vorrebbero che i territori ucraini tornassero a far parte dell’URSS.
Quindi il conflitto ha inizio il 24 Febbraio 2022. I russi invadono al mattino presto le regioni di Luhansk, Chernihiv e Kharkiv da est e attaccano i porti di Odessa e Mariupol. La capitale ucraina, Kiev, è colpita dai missili, che sono diretti contro basi militari. Subito dopo vengono applicate le prime sanzioni alle
banche russe da parte dei paesi europei che provocano il collasso del mercato azionario di Mosca.
L’aumento del costo del gas e della benzina Il prezzo del gas è aumentato, con lo scoppio di questa guerra perché l’Italia compra più del 40% di questa materia prima dalla Russia. Secondo
me, per risolvere questo problema il governo italiano dovrebbe rifornirsi da vari paesi del mondo e non solo dalla Russia. In questo modo non sarebbe mai esistita l’attuale crisi. Anche il prezzo della benzina è alle “stelle” superando i tre euro al litro e questo sta causando il blocco dei rifornimenti. Il trasporto su gomma è diventato troppo costoso.
Il problema dei profughi.
Per sfuggire alla guerra, più di un milione di cittadini ucraini sono scappati dai loro territori. Molti di loro sono andati in Polonia e altri nei paesi europei. Oggi numerose associazioni sono nate per aiutare i rifugiati della guerra per offrire cibo, medicinali, assistenza. Io penso che ai giorni d’oggi non si dovrebbe più parlare di guerra e pensare che sia giusto uccidere centinaia di persone per ottenere territori e vantaggi economici.
Da cittadino italiano, abituato a vivere in un paese democratico, che “ripudia la guerra come strumento di offesa” (articolo 11 della nostra Costituzione), l’invasione della Russia rappresenta qualcosa di molto
difficile da comprendere e da accettare.
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SITUAZIONE UCRAINA RUSSIA

Intervista a Yan Lovga, un ragazzo ucraino.

di Beatrice Giannini 2^H
Guerra4
Salve signor Lovga, ci dica, com’era la situazione tra Ucraina e Russia
prima?
Salve, prima della prima guerra mondiale Ucraina e Russia erano un unico territorio, e quando arrivò la guerra il popolo russo andò nella attuale Ucraina, formando un nuovo stato che divenne poi indipendente.
Putin conquistò la Crimea illegalmente, vero? E se è così, perché?
Esattamente, il presidente russo conquistò nel 2015 la Crimea, che gli è molto utile in inverno, infatti in Russia si raggiungono anche i – 20 gradi, e molti porti diventano così inagibili, quel territorio invece aiuta molto gli scambi commerciali.
E Putin voleva arrivare alla guerra?
Lui disse in un incontro con i servizi segreti che non voleva arrivare alla guerra, e quasi li obbligò a cedere le regioni di Lugansk e Donetsk; ma poi l’Ucraina venne rifornita di armi da Nato e America, così il presidente russo, sentendosi minacciato, bombardò in punti strategici, (aeroporti e ponti) così da evitare l’importazione di ulteriori armi.
Quali sono le principali cause di questa bruttissima guerra, signor Lovga?
Le cause sono ovviamente molteplici, anche in campo economico, ma una motivazione certa è la protezione degli ucraini filorussi e la smilitarizzazione del Paese che Putin vorrebbe neutrale e fuori
dall’orbita dell’Europa occidentale.
E la popolazione come sta reagendo alla guerra?
Donne e bambini stanno cercando di fuggire verso altri paesi, specialmente verso i confini, lasciando le proprie case e animali, senza sapere se rivedranno mai le loro vecchie abitazioni. Gli uomini però sono costretti a restare, perché sono obbligati ad arruolarsi per combattere.
Grazie per le informazioni signor Lovga!
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GUERRA IN UCRAINA: INTERVISTA A DUE PENSIONATI UCRAINI, KATERINA E IGO

di Daniele Pisterzi, Gabriele Ghirotto e Bruno Chiari 3^H

Proifughi

Dove vi trovavate allo scoppio della guerra?

“Si parlava di una Cuerra da molto, perciò anche se non ci credevamo per sicurezza siamo scappati da Kiev alla nostra Seconda casa in un paese di campagna. Avevamo un brutto presentimento.”

Come avete saputo la notizia dello scoppio della guerra essendo in un altra città?

“Ci siamo svegliati la notte alle 4 o 5 per vedere l orario e ho saputo la notizia tramite una notifica. Ho subito chiamato mia figlia, ma essendo notte il suo cellulare era spento.”

 Come vi siete sentiti?

“Tremavo e piangevo, sapevo fosse una notizia vera, non potevo fingere andasse tutto bene.”

 Quale è stata la cosa più importante alla quale avete pensato?

“Al restare vivi, alla sopravvivenza, e a tutte le persone e parenti che ho a kiev.”

Cosa avete fatto per proteggervi o per sentirvi protetti?

“In caso di bombardamento, abbiamo messo nel nostro sotterraneo acqua, cibo e vestiti caldi, ma se fosse caduta una bomba sulla nostra casa, non saremmo riusciti a uscire dal sotterraneo, saremmo rimasti bloccati.”

 La guerra si è espansa anche nella vostra cittadina di campagna?

“Sono uscita fuori, c’era un elicottero che stava cosi vicino alla nostra casa che mi si sono attappate le orecchie dal frastuono, ero terrorizzata perché pensavo sarebbe atterrato di fronte la nostra casa per far scendere le truppe russe, mio marito è andato a fare delle bombe molotov per sopravvivere. Alla fine per fortuna non è più atterrato e se ne è andato, sono stati attimi di terrore, ho pensato che saremmo morti.”

Perché pensate sia colpa di Putin?

“Questa guerra era già programmata, l’Ucraina è sempre stata sotto la Russia, e da quando Zelensky si è ribellato, Putin ha attaccato l’Ucraina. L’Ucraina è uno stato indipendente dal 91’, quel Pazzo di Putin è dal 2014 che cerca di rifondare l’Unione Sovietica.”

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LO SCONTRO TRA LA RUSSIA E L’UCRAINA QUANDO E’ INIZIATA L’INVASIONE DELL’UCRAINA E PERCHE’

di Alessandro Bevacqua 3^D 

Guerra 2

Il 24 febbraio, Putin ha attaccato l’Ucraina perché temeva che sarebbe entrata a far parte della
NATO. La Russia non vuole avere ai propri confini nazioni che fanno parte di questa alleanza
perchè li percepisce come una minaccia.
L’INVASIONE DELLA CRIMEA
Per comprendere appieno le origini dell’ attuale crisi russo-ucraina, occorre
però fare un passo indietro, esattamente al 2014, anno in cui la Russia invase la Crimea, una regione dell’Ucraina. Diversi sono i motivi che hanno spinto il Cremlino a voler annettere alla Russia questo territorio : innanzi tutto la Crimea storicamente faceva parte della Russia, in secondo luogo è abitata da persone in prevalenza russe, ed infine, rappresenta un’area strategica per influenzare l’Europa orientale.
LE CONSEGUENZE UMANE ED ECONOMICHE DEL CONFLITTO
Il conflitto Russo-ucraino, tuttora in corso, ha avuto già pesanti conseguenze, sia sul piano umano, sia sul piano economico. L’Unione europea, gli Stati Uniti e vari paesi della Nato hanno varato pesanti sanzioni economiche contro la Russia, per indebolire la loro economia.
PROBLEMA DEI PROFUGHI
Molte sono già le vittime causate dalla guerra e a preoccupare particolarmente è la condizione della popolazione civile. Già nei primi giorni dell’invasione, quasi 900 mila persone ucraine, soprattutto donne e bambini sono state costrette a fuggire verso la Polonia, l’Ungheria, la Slovacchia, la Romania, per scampare il pericolo della guerra.

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Rischio Terza Guerra Mondiale

di Alessio Capuano 3D

Guerra 3

L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia è cominciata, ormai, da parecchio tempo, ed è un problema mondiale, una delle più grandi catastrofi del millennio. Una Terza Guerra Mondiale, ormai, non è più cosa da fantascienza, bensì un rischio reale; ma come si potrebbe evitare che ciò accada?
Le soluzioni possibili
Le soluzioni potrebbero essere varie: quella più sperata dalla popolazione, ovvero quella che corrisponde agli ideali di pace su cui si basano le costituzioni moderne: un trattato che accontenti sia le richieste di Putin, che di Zelensky, anche se le posizioni dei due sono molto distanti le une dalle altre. Il Cremlino, infatti, richiede l’avvento di un governo Filo-Russo, che non abbia interessi ad entrare nella NATO, al posto di Zelensky, che il Russo sostiene essere neo-nazista, anche se in molti pensano che ciò sia solo un
pretesto per attaccare l’Ucraina ed impedire l’espansione della NATO verso Est. Tuttavia, le richieste del presidente russo sono inaccettabili, dato che la NATO si occupa dello sviluppo del benessere delle
nazioni, oltre che della sicurezza militare ed impedire ad una nazione di entrarvi, per conquistarla, sarebbe inaccettabile nel 2022.
Tutti gli altri scenari possibili, che siano la conquista del suolo ucraino, la Terza Guerra Mondiale, o, addirittura, il passaggio ad una guerra nucleare, sarebbero una grave sconfitta per l’umanità, perché a vincere, non sarebbe la Russia, ma la guerra.

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Ladro in fuga a Parigi. Voleva rubare la Gioconda

di Leonardo Scuoch 2°G
Louvre
10 aprile 2022. Ieri al momento dell’apertura del museo del Louvre i primi visitatori hanno trovato in frantumi il vetro che proteggeva la Gioconda, capolavoro di Leonardo Da Vinci. Le autorità che controllavano le telecamere hanno infatti individuato nella notte un uomo alto con indosso una maschera della celebre serie televisiva “La casa di carta” e vestito di arancione che rompeva il vetro. Immediatamente è suonato l’allarme e l’uomo è scappato.
Poche ore dopo il tentato colpo la polizia ha scoperto che quell’uomo si chiama Terry Hells ed è un ladro ricercato in mezza Europa per diversi furti di oggetti d’arte. Ad aiutare le forze dell’ordine è stato un vicino di casa del malvivente che ha informato subito la polizia. L’uomo infatti aveva notato nei giorni scorsi degli strani movimenti nell’appartamento di Hells e la sera del colpo al Louvre lo aveva visto uscire
proprio vestito di arancione e con la maschera in mano. Ora gli inquirenti sono sulle tracce di Terry Hells che purtroppo risulta introvabile.
Il timore maggiore è che possa essere già fuggito da Parigi. Per questo è stata allertata non solo la polizia francese ma anche quella internazionale. In compenso la Gioconda è sana e salva e può essere ammirata
come al solito al suo posto.
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LA GUERRA SEPARA, L’AMORE UNISCE

Tratto da una storia vera

di Gaia Foderaro 2^H
Profughi 2
Massimo è un uomo di 40 anni, nato a Roma. Tre mesi fa si è sposato con una ragazza Ucraina, di nome Lena. Da quel momento vivono insieme nella città di Warsh (Ucraina), Lena è un ingegnere nucleare che
lavora presso la Centrale di Warsh , che dista circa 200 km dalla frontiera polacca.
Come tutti sanno il 24 Febbraio è scattato l’allarme bombardamenti in Ucraina dovuta all’invasione russa, ed anche se loro abitano ad Ovest del paese, in una piccola città, dopo circa una settimana dall’inizio della guerra presero la macchina ed iniziarono la fuga verso la Polonia. All’inizio non volevano lasciare il paese, perché i genitori di Lena, avevano deciso di rimanere in patria , ma alla fine decisero di partire per mettersi in salvo .
Il viaggio fu lunghissimo ed estenuante, durò tre giorni e durante il tragitto videro un ragazzo di
circa 13 anni che da solo guidava un’auto. Appena arrivarono in frontiera, i Polacchi li accolsero abbracciandoli e gli proposero subito un alloggio a casa di una signora che li ospitò dandogli da bere e da mangiare. Loro due rimasero in Polonia per più di una settimana per dare una mano ai profughi ed ai bambini che viaggiavano da soli.
Trascorsi dieci giorni ripresero il loro viaggio verso l’Italia, più precisamente a Treviso (città dove
abitava Massimo prima di trasferirsi in Ucraina). Quando arrivarono in Italia, cercarono di rendersi utili raccogliendo viveri e soldi per aiutare i profughi.
Dopo due settimana in Italia, però, ci fu un contrattempo, il datore di lavoro di Lena la chiamò per
rientrare in Ucraina perché doveva riprendere il lavoro alla centrale, altrimenti l’avrebbe licenziata.
Loro avevamo paura di rientrare in Ucraina, ma alla fine decisero di partire Il viaggio durò due giorni interi, superarono le frontiere e 4 Check Point, fino ad arrivare a destinazione.
Oggi Lena tutti i giorni va a lavoro scortata dai soldati Ucraini, il silenzio delle strade si interrompe
dal suono delle sirene, e la notte il celo si illumina di lampi dovuti ai bombardamenti nelle città
vicine.

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SCANDALO A ROMA, INFERMIERA SCAMBIA BAMBINI NEL 2006, DOPO 16 ANNI CONFESSA.

di Maeva Cervone, Maddalena Di Girolamo, Nicole Tognato 3^H

Culle
Scandalo a Roma, due bambini con lo stesso cognome il 21 Aprile 2006 vengono scambiati da un’infermiera all’ospedale «Gemelli» di Roma. L’infermiera racconta di aver fatto parte di una setta satanica, chiamata «le cinque punte».
Secondo alcune indagini, in questa setta per acquisire potere bisognava fare delle cattive azioni, infatti la donna afferma «più male si causava più potere avevi». I capi di questa setta usavano delle tecniche psicologiche per indurre i partecipanti a credere di dipendere da essa, e che se non avessero fatto tutto ciò che gli veniva detto sarebbero morti.
Il 21 aprile 2021 l’infermiera in questione ha avuto una crisi di coscienza e ha deciso di confessare tutto. Inizialmente non si trovarono i due ragazzi, ma vedendo il telegiornale i genitori iniziano ad avere dei dubbi. Una famiglia decise di fare degli accertamenti e il DNA dei genitori non corrispondeva a quello del ragazzo. I genitori preoccupati si recano dalla polizia e dopo molti mesi di ricerca riescono a trovare l’altra famiglia. La donna venne arretata insieme a tutta la sua setta.
Oggi Liam e Antonio vivono ognuno nella propria famiglia di appartenenza avendo avuto, però, delle difficoltà ad adattarsi. Ovviamente le due famiglie sono in continuo contatto.

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LA MAFIA DELL’EST

di Giulia Capozzi 2^ B
Mafia
Organizzaciya
La storia di queste organizzazioni può essere schematicamente divisa in due momenti: ossia prima e dopo la caduta dell’Unione Sovietica. Come ogni altra organizzazione criminale in giro per il mondo, ambito di azione principale della Mafia erano e sono i lucrosi rachet dal traffico di alcool, droga, prostituzione e più in generale del mercato nero. Nella Russia post sovietica con il passaggio all’economia di mercato la Mafia Russa fa il salto di qualità e può occuparsi di tutte le attività remunerative, poiché il controllo statale pressoché scompare. Durante questo periodo la Mafia Russa si sposta anche all’estero e organizza delle filiali negli Usa, Israele, Regno Unito, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Romania, Germania, Irlanda del Nord, Francia, Islanda e Italia.
L’organizzaciya in Italia
I primi dati riguardo alla presenza di tale organizzazione si hanno negli anni novanta del X
X° sec., nella regione dell’Emilia Romagna in particolare nella città di Rimini e sulla costa romagnola.
I mafiosi Russi girano in riviera e riciclano il denaro  sporco, comprando attività commerciali il mercato
nero. Vendono l’extasi, prodotta nei loro laboratori criminali clandestini ai giovani che frequentano le discoteche e gestiscono il narcotraffico di coca dalla Colombia in Europa.
L’organizzazione si allarga presto nelle regioni del Centro e del Nord-Est in Emilia, Marche, Toscana e Veneto.
Samen Yudkovyč Mohylevyč
E’ un potente mafioso Ucraino nato a Kyev, il 30 Giugno 1946, con cittadinanza Russa, Israeliana, Greca e Ungherese. E’ considerato il capo dei capi della Mafia Russa nonché uno dei più pericolosi mafiosi a livello internazionale. Tra il 2009 e il 2015 è stato nella lista dei dieci più ricercati al mondo. Vive in Russia a Mosca si trova in contatto con l’ex sindaco della città Juity Micajlovič Luž ed è vicino a Vladimir Putin. 

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PERICOLO EPATITE-ATTENZIONE AD ITTERO E STANCHEZZA

di Lorenzo Camaioni 2^G

Parla la Professoressa Annamaria Staiano, ordinaria di Pediatria a Napoli e presidente della Società italiana di pediatria: “Con questi sintomi andare subito in ospedale” E’ ancora una fase iniziale però l’Europa intera è molto allarmata perché i casi rischiano di aumentare.

Epatite

Due settimane fa è stata data la notizia al Congresso della Società europea di Gastroenterologia pediatrica. Si è parlato di un cluster di epatite virale acuta in Inghilterra non classificabile da A ad E. Una settimana fa la notizia è diventata di dominio pubblico e altre società scientifiche hanno iniziato la sorveglianza necessaria a identificare nuovi casi in tutto il mondo. I medici dicono trattarsi di una nuova epatite anche se continuano a studiare il fenomeno. Si presenta come un problema gastroenterologico con dolori addominali, diarrea, vomito e nessuna febbre e si distingue da altre forme, diciamo normali, dalla durata. Questa epatite infatti va oltre le due settimane. Nelle forme più gravi poi c’è l’ittero, ovvero
la colorazione gialla della pelle e del bianco degli occhi. Nel caso in cui i sintomi durassero oltre una settimana i genitori dovrebbero far visitare il bambino dal pediatra. Nel caso dell’ittero, invece, devono portarlo subito al pronto soccorso.
I PRIMI SINTOMI​
Ci informano che è anche importante osservare i sintomi soprattutto se ci sia una marcata debolezza.
Avvertono inoltre che la patologia non passa da sola. L’evoluzione è rapida e progressiva e in alcuni casi
si presenta la necessità del trapianto di fegato. Nelle situazioni più semplici bastano idratazione e antivirali. L’epidemia è partita a gennaio e questo ci è utile per verificare che i nuovi casi siano successivi.
Per ora in Italia sono pochi, ma bisogna tenere alta la guardia. Diciassette dei 169 bambini colpiti dall’epatite acuta di origine sconosciuta in 12 Paesi del mondo sono stati sottoposti a trapianto di fegato, ed è stato segnalato almeno un decesso.
E’ il primo bilancio, aggiornato al 21 aprile, elaborato dall’Organizzazione mondiale della Sanità sulla situazione. I bambini dei casi registrati hanno un’età compresa tra un mese e 16 anni.
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MERGENZA UCRAINA – Latina accoglie bambini ucraini

di Alice Rossi e Daniel Olouch 3^H

caritas

Prime famiglie arrivate dall’Ucraina in città: come funziona l’accoglienza e come chiedere aiuti  Latina sta mostrando il suo lato migliore in questa fase delicata dell’accoglienza e della solidarietà ai profughi in fuga dalla guerra in Ucraina. Nel capoluogo pontino arrivano anche le prime famiglie ucraine fuggite dalla guerra. Il 3 marzo è arrivata lanotizia ufficiale dell’arrivo di almeno 20 persone, che è ancora pochissima rispetto al previsto, ma la situazione è ancora in evoluzione e l’organizzazione non è semplice.

Il Consiglio nazionale Diritti Infanzia specifica che si tratta di accoglienza temporanea di bambini ucraini, sottolineando che non si tratta di adozione e che non c’è possibilità che i bambini vengano adottati in futuro. Il Comune mette a disposizione un indirizzo mail per chi vuole offrire ospitalità e chi ha bisogno di assistenza.

LA SOLIDARIETA’

Raccolta fondi per le famiglie ucraine. Alla Caritas continuano ad arrivare richieste di raccolta di cibo o materiali vari ed è sempre positiva la spinta ad aiutare i bisognosi. Al momento non c’è richiesta di raccolta di alimenti o altri prodotti, poiché sono ancora sufficienti le scorte a disposizione; inoltre dei beni inviati non c’ è la certezza che arrivino a destinazione in Ucraina a causa della guerra. Per questo motivo, la Caritas invita le persone a partecipare alla raccolta fondi per sostenere chi sta operando sul posto. Un piano per gli arrivi degli ucraini in provincia: Latina pronta all’accoglienza.

Accoglienza scolastica dei bambini ucraini.

L’Istituto Comprensivo Leonardo da Vinci accoglie una bambina ucraina. I ragazzi della scuola secondaria di primo grado della Leonardo da Vinci hanno accolto una nuova compagna. Una bambina di 13 anni fuggita dalla guerra in Ucraina. Con la sua famiglia si è rifugiata in Italia, trovando ospitalità a Latina. I docenti hanno immediatamente elaborato un piano per dedicare del tempo esclusivo all’alunna, che non parla italiano. La prima cosa che farà a scuola sarà l’alfabetizzazione: inizierà a studiare un po’ di italiano con i docenti durante le ore libere. La bambina è stata accolta nella nuova classe con grande affetto da parte dei compagni e degli insegnanti. Molto bello è stato anche vedere che i ragazzi, pur avendo saputo dell’arrivo della nuova compagna da poco, si sono dati da fare subito per creare un bel clima di accoglienza.

 

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Perseverance sbarca sul pianeta rosso: 7minuti di suspense

di Federico Renzulli 2D
Mars 2020, il progetto sviluppato dalla N.A.S.A., arriva finalmente a termine.
Ingenuity, il drone-elicottero, si è alzato in volo su Marte, il primo decollo e
atterraggio su un pianeta diverso dalla terra e sconosciuto a tutti. Dopo il lancio
avvenuto il 30 luglio 2020 e dopo 7 mesi di viaggio, il 18 febbraio 2021 la Nasa
è lieta di annunciare l’arrivo sul Pianeta Rosso. Progetto molto accurato e
delicato, con la progettazione di “ingenuity” dalla massa di 1025 kg, lanciato a
Cape Canaveral, una base di lancio del Dipartimento di Difesa degli Stati uniti
situata nella contea di Brevard in Florida, e con l’intento di esplorare Marte.
Vengono registrati i rumori del misterioso pianeta e vengono subito pubblicati
sul web. Esplodono i social dopo la fantastica notizia, postati e ripostati i video
dei 7 minuti riguardanti l’esplorazione di Marte, anche i più famosi “influencer”
espongono la loro opinione e ammirano il progetto Mars 2020. A differenza di
Apollo 11, Perseverance, ha perlustrato il territorio di Marte, con l’utilizzo di
macchinari e non per mezzo dell’uomo, possiamo dire inoltre, che entrambe
sono state lanciate nella stessa base aerea già menzionata precedentemente.
Tirando le somme capiamo che a distanza di 51 anni, tra l’atterraggio sulla luna
e quello su Marte, la tecnologia si è evoluta molto, passando dalla celebre frase
“un piccolo passo per l’uomo, un grande passo per l’umanità”, ad “un grande
passo per l’uomo, un enorme passo per l’umanità”.

Coronavirus, cluster nella scuola elementare

Latina – 20 alunni su 23 di una quinta elementare della scuola Rodari sono contagiati: si tratta di variante inglese

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di Alessandro Macera 2D
Circa 2 settimane fa nella 5°D della scuola elementare Gianni
Rodari una maestra è risultata positiva al tampone molecolare. A
quanto sappiamo dovrebbe essere un cluster di variante inglese.
All’inizio erano solo nove bambini e una maestra, adesso invece
sembrerebbero essere 20 i bambini contagiati, il fatto che da un
positivo siano diventati 20 fa molto pensare sulla sicurezza delle
scuole durante la pandemia.
Inoltre questo tipo di variante sembrerebbe mettere in crisi anche i
tamponi, infatti alcuni genitori avevano fatto fare ai figli appartenenti
alla classe il tampone rapido: è dall’inizio della pandemia che i
principali tamponi sono il molecolare (il risultato arriva dopo ma è
molto più preciso) e il suddetto rapido; da quello che dicono gli
esperti il tampone rapido non rileva falsi negativi ma solo falsi
positivi, invece sembrerebbe che questi bambini dopo essere
risultati negativi abbiano avuto sintomi e alcuni sono anche, dopo
un secondo tampone (questa volta molecolare), risultati positivi e
quindi entrati in quarantena come tutti gli altri.
Ultimamente si stanno verificando molti contagi nelle scuole e non
solo a Latina ma in tutta Italia, ovviamente tutti speriamo che questa
pandemia finisca presto ma purtroppo manca ancora tanto alla fine,
per tornare a vivere normalmente senza più paura di questo nemico
invisibile bisogna rispettare le regole e rimanere distanziati.

Fedez e la polemica con la RAI

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di Aurora Ionta
“Se avessi un figlio gay lo brucerei nel forno”. Le parole di un leghista, Giovanni de Paoli.
Ecco una delle frasi citate da Fedez sul palco del 1 maggio nel suo discorso.
Il 1 maggio, Fedez, dopo essersi esibito, inizia ad introdurre il suo discorso, facendo alcune
premesse, ad esempio che per potersi esprimere liberamente ha dovuto lottare contro la Rai, la
quale ha contattato telefonicamente il rapper e ha provato a fargli modificare il discorso, cosa che
però alla fine non ha fatto. Dopo ciò ha iniziato il discorso vero e proprio, nel quale l’artista ha riportato diverse citazioni, come quella di Giuliana Livigni, candidata leghista – fanno le iniezioni ai bambini per farli diventare
gay – e molte altre. Fedez ha anche espresso la sua opinione riguardo il DDL ZAN, riguardo al fatto
che la politica ha dato la priorità a cose molto meno importanti anche oggettivamente rispetto
alla questione posta dal DDL ZAN, e, soprattutto, riguardo ai diritti delle persone che fanno parte della LGBT+ e che sono spesso discriminate o insultate solo per questo.
Dopo questo discorso la RAI smentisce la telefonata e subito Fedez pubblica un video della chiamata,
in cui erano presenti la vicedirettrice di RAI 3 e Massimo cinque, i quali chiedevano di adeguarsi a un
“sistema” e di togliere alcuni nomi perché “in un altro contesto potrebbe cambiare il loro significato”.
In un secondo momento il direttore di RAI 3 continua a smentire e accusa Fedez di aver manipolato il
video dalla chiamata, afferma che l’influencer abbia tramato contro la RAI insieme a dei giornalisti e,
afferma anche, che la RAI non è coinvolta in questa situazione perché non avrebbe avuto interesse ad
attuare una censura. Poi anche la Lega risponde proponendo di denunciare Fedez.
Tutte queste informazioni sono state comunicate dall’artista nelle sue stories il quale ha poi dato anche
la sua risposta: per prima cosa, ha detto di aver pubblicato la chiamata solo perché la RAI ha negato
l’evidenza e perché non comprendeva il motivo dell’intervento dalla vicedirettrice di RAI 3 se non ci
fosse stato un problema di censura. Poi continua dicendo di assumersi tutte le responsabilità delle sue
azioni, che rifarebbe 100mila volte, anche perché se qualcuno lo denunciasse saprebbe benissimo
come difendersi; infine spiega che, in questo caso, lui ha lottato per parlare pur sapendo il rischio a cui
andava incontro, ma, se ci fosse stato un personaggio meno rilevante nella sua stessa situazione,
probabilmente avrebbe rinunciato alla libertà di parola per non rischiare di perdere un’opportunità di
lavoro e questo scenario potrebbe riproporsi anche dentro la Rai per i suoi lavoratori.
Infine, passando invece a ciò che ne pensiamo noi, possiamo dire che moltissimi hanno dimostrato
supporto su Instagram e su altri social, con like, repost e commenti, ne sono la dimostrazione i
+1.800.000 like a un post di un’altra pagina del video della famosa chiamata.
La vicenda ha aperto un dibattito molto forte sulla libertà di espressione, e molti oppositori hanno
commentato il fatto che alcune delle vecchie canzoni di Fedez hanno delle frasi omofobe, però si può
capire benissimo che alcune erano una scherzo, leggendo ad esempio i titoli o anche solo capendo
che alcune persone non sono incapaci di cambiare, se i titoli non bastano.
Il concetto non è difficile ma c’è chi non capisce, e come direbbe Fedez, sono gli uomini del momento.

RAPINA IN PIENO GIORNO IN UN CENTRO

COMMERCIALE

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Colpo da Bershka in pieno giorno da un gruppo di malviventi vestiti da clown

Latina 16 agosto 2020. Una data insignificante per molti ma non la pensano così i commessi di Bershka
presso il centro commerciale Latina Fiori dove, nella giornata di ieri si è verificata una rapina un po’
particolare. Ma vediamo con ordine quello che è successo.
Sono le ore 12:30 circa quando all’interno del fast food McDonald’s di Latina Fiori ci si appresta a festeggiare il compleanno di un gruppo di bambini, e ad animare la festa è stato chiamato un gruppo di animatori vestiti da clown. I festeggiamenti continuarono fino alle 13:30. A questo punto i bambini tornarono a casa ma lo stesso non si può dire per i pagliacci che invece di andarsene, entraro dentro Bershka armati di pistole. L’orario e il periodo dell’anno hanno permesso ai banditi di agire indisturbati, infatti il centro commerciale non è affatto affollato. Ad accoglierli nel negozio sono gli unici due commessi ancora non in pausa pranzo, ma immediatamente le intenzioni del gruppo di rapinatori
diventarono chiare e la situazione precipita. I ladri iniziano a minacciare con le armi i commessi che, vista
la giovane età e l’inesperienza, sono incapaci di reagire e si vedono costretti a consegnare l’intero
incasso. Riusciti quindi nella loro malefatta i malviventi scappano indisturbati con il bottino, che sembra a
ammontare a 3000 euro.

RAPINA IN PIENO GIORNO FURTO IN UN NOTO CENTRO COMMERCIALE

Spavento tra i clienti – Quando fare la spesa diventa un film poliziesco

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di Siria Caneschi

Trambusto ieri nel centro commerciale Fare La Spesa a Latina dove un ladro  ha ripulito uno scaffale ed è stato alla fine catturato , ma solo dopo il tentativo di fuga . Fortunatamente la merce è stata persa dal ladro mentre scappava.
L’episodio si è verificato intorno alle 12 in piena luce del giorno quando il centro commerciale pullula di gente.
Il ladro ha reagito con violenza, strattonando gli addetti che avevano cercato di bloccarlo riuscendo così a fuggire. ​
É nata una corsa al ladro anche fuori dal centro commerciale dove gli uomini della sicurezza, grazie ad un ragazzo extracomunitario, che solitamente aiuta i clienti con i carrelli , hanno cercato insieme di bloccare nuovamente il ladro , dopo una colluttazione, è stato acciuffato. All’arrivo della Polizia l’uomo è stato riconosciuto e portato in Centrale.
Trattasi di un uomo di circa 45 anni, già noto alle forze dell’ordine.

Serata di bombardamenti ad un concerto a

Los Angeles. 6 feriti

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di Greta Dalla Valle e Denissa Ormenaj

Ieri, 22 maggio 2021, durante il concerto della famosa cantante americana, Ariana Grande, 2 terroristi armati di bombe si sono intrufolati nella folla, iniziando a mettere terrore sparando 2 colpi di pistola al cielo e successivamente posizionando 2 bombe al centro della folla per dare inizio al bombardamento.
Tutto ciò venuto in una piazza di Los Angeles durante una delle tappe del tour “sweetener world tour” dell’innocente cantante Ariana Grande che dopo l’avvenuto è stata intervistata: -non me lo aspettavo, eravamo nel pieno
di una mia esibizione quando ho iniziato a sentire urla e a vedere fiamme-, le parole lasciate dalla cantante durante
l’intervista.
I 2 terroristi sono stati trovati e arrestati grazie ad alcuni video degli spettatori del concerto. Fortunatamente i feriti non sono molti, ma sono in gravi condizioni.
Sono intervenuti le forze dell’ordine, le ambulanze e i vigili del fuoco per spegnere le fiamme causate dalle bombe.

Rapina in pieno giorno in un centro commerciale

La banda cerca di rubare 5.000 euro in vestiti di marca, scatta l’arresto. Dopo aver ritirato gli abiti rubati, la banda, tenta la fuga

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di Aurora Preti, Elena Di Gloria, Aurora Pes, Martina Marchionne, Maria Giorgia Giovannelli

Arrestata dalla polizia, in pieno giorno, una banda di 3 uomini, di 29, 31 e 32 anni, due di origine rumena e l’uomo di 31 anni di origine italiana. Verso le 10 del 27 gennaio, di un martedì mattina, i banditi si sono recati al centro
commerciale Milanofiori, per rubare dei vestiti per un totale di 5.000 euro. Dai fatti è emerso che
la banda ha fatto incursione nel centro commerciale verso le 9 di mattina, per poi dirigersi al negozio
di abbigliamento Gucci e rubare dei vestiti dal prezzo molto elevato, cercando di nascondere la
merce rubata in buste della spesa. Quando la guardia del centro commerciale, dubbiosa a causa
delle mosse furtive dei tre uomini, ha provato a fermarli, loro sono riusciti a scappare; solo dopo
che la guardia ha avvisato i colleghi della fuga, la banda è stata colta di sorpresa a trafficare in un
altro negozio. Dopo essere stati fermati, i banditi sono stati portati subito nella volante della polizia e
successivamente in questura, per restituire i capi rubati e capire il motivo della loro rapina. I
malviventi, una volta restituiti i capi, hanno confessato che li avevano rubati perché erano stati
richiesti, in cambio di droga, da un loro trafficante di sostanze stupefacenti. Perciò sono stati
arrestati per furto e possesso di droga.

Rapinato il negozio di gioielli Pandora a Latina, tutti i rapinatori sono stati arrestati e la merce rubata è stata restituita.

Rapina a mano armata a Latina.

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di Emanuele Quaranta, Ciro De Grazia, Marco Romano, Simone Zoccherato
A Latina il giorno 22 aprile è stato rapinato il negozio di gioielli Pandora da quattro uomini con il passamontagna e una pistola che è stata puntata contro il direttore del negozio e contro le persone prese in ostaggio.
I rapinatori, dopo aver svaligiato tutto il negozio, hanno lasciato gli ostaggi legati e imbavagliati e sono usciti dal centro commerciale salendo su una macchina che li aspettava fuori per la fuga.
Subito dopo è stata chiamata la polizia da alcuni passanti che hanno visto
i rapinatori uscire di corsa dal centro.
La polizia dopo un inseguimento per le strade di Latina ha catturato i rapinatori dopo mezz’ora dalla rapina.
Tutti i gioielli sono stati restituiti al negozio e i rapinatori sono andati in galera.

RAPINA IN UN CENTRO COMMERCIALE

SABATO DI TERRORE AD EUROMA 2, RAPINATO UN NEGOZIO DI ABBIGLIAMENTO

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di Davide Randa, Riccardo Carfora e Riccardo Porcelli, Lorenzo Rosiello 

Paura nel pomeriggio del 1 Maggio alle ore 17.16, al piano superiore di Euroma 2. Dalle videocamere di sorveglianza si sono avvistati solo tre rapinatori armati di pistola per la precisione una 9MM e con il volto coperto da un passamontagna. Si sono diretti al negozio Euronics, uno dei tre ha sfilato la pistola puntandola sulla fronte del cassiere ordinandogli di tirare fuori i soldi dalla cassa, mentre un altro era impegnato a prendere i portafogli di tutte le persone all’interno del negozio, sequestrandogli i cellulari, l’ultimo dei tre, controllava se ci fossero i sistemi di sicurezza. La perdita di denaro del negozio si aggira tra i 3000-4000 euro, mandando in difficoltà i dirigenti. Per fortuna un commesso si era rifugiato dietro uno scaffale ed è riuscito a chiamare i soccorsi e le forze dell’ordine, che sono arrivati alle ore 17.34 riuscendo ad arrestare due dei rapinatori ma l’altro era ancora in fuga con un quarto del bottino.
In caserma, i due non hanno detto una parola sull’accaduto costringendo gli agenti ad
arrestarli. Dopo questa brutta avventura, tutte le persone coinvolte sono in ottime condizioni tranne il commesso, a cui è stato ordinato di porgere i soldi, che è stato colpito violentemente all’addome con il calcio della pistola e al momento è ricoverato all’ospedale Sant’ Eugenio.

Furto durante la festa dei lavoratori, rubato contenuto della cassaforte e oggetti d’esposizione dei negozi.

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di Alessandro Tortorici, Andrian Tymchuk e Giacomo Giulino

Sono penetrati probabilmente durante il pomeriggio di sabato 1 Maggio sfruttando la chiusura per via della festa dei lavoratori, in un centro commerciale e lì hanno compiuto un furto che ha fruttato diverse migliaia di euro, per poi darsi alla fuga facendo perdere le proprie tracce.
Verso le 7:45 del giorno seguente i Carabinieri della Stazione di Latina , sono stati chiamati a intervenire presso il centro commerciale Latinafiori, dove dei ladri, dopo aver forzato l’uscita di emergenza, hanno praticato un foro sul muro interno, entrando nei negozi e impossessandosi di vario materiale riposto sugli scaffali in esposizione. Ma il grosso è arrivato dal contenuto della cassaforte. I ladri , infatti, hanno tagliato la cassa blindata e, praticando un altro foro sul
muro che confinava con i negozi , si sono impossessati della somma di 10000 euro custodita.
Il costo del danno è ancora in fase di calcolo, però fortunatamente il centro commerciale Latinafiori è coperto da assicurazione.

GRETA E LA SUA BATTAGLIA

di Rebecca Lupo e Riccardo Rigobon(3^F) 
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Greta Thunberg è un’attivista svedese per lo sviluppo sostenibile e contro il cambiamento climatico. È nota per le sue manifestazioni regolari tenute davanti al Riksdag a Stoccolma, in Svezia, con lo slogan: sciopero scolastico per il clima.

Nasce a Stoccolma il 3 Gennaio 2003. Sua madre è una cantante, Malena Ernman e suo padre è un attore, Svante Thumberg. Quando aveva 11 anni le è stata diagnosticata la sindrome di Asperger e il disturbo da deficit di attenzione. Per diminuire l’impronta ecologica della famiglia Greta ha insistito perché diventassero vegani come lei. Greta è l’autrice del libro “La nostra casa è in fiamme”, dove racconta la sua storia e il suo impegno per la difesa dell’ambiente.

Il 20 Agosto 2018, Greta Thunberg ha deciso di non andare a scuola fino alle elezioni legislative del 9 Settembre 2018. Questo gesto è nato a fronte delle eccezionali ondate di calore e degli incendi boschivi che hanno colpito il suo paese durante l’estate. Greta voleva che il governo svedese riducesse le emissioni d’anidride carbonica come previsto dall’accordo di Parigi sul cambiamento

climatico ed è rimasta seduta davanti al parlamento del suo paese ogni giorno durante l’orario scolastico. A seguito delle elezioni, ha continuato a manifestare ogni venerdì, lanciando, così il movimento studentesco internazionale Fridays for Future. Il suo sciopero del venerdì ha attirato l’attenzione dei media, in diverse nazioni, e manifestazioni simili sono state organizzate in altri paesi tra cui: Paesi Bassi, Italia, Germania, Finlandia, Danimarca e Australia.

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Greta ha partecipato alla manifestazione Rise for climate, davanti al Parlamento europeo, a Bruxelles, e ha parlato alla manifestazione organizzata da Extinction Ribellion a Londra il 31 Ottobre 2018. Il 4 Dicembre 2018 Greta ha parlato alla COP24, vertice delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, tenutosi a Katowice, in Polonia. Greta ha partecipato, il 25 Gennaio 2019, a un discorso molto duro al Forum economico mondiale di Davas. Nei mesi successivi Greta Thunberg è intervenuta in altre manifestazioni in diverse città europee, alcune delle quali hanno avuto una certa attenzione mediatica, come quella di Bruxelles, del 21 febbraio, o quella di Amburgo, del primo marzo.

Il 15 marzo 2019 si è svolto lo sciopero mondiale per il futuro al quale hanno partecipato moltissimi studenti in 1700 città, in oltre 100 paesi del mondo.

Il 16 aprile 2019 ha parlato alla commissione ambiente del Parlamento europeo invitando i politici europei a prendere decisioni nette e rapide per contrastare il cambiamento climatico. Il giorno dopo ha partecipato all’udienza generale di Papa Francesco a Roma in Piazza San Pietro.

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GRETA THUNBERG

di Edoardo Fadin (3^F) 

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Greta Eleonora Thunberg Ernman è nata a Stoccolma il 3 Gennaio 2003 (16 anni), è figlia della cantante d’opera Malena Ernman e dell’attore Svante Thunberg.

A Greta gli sono state diagnosticate la sindrome di Asperger, ossia un disturbo pervasivo dello sviluppo e il disturbo da deficit di attenzione/iperattività. Quest’ultimo è un disturbo del neurosviluppo, caratterizzato da problematiche nel mantenere l’attenzione, l’eccessiva attività e difficoltà nel controllare il proprio comportamento.

Greta è un’attivista svedese per lo sviluppo sostenibile e contro il cambiamento climatico; è nota anche per le sue manifestazioni tenute davanti al Riksdag a Stoccolma, in Svezia, con lo slogan: sciopero scolastico per il clima.

Il 20 Agosto 2018 Greta Thunberg, ha deciso di non andare a scuola fino alle elezioni legislative del 9 Settembre 2018; la decisione di questo gesto è data dalle eccezionali ondate di caldo e dagli incendi boschivi che hanno colpito il suo paese durante l’estate.

A seguito delle elezioni, ha continuato a manifestare ogni venerdì; lo sciopero del venerdì ha attirato l’attenzione dei mezzi di comunicazioni di massa delle diverse nazioni e manifestazioni simili sono state organizzate in altri paesi, tra cui i Paesi Bassi, l’Italia, la Germania, la Finlandia, la Danimarca e l’Australia.

In Australia, migliaia di studenti sono stati ispirati da Greta ad intraprendere lo sciopero del venerdì, ignorando l’appello del loro primo ministro Scott Morrison che ha dichiarato che ciò che vuole è l’apprendimento nelle scuole e meno attivismo.

Oltre ad esser un’attivista è anche un’autrice, che grazie all’aiuto della famiglia ha scritto un libro intitolato “La nostra casa è in fiamme”, dove viene raccontato la sua storia e il suo impegno per la difesa dell’ambiente.

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GRETA THUNBERG, SCIOPERO A DIFESA DEL CLIMA

di Alessandra Marcheselli (3^F)  

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Greta Thunberg è un’attivista svedese che fa manifestazioni contro il cambiamento climatico.

È nota per le sue manifestazioni, tenute davanti al Riksdag, a Stoccolma, in Svezia.

È nata il 3 gennaio 2003 in Svezia; i genitori sono Malena Ernman e Svante Thunberg.

La madre è una famosa cantante d’opera, mentre il papà un famoso attore.

A Greta furono diagnosticate la sindrome di Asperger e il disturbo da deficit di attenzione.

Per diminuire l’impronta ecologica, Greta obbligò la sua famiglia a diventare vegana come lo era lei.

È l’autrice, insieme alla sua famiglia, del libro “La nostra casa è in fiamme” nel quale è raccontata la sua storia.

Il 20 agosto 2018 Greta, che frequentava una scuola a Stoccolma, ha deciso di lasciare gli studi fino alle elezioni legistrative del 9 settembre 2018.

La decisione di questo gesto è nata a fronte delle andate di calore e degli incendi che ci furono.

Greta voleva che il governo svedese riducesse le emissioni di anidrite carbonica come previsto dall’accordo di Parigi ed è rimasta seduta davanti al Parlamento del suo Paese, ogni giorno, durante l’orario scolastico.

Il suo slogan è “Sciopero della scuola per il clima”.

A seguito delle elezioni, ha continuato a manifestare, ogni venerdì, lanciando così il movimento studentesco internazionale.

Ha parlato anche alla manifestazione organizzata da Extinction Rebellion a Londra nel 31 ottobre 2018.

Il suo sciopero del venerdì ha attirato l’attenzione dei media in diverse nazioni.

In Australia migliaia di studenti sono stati ispirati da Thunberg ad intraprendere lo sciopero del venerdì, ignorando l’appello del loro primo ministro Scott Morrison che ha dichiarato al Parlamento che ciò che voleva era più apprendimento nelle scuole e meno attivismo.

Il 25 gennaio 2019, Greta è intervenuta con un discorso molto duro al Forum economico mondiale di Davos , volto a far comprendere il panico che si dovrebbe provare di fronte ai cambiamenti climatici.

Greta è stata invitata anche dal Papa, il 18 aprile, per parlare di cosa ha in mente di fare in futuro per aiutare il clima; qui si radunarono circa 3500 persone, con moltissimi

cartelli colorati e striscioni.

Questo è tutto quello che Greta Thunberg ha fatto e che tutt’ora sta facendo per il nostro mondo.

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L’incendio di Notre-Dame

Nell’ultimo mese, tutto il mondo è stato scosso da una notizia:la cattedrale di Notre-Dame, uno dei monumenti più importanti di Parigi, è bruciata il 15 aprile a causa di un incendio sviluppatosi nella parte superiore dell’edificio. Esso ha provocato alcuni danni significativi, ovvero il crollo della flèche (la guglia) e del tetto.

di Chiara Damiani (3^L)

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Secondo il procuratore di Parigi Rémy Heitz, un primo allarme era stato segnalato verso le 18:20, ma per un errore causato dal computer dei vigili del fuoco non era stato segnalato nessun incendio. Solo dopo un secondo allarme, dato da un addetto alla sicurezza, si scoprono le fiamme ormai già estese sulla intelaiatura del tetto.

I pompieri hanno lavorato per domare l’incedio dalle ore 19:00 per tutta la notte. Quando verso le quattro del mattino il colonnello Gabriel Plus ha annunciato che l’incendio era ormai sotto controllo sarebbero comunque occorse ancora molte ore per spegnerlo completamente.

Il giorno dopo, sono sorte le prime polemiche: secondo i media francesi, la cattedrale non era messa in sicurezza durante i lavori, e alcuni critici ed esperti d’arte denunciano il modo in cui sono stati eseguite le operazioni di restauro, con misure di sicurezza troppo permissive. Si sono elaborate anche molte teorie sulla causa dell’incendio, ed ognuna è in contrasto con l’altra. La società Bras Freres, ha amesso davanti agli inquirenti che nel cantiere si fumava nonostante il divieto, ma si è escluso il legame tra il rogo e i sette mozziconi trovati nella zona dei lavori. Altri invece sostengono che l’incendio sia stato causato da un cortocircuito elettrico, come affermato dal rettore della cattedrale Patrick Chauvet.

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Questo avvenimento ha toccato emotivamente molti di noi, poiché i tempi di restauro andranno dai dieci ai quindici anni, e che per un soffio una grande opera d’arte non è andata distrutta. La cattedrale è un simbolo della cultura mondiale, ed ospita delle reliquie religiose inestimabili,e il disastroso incendio ha solamente bruciato il tetto (originario del ‘300) con tegole di lastre in piombo, il telaio in legno che lo sorreggeva e la guglia (aggiunta nell’800). Fortunatamente si sono salvate molte opere come 16 statue e il tesoro. Ma c’è anche qualcuno che come Vittorio Sgarbi, critico d’arte, afferma: “é giusto essere dispiaciuti, ma questa non è una tragedia bensì un dramma. Non va dimenticato che la cattedrale è stata restaurata quasi completamente nell’800, e non abbiamo perso il medioevo ma il risultato di una ricostruzione relativamente vicina a noi.”

Questo episodio dovrebbe insegnare qualcosa a tutti noi, di come una distrazione può provocare una cosa simile, e come dice Victor Hugo, “Il tempo è cieco e l’uomo è stolto.” Dovremmo imparare a tenere di più a cosa ci circonda, soprattutto se è qualcosa di importante come la Cattedrale di Notre-Dame.

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LA TRAGEDIA DI NOTRE-DAME            

di Emilia Corradini, Giulia Olivier, Eleonora Campagna (2^E) 

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La costruzione della cattedrale  iniziò nel 1163 e fu completata nel 1344 nella capitale francese, Parigi voluta da Maurice de Sully e divenne patrimonio dell’UNESCO dal 1991.                                         

Sfortunatamente il giorno 15 Aprile 2019, verso le ore 18:50, la Cattedrale di Notre Dame prese fuoco, non si sa precisamente la causa dell’incendio, ma ci sono delle supposizioni, ad esempio quella di un corto circuito tra il sottotetto e i ponteggi, o anche grazie ai lavori di ristrutturazione in corso all’interno dell’edificio. Per fortuna non c’è stato nessun morto, ma un grave ferito: un vigile del fuoco impegnato nell’eroico salvataggio.                                                                                                                             

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Le fiamme si sono poi diffuse velocemente, raggiungendo l’interno tetto e distruggendo la struttura , la più antica di Parigi, fatta di 1300 querce.                                                                                                                                                                                  Ancora oggi il mondo intero piange per l’accaduto, fortunatamente si sono salvate alcune opere tra cui “la corona di spine di Gesù”, sedici sculture e anche molti arredi sacri. Nonostante furono salvati alcuni oggetti , presero fuoco le guglie ed il tetto.    

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IL BULLISMO, UN FENOMENO DA COMPRENDERE E COMBATTERE

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di Massimo Valerio Di Nicola

Ambra Spada

Joey Harley Scusato

Classe 2^L

Il bullismo è un fenomeno ormai molto diffuso tra ragazzi di giovane età soprattutto nelle scuole in cui troppo spesso si verificano episodi di violenza verbale e fisica. Si va dalla prepotenza agli abusi di ogni genere nei confronti di chi non sa o non può difendersi.

Alcuni ragazzi particolarmente aggressivi, prendono in giro e maltrattano i coetanei più deboli, spesso si coalizzano tra loro e, sostenendosi orgogliosi, si accaniscono con coloro che prendono di mira per futili motivi.

Nelle vitime di bullismo le conseguenze generano ferite profondissime e laceranti difficili da rimarginare che, in diverse occasioni, hanno avuto anche conclusioni tragiche.

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CYBERBULLISMO

Un’altra forma di bullismo, oggi molto preoccupante, è il “cyber bullismo”. Può essere paragonato ad un pugno in pieno viso ricevuto all’intervallo a scuola, perché internet, il web e i social network fanno parte della vita di ognuno di noi, costituiscono una sorta di mondo virtuale dove tutto è più veloce, talvolta più bello, ma anche brutale e terribile.

Quest’ultimo fenomeno sta complicando ulteriormente le cose in modo subdolo e riprovevole, in quanto attraverso i social network, si amplificano in maniera incontrollata le azioni di spacconi e di ragazzi disadattati che sfogano la loro rabbia  anche nei confronti dei professori.

Questo fenomeno fa riflettee sul fatto che molti ragazzi non utilizzano Facebook, WhatsApp e Instagram in maniera corretta ma, cercando di attirare attenzione e per sentirsi forti, diffondono attraverso questi strumenti immagini, parole e opinioni che feriscono e tormentano chi ne è vittima.

I social network o le chat comuni non devono essere considerati  strumenti da condannare ma, al contrario, è importantissimo saperli utilizzare correttamente nel rispetto del buon senso e dell’educazione spesso ignorati.

In conclusione noi giovani dobbiamo aiutiatarci, confrontarci e ascoltarci, anche vicendevolmente cercando di parlare con i prepotenti, responsabili degli atti di bullismo perchè spesso dietro il loro comportamento si nascondono tanta solitudine e problemi più grandi. Bisogna far capire loro che il rispetto degli altri è fondamentale e  che nessuno può toglierci la libertà di essere ciò che siamo.

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IL PROBLEMA DELLE DROGHE TRA I GIOVANI

droghe

di Stefano Iannelli

Laura Sangermano

Federica Zottola

Mateusz Kotynia

Giada Papa

Giorgia Torre

Classe 3^C

Nella società di oggi, il problema comune tra gli adolescenti è l’uso di droghe. In questo periodo della vita essere accettati in un gruppo è molto importante. Durante questi anni, gli adolescenti iniziano a vivere le prime esperienze. La pressione dei coetanei, la curiosità e la disponibilità di droghe sono fattori che spingono alcuni adolescenti giovani e vulnerabili ad assumere queste sostanze.

IL CONSUMO

Uno dei motivi di consumo di droga negli adolescenti è il coinvolgimento da parte dei compagni. Se in un gruppo un adolescente fa uso di droga, allora ci può essere una pressione dovuta al fatto che queste sostanze possono facilmente essere offerte. Inoltre la persona potrebbe essere convinta a pensare che non ci sia nulla di male nell’assumere la droga, perché “tutti gli altri la assumono”. Quindi gli adolescenti sono spinti a provare la droga solo per adattarsi e per “impressionare” i loro amici.
Purtroppo sia in Italia sia in tutto il mondo è molto diffuso tra gli adolescenti il problema dell’assunzione di droghe. Essi pensano che non si crei una dipendenza immediata dopo il primo tentativo e tendono poi a farne uso ulteriormente per gli effetti che le sostanze stupefacenti producono.
A causa dei cambiamenti chimici nel cervello, che la maggior parte di queste sostanze possono creare, tra gli effetti collaterali più devastanti della dipendenza vi è la depressione. L’utilizzo di droghe pesanti, come eroina, cocaina e oppio causerà infatti cambiamenti di umore improvvisi, un deterioramento del sistema immunitario ed esaurimenti nervosi. La tossicodipendenza può anche creare dei cambiamenti nella vita di una persona giovane che è in conflitto con la famiglia e gli amici e che ha conseguente desiderio di isolamento.

I DANNI

In breve, l’uso di droghe può creare dei grandi problemi sulla persona e di conseguenza nella società. La depressione e il suicidio, soprattutto da abuso di sostanze, sono ora i problemi più comuni tra la popolazione giovane. Gli adolescenti hanno bisogno di essere educati circa l’abuso di sostanze, come ad esempio la tossicodipendenza, per creare consapevolezza tra loro e per aiutarli a fare scelte migliori nella loro vita. Ci sono molte organizzazioni non lucrative che possono aiutare gli adolescenti ad affrontare il problema connesso all’abuso di droga. Ci sono linee telefoniche di assistenza, servizi di comunità e di consulenza individuale che possono dare informazioni.

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IL BULLISMO PORTATO A TEATRO

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di Giulia Ghettini

Matteo Costanzo

Michela Pennacchi

Davide Paliotta

Classe 2^G

A Marzo abbiamo assistito allo spettacolo teatrale  “Faceless”. È stato replicato ben 250 volte, INCREDIBILE! L’argomento,infatti, è attuale. Racconta di una ragazza che viene presa di mira da un gruppo di cyeberbulli, la minacciano, tramite Facebook di divulgare nella scuola una foto scattata nella precedente estate,in cui la ragazza era a seno nudo.Dopo un po’ di tempo il migliore amico della ragazza capisce che qualcosa non andava e scopre che la sua amica Eleonora era stata ricattata  da alcuni bulli. La paura e diffidenza le avevano impedito di confidarsi con qualcuno.Sperando di riuscire da sola a risolvere il problema.

In realtà, quando parliamo di bullismo, abbiamo bisogno dell’aiuto degli altri per fermare la violenza, a volte solo psicologica del bullo. Il bullo è una persona che per la maggior parte delle volte ha problemi familiari, perciò sfoga le sue frustrazioni  sui suoi coetanei. I bulli a volte arrivano a picchiare e minacciare portando  in casi estremi al suicidio delle vittime. Un ragazzo aveva un maglione rosso che indossava sempre perché era il suo preferito. Un giorno la madre lo lavò e diventò rosa,il giorno seguente se lo mise e dei ragazzi incominciarono a prenderlo in giro. Provò a suicidarsi durante la ricreazione lanciandosi dal secondo piano della scuola. I bulli scesero e lo  trovarono mezzo vivo e continuarono a bullizzarlo finché non lo portarono in ospedale e morì.

Per noi il bullismo è una forma di debolezza e aggressione contro chi non c’entra niente.

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IL BULLISMO, UNO SFOGO CONTRO GLI ALTRI

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di Talisa Mantovani e Asia Carnevale (2^A)

Il bullismo è un atteggiamento che adottano le persone deboli dentro che invece fingono di essere forti fuori. l bullismo è una forma di comportamento sociale di tipo violento e intenzionale, di natura sia fisica che psicologica, oppressivo e vessatorio, ripetuto nel corso del tempo e attuato nei confronti di persone considerate dal soggetto che perpetra l’atto in questione come bersagli facili e/o incapaci di difendersi.
Come lo possiamo fermare?
L’intento dei bulli è mettere paura e far perdere autostima a persone timide e riservate, minacciandole di non dire nulla a nessuno per non essere scoperti. L’unico modo per fermarli è non credere alle loro minacce e dirlo immediatamente hai genitori o a persone maggiorenni che possono prendere subito provvedimenti.
Fortunatamente nella nostra scuola non ci sono molti “eventi” di bullismo ma nella maggior parte delle scuole sì. A volte ci sono anche persone che soggette di bullismo si suicidano. Questo non deve accadere e per fare in modo che non accada bisogna non essere soggetti a bullismo.

INTERVISTE A SCUOLA 

La maggior parte delle persone sono contrarie al bullismo, infatti abbiamo effettuato una serie di interviste nella nostra scuola e una ragazza di terza ci ha detto che è una cosa scorretta verso persone più deboli, una ragazza di seconda suppone invece che non serve a niente usare delle persone come sfogo altrui.
Un’altra ragazza di terza ci spiega che secondo lei il bullismo è una cosa negativa e che è uno sfogo di persone deboli dentro ma che fingono di essere forti esteriormente prendendosela con persone innocenti. Una ragazza di prima ci espone invece che non si deve fare perché tutte le persone sono uguali non c’è chi è più bello o più brutto, ma ognuno è fantastico così com’ è!!!
Arriviamo a conclusione che non si deve mai sottovalutare anche un solo accenno di bullismo e non si deve mai credere alle parole dei bulli.

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IL BULLISMO E IL CYBERBULLISMO

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di Gabriele Talamini,

Federico Tovo,

Christian Lipari

Classe 2^F

Il bullismo, parola che fino a qualche tempo fa, non si conosceva nemmeno, è diventato, invece, a discapito della nostra società, uno degli argomenti di attualità più affrontati e discussi. Inizia tutto, quando due o più ragazzi, particolarmente violenti e maleducati, si coalizzano tra loro e prendono in giro i loro coetanei più deboli, o addirittura ragazzi più piccoli di età.

Il bullismo è una tematica affrontata soprattutto nelle scuole perché riguarda proprio i rapporti tra ragazzi, specialmente delle scuole medie e superiori.

Gli studenti che sono vittime di questo fenomeno, purtroppo, sono in continuo aumento, e soprattutto la fascia di età si è notevolmente abbassata in questo ultimo periodo. Addirittura ragazzi o ragazze di 10-11 anni sono caduti in questa atroce trappola, proprio indotti da “amici”, anche se in realtà tale termine è inopportuno utilizzarlo, o dai compagni di classe.

Il bullismo si verifica soprattutto nelle scuole, luoghi che, una volta, erano solo destinati alla cultura e alla socializzazione e a momenti di condivisione. Oggi, invece, a volte, sono covi dove si verificano atti di cattiveria pura.

I ragazzi vittime del bullismo subiscono delle vere e proprie angherie di vario genere, dalla violenza fisica a quella psicologica, provocando nelle vittime ferite profondissime tali da spingerle in un baratro così profondo che, a volte, non ne riescono ad uscire e così decidono addirittura di togliersi la vita.

FOCUS SUL CYBERBULLISMO

Il problema del bullismo si fa sempre più serio e, a complicare la situazione, subentra anche il mondo tecnologico che ha fatto nascere il cyberbullismo. I ragazzi, utilizzano questi strumenti moderni, quali Facebook e WhatsApp per spaventare, mortificare ed umiliare la vittima. L’utilizzo di questi sistemi tecnologici fa allargare la conoscenza della vittima a tantissime persone e questo porta la vittima ad uno stato di umiliazione e mortificazione elevatissimo. Il “bullo” può agire, ad esempio, pubblicando fotografie e video della vittima.

Per ridurre tale fenomeno occorre innanzitutto che vi sia una maggiore educazione nelle famiglie, in quanto i genitori devono essere i primi educatori, ristabilendo nelle famiglie i cosiddetti “valori” e “principi” che sono alla base di una buona educazione.

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STOP AL BULLISMO!

Il bullismo è oggi un tema attuale e delicato.

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di Andrea Alibardi

Lucrezia Basset

Giuseppe Mammucari

Arianna Coluzzi

Classe 2^G

Il bullismo scolastico è un problema serio che negli ultimi anni si sta diffondendo sempre di più. Come affrontarlo? La prima cosa da fare è avvisare un docente ed i propri genitori. È possibile distinguere il bullismo in due modi: il bullismo diretto che comprende “attacchi” espliciti nei confronti della vittima e bullismo indiretto che danneggia la vittima nelle sue relazioni con le altre persone.

Quando le azioni di bullismo si verificano attraverso gli strumenti della rete (internet), quindi attraverso pc o cellulari, si parla di cyber-bullismo. Oggi il 34% del bullismo è online, in chat e sui social network (Facebook, Instagram, Twitter ecc.). Quindi, pur presentandosi in modo diverso, anche quello su internet è un vero e proprio bullismo, come per esempio, far circolare delle foto spiacevoli o inviare mail contenenti materiale offensivo.

LE VITTIME E LE AZIONI

Il bullismo ha come vittime ragazzi di età scolare,solitamente le aggressioni sono intenzionali. Le azioni dei bulli durano per settimane, mesi o anni e sono ripetute. Bisogna ricordare che il bullismo non è né uno scherzo né un conflitto fra coetanei.

COSA NE PENSANO GLI STUDENTI

Abbiamo posto delle domande ad alcuni studenti delle classi seconde della nostra Scuola Secondaria di Primo Grado (la Leonardo da Vinci) per sapere cosa pensano di questo fenomeno: molti pensano che il bullismo sia un’azione scorretta compiuta da alcuni ragazzi gelosi e invidiosi ed altri dicono che è una forma di prepotenza che avviene durante il periodo dell’adolescenza.

Inoltre quattro ragazzi su cinque non sono mai stati vittime di bullismo e, chi è stato “preso di mira“ lo ha raccontato ai genitori che hanno preso subito  provvedimenti, tutti però hanno raccontato di aver assistito ad atti di bullismo verso altre persone.

I nostri intervistati pensano che il bullo sia una persona che si vuole mettere in mostra, non si sente accettato e probabilmente ha problemi personali. Inoltre i ragazzi interpellati pensano che, per arginare il fenomeno del bullismo, la scuola dovrebbe chiedere agli alunni il nome dei bulli e poi prendere provvedimenti disciplinari, come la sospensione, l’annullamento delle gite scolastiche, la convocazione dei genitori o semplicemente controllare i rapporti tra gli alunni.

È chiaro: il bullismo va affrontato perché non è giusto che i ragazzi più sensibili siano “sottomessi” da ragazzi che si credono forti ma in realtà non lo sono.

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STORIE DI BULLISMO: “SONO ENTRATO IN UN VICOLO CIECO”

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di Alessandro Pesce (2^A)

IL RACCONTO DI UNA BRUTTA STORIA

“Sono nei guai”penso. Mi trovavo dinanzi ad un gruppo di bulli composto da 3 ragazzi di 5° superiore e due di 4°. “Ehi sfigato, vieni qui” mi dice Mario il capo del branco  “Velocemente o te ne pentirai amaramente” ripete, questa volta con un tono di voce più elevato. Mi avvicino a passo spedito per non sentire nuovamente la voce convinta di un bullo, quale Mario il più “alto, forte e fiero” dell’intero istituto scolastico di Latina. Sono a quindici passi da lui, ma ecco che un ragazzo di nome Giulio mi prende per la maglietta e mi strattona sussurrandomi all’orecchio: “Sbrigati sfigato, e quando tornerai a casa non dire nulla ad i tuoi genitori, altrimenti…” non finisce le frase poiché mi lascia per ordine del suo “capo”. L’ansia aumentava gradualmente fino a divenire insopportabile; non avevo la più pallida idea del motivo per cui mi avesse chiamato… d’altronde non mi ha mai filato in quattro anni. Ma ecco che arrivo dopo essermi fermato due secondi per riflettere su ciò che sarebbe stato più saggio fare: darmela a gambe o avvicinarmi. Ma evidentemente ha vinto quest’ultimo pensiero, in quanto adesso mi trovo ad un misero passo da Mario.                                                           “Guarda, guarda” esordisce ” è venuto lo sfigato per eccellenza” e scoppia a ridere insieme a tutti i suoi compagni. “L’hai vista la foto su Istagram? Che dico, tu l’hai pubblicata!” esclama, con un sorriso maligno stampato sul viso                                           “Ma… ma quale foto?” balbetto, provando un attimo dopo un senso di rimorso. “Stai zitto, non devi aprire bocca, gay. Anzi voi due prendetelo e fategliela pagare.” interloquisce Mario, facendo cenno a due scagnozzi di avvicinarsi. “Gli sfigati si meritano solo questo; esser derisi e picchiati per l’eternità.”

Se ne vanno dunque via ad eccezione dei due ragazzi chiamati in causa che mi prendono per la maglietta e mi tirano un pugno nel fianco, così forte da provocarmi un livido immenso.

Sono nel bagno della scuola, un luogo orribile per esser picchiato, e proprio in quei dieci minuti, guarda caso non vi è nessuno. Da solo con due bulli che mi prendono in giro dicendomi: “Adesso non parli più, imbranato” ed altre volgarità… Come vi sentireste se accadesse anche a voi? Immagino uno schifo. E’ come mi sento io in questo istante: un ragazzino debole e non in grado di difendersi da due bulli. L’ansia, l’angoscia si impradoniscono di me. Mi metto ad urlare e a piangere nel tentativo che qualcuno mi senta; ma ciò non accade. I due “scagnozzi” del capo rimangono nel bagno solamente per altri 5 minuti, dopodiché se ne vanno. Ma prima di farlo Fabio, uno dei due, mi sussurra all’orecchio: “Non dire nulla a nessuno, o continueremo a perseguitarti ed a insultarti pesantemente”

Mi trovo in pessime condizioni: piango ed ho un livido in pancia… ma soprattutto mi sento debole, triste, umiliato e deriso. Il ritorno in classe dopo un brutto evento accaduto poco prima non è molto semplice; compagni che ti pongono domande avidi e bramosi di ricavare più informazioni possibili, poiché ti vedono piangere.                           Il primo a fare ciò è Jacopo, il mio migliore amico a cui posso dire tutto senza vergognarmi. Ma questa volta non sono riuscito a dirgli la verità: “Che cosa è successo? Ti vedo un po’ strano”” esordisce.

“Nulla di cui preoccuparsi” rispondo. “Non sarà mica per l’interrogazione di storia?” mi domanda sorridendo.  “Un pochino. La prof. Cabrella è veramente pignola con i voti” sussurro con un finto sorrisino. “Sicuro… non credo sia per quello”

”  Si, tranquillo…è per quello. Niente di che

Suona la campanella, ritorno al mio banco, pronto per affrontare un’altra lezione di matematica, la mia materia preferita. Arriva dunque la professoressa , ed un attimo dopo come se non fosse accaduto nulla mi ritrovo a casa; erano trascorse tre ore e non me ne ero nemmeno accorto. Mangio velocemente la pasta, preparata da mamma, in silenzio, senza aprire bocca. Mi rifugio in cameretta per stare da solo, prendo un libro,

” Il signore degli anelli”, il mio preferito e mi immergo nella lettura per uscire da questo mondo triste e sepolcrale. Smetto di leggere due ore dopo verso le 17:00, poiché mi rivengono in mente le parole proferite da Mario a scuola: ” L’hai vista la foto su Istagram?” Prendo dunque il cellulare ed apro l’app per vedere a che cosa si riferisse e rimango basito e senza parole: un tizio si è impadronito del mio profilo ed ha postato una foto che raffigura me ed Andrea, un ragazzo che conobbi in 1° superiore, mentre ci baciamo. Fortunatamente gran parte dei miei amici non ha visualizzato la foto. Guardo i commenti quindici in totale tutti negativi:                                                                        ” Che sfigati”  ” Ridicoli”. E ne è presente un’altro scritto con il mio profilo: ” Cerco ragazzo bello, simile a quello della foto”

Ebbene proprio adesso vengo a conoscenza del motivo per cui mi abbiano preso di mira i bulli.  ” Era un segreto fra me ed Andrea” penso un po’ sconcertato. Inizio a piangere , non ho nemmeno la forza sufficiente per compiere un movimento. Il giorno seguente a scuola tutti mi prenderanno in giro se non dovessi fare qualcosa adesso. Entro nel pallone, non so cosa fare;provo a rimuovere la foto ed il mio commento ma ogni tentativo è vano.                                                                                                                             Mi chiedo chi sia stato a pubblicarla…evidentemente un ragazzo che ce l’ha a “morte” con me. Ma chi? Ritorno nel mondo reale poiché sento i passi di qualcuno avvicinarsi; è mamma. ” Matteo tutto ok?” mi domanda dietro la porta, un po’ allarmata ” Posso entrare?” “No, lasciami in pace” rispondo alterando il tono della voce  ” Sono solo un po’ stanco e nervoso poiché domani ho l’interrogazione di storia. Tutto qui”                       ” Ok ma ricordati che la mamma è sempre presente”.

” Ti voglio bene mamma”.  ” Io di più”, mi risponde allontanandosi piangendo per la commozione. Mi pento un attimo dopo di non averle detto la verità. Un pensiero più forte di me, mi ha detto che non dovevo dire nulla a nessuno se non volevo essere picchiato e preso in giro nuovamente dal ” branco”.

E’ passato un altro giorno e la situazione è solamente peggiorata. Oggi tutti i compagni di classe mi hanno rivolto uno sguardo di disprezzo e disapprovazione… evidentemente avranno visualizzato la foto del mio profilo. Inoltre ho intravisto nuovamente i bulli in bagno e mi hanno insultato dicendomi: ” Il povero gay non ha più amici. Hahaah”. Mi è rimasto solamente Jacopo… l’unico vero amico che mi rimane. E francamente non mi sorprenderei se scoprissi che sia stato lui a postare quella maledetta foto. Provo a parlare con mamma, ma ritiene che siano i classici problemi tra ragazzi che si risolveranno a breve.

E’ già trascorso un mese dall’ accaduto. Sarò ripetitivo ma la situazione sta veramente degenerando; come si suol dire: ” Di male in peggio”.

Ho scoperto che Jacopo.. si proprio Jacopo, ha pubblicato quella foto; le mie profezie allora non erano del tutto improbabili. Mi chiedo per quale motivo lo abbia fatto. Lo stesso giorno in cui ho scoperto ciò abbiamo litigato ed ho dichiarato di non volere essere più suo amico. è andata più o meno cosi:                                                                               ” Matteo…giuro non l’ho fatto apposta”

” Bhe, hai comunque rovinato la mia stupida e vuota vita”

” Ti prego perdonami”

” Non esiste proprio”

“Ma… ma”

” Basta parlare. Tu con me hai finito”                                                                                               Francamente non voglio neppure andare da lui e a perdonarlo… quel che è fatto è fatto. Sono entrato in un vicolo cieco e non trovo la via d’uscita o meglio, quest’uscita non è presente e non lo sarà mai. Forse una speranza c’è: quella di voltare pagina, anche se il libro è finito. Ormai è tutto finito per me… e per cosa? Per una stupidissima foto.

Sono pronto. è arrivato il fatidico giorno, nel quale porrò fine alla mia esistenza. Questo non era altro del racconto della mia vita o meglio come mai è finita. Sono riuscito a trarre un messaggio da tutta questa storia:

” Non si è più liberi di compiere delle scelte”.

                                                THE END

Si parla spesso di bullismo, ossia una forma di prepotenza di qualcuno di più forte nei confronti di qualcuno più debole. Esso manifesta una difficoltà socio-razionale, in paricolar modo alla vittima, la quale si sente esclusa e discriminata da i suoi coetanei. Talvolta ella viene indotta a compiere delle particolari azioni, per porre fine a tutti questi problemi. Difatti il bullismo non è un fenomeno da sottovalutare, con il pretesto che i ragazzi devono imparare a cavarsela da soli.

(Il brano che avete letto è stato redatto da Alessandro Pesce, il quale nell’ideare la storia si è ispirato a fatti realmente accaduti).