Infiltrato in una chat di minori, paura in una scuola media
di Marco Aprea, Camilla Vicinanza, Sara Ferrandes e Noemi Masci classe 2C
Una ragazza di seconda media ha segnalato una molestia avvenuta sulla chat di una scuola media di Latina, indaga la Polizia Postale. Un gruppo di ragazzi aveva creato indipendentemente dalla scuola, una chat Whatsapp con oltre cento partecipanti. Purtroppo tra questi si è intrufolato anche un adulto che ha iniziato ad inviare foto poco consone a tutto il gruppo, per poi passare ad importunare le singole giovani. Subito alcuni genitori hanno denunciato tutto alla Polizia Postale, la quale ha avviato delle indagini. I dialoghi dello sconosciuto iniziavano con “hey, ciao, hai capito chi sono? Ho cambiato numero, posso farti un indovinello?” E la chat continuava poi con messaggi inappropriati mandati a tante altre ragazze. Ovviamente queste azioni sono state denunciate alla Polizia Postale di Latina. Di questo sconosciuto per ora non si sa ancora niente. Si ritorna però a parlare di social network e minori e di quanto questo equilibrio possa rompersi con facilità: certo è infatti che le famiglie non devono mai abbassare la guardia e controllare di più il telefono dei loro figli.
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Uno studente mangia un’opera d’arte
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PUBBLICO DI SANREMO TURBATO DAL GESTO DI BLANCO
Violento terremoto in Turchia e in Siria
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Putin inarrestabile… Terza guerra mondiale?
Attacco all’Ucraina: Putin bombarda le città.
di Chiara Cipolla 3D
La guerra tra Russia – Ucraina: tutto quello che c’è da sapere
di Valerio Ferrarini
SITUAZIONE UCRAINA RUSSIA
Intervista a Yan Lovga, un ragazzo ucraino.
GUERRA IN UCRAINA: INTERVISTA A DUE PENSIONATI UCRAINI, KATERINA E IGO
di Daniele Pisterzi, Gabriele Ghirotto e Bruno Chiari 3^H
Dove vi trovavate allo scoppio della guerra?
“Si parlava di una Cuerra da molto, perciò anche se non ci credevamo per sicurezza siamo scappati da Kiev alla nostra Seconda casa in un paese di campagna. Avevamo un brutto presentimento.”
Come avete saputo la notizia dello scoppio della guerra essendo in un altra città?
“Ci siamo svegliati la notte alle 4 o 5 per vedere l orario e ho saputo la notizia tramite una notifica. Ho subito chiamato mia figlia, ma essendo notte il suo cellulare era spento.”
Come vi siete sentiti?
“Tremavo e piangevo, sapevo fosse una notizia vera, non potevo fingere andasse tutto bene.”
Quale è stata la cosa più importante alla quale avete pensato?
“Al restare vivi, alla sopravvivenza, e a tutte le persone e parenti che ho a kiev.”
Cosa avete fatto per proteggervi o per sentirvi protetti?
“In caso di bombardamento, abbiamo messo nel nostro sotterraneo acqua, cibo e vestiti caldi, ma se fosse caduta una bomba sulla nostra casa, non saremmo riusciti a uscire dal sotterraneo, saremmo rimasti bloccati.”
La guerra si è espansa anche nella vostra cittadina di campagna?
“Sono uscita fuori, c’era un elicottero che stava cosi vicino alla nostra casa che mi si sono attappate le orecchie dal frastuono, ero terrorizzata perché pensavo sarebbe atterrato di fronte la nostra casa per far scendere le truppe russe, mio marito è andato a fare delle bombe molotov per sopravvivere. Alla fine per fortuna non è più atterrato e se ne è andato, sono stati attimi di terrore, ho pensato che saremmo morti.”
Perché pensate sia colpa di Putin?
“Questa guerra era già programmata, l’Ucraina è sempre stata sotto la Russia, e da quando Zelensky si è ribellato, Putin ha attaccato l’Ucraina. L’Ucraina è uno stato indipendente dal 91’, quel Pazzo di Putin è dal 2014 che cerca di rifondare l’Unione Sovietica.”
LO SCONTRO TRA LA RUSSIA E L’UCRAINA QUANDO E’ INIZIATA L’INVASIONE DELL’UCRAINA E PERCHE’
di Alessandro Bevacqua 3^D
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Rischio Terza Guerra Mondiale
di Alessio Capuano 3D
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Ladro in fuga a Parigi. Voleva rubare la Gioconda
LA GUERRA SEPARA, L’AMORE UNISCE
Tratto da una storia vera
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SCANDALO A ROMA, INFERMIERA SCAMBIA BAMBINI NEL 2006, DOPO 16 ANNI CONFESSA.
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LA MAFIA DELL’EST
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PERICOLO EPATITE-ATTENZIONE AD ITTERO E STANCHEZZA
Parla la Professoressa Annamaria Staiano, ordinaria di Pediatria a Napoli e presidente della Società italiana di pediatria: “Con questi sintomi andare subito in ospedale” E’ ancora una fase iniziale però l’Europa intera è molto allarmata perché i casi rischiano di aumentare.
MERGENZA UCRAINA – Latina accoglie bambini ucraini
di Alice Rossi e Daniel Olouch 3^H
Prime famiglie arrivate dall’Ucraina in città: come funziona l’accoglienza e come chiedere aiuti Latina sta mostrando il suo lato migliore in questa fase delicata dell’accoglienza e della solidarietà ai profughi in fuga dalla guerra in Ucraina. Nel capoluogo pontino arrivano anche le prime famiglie ucraine fuggite dalla guerra. Il 3 marzo è arrivata lanotizia ufficiale dell’arrivo di almeno 20 persone, che è ancora pochissima rispetto al previsto, ma la situazione è ancora in evoluzione e l’organizzazione non è semplice.
Il Consiglio nazionale Diritti Infanzia specifica che si tratta di accoglienza temporanea di bambini ucraini, sottolineando che non si tratta di adozione e che non c’è possibilità che i bambini vengano adottati in futuro. Il Comune mette a disposizione un indirizzo mail per chi vuole offrire ospitalità e chi ha bisogno di assistenza.
LA SOLIDARIETA’
Raccolta fondi per le famiglie ucraine. Alla Caritas continuano ad arrivare richieste di raccolta di cibo o materiali vari ed è sempre positiva la spinta ad aiutare i bisognosi. Al momento non c’è richiesta di raccolta di alimenti o altri prodotti, poiché sono ancora sufficienti le scorte a disposizione; inoltre dei beni inviati non c’ è la certezza che arrivino a destinazione in Ucraina a causa della guerra. Per questo motivo, la Caritas invita le persone a partecipare alla raccolta fondi per sostenere chi sta operando sul posto. Un piano per gli arrivi degli ucraini in provincia: Latina pronta all’accoglienza.
Accoglienza scolastica dei bambini ucraini.
L’Istituto Comprensivo Leonardo da Vinci accoglie una bambina ucraina. I ragazzi della scuola secondaria di primo grado della Leonardo da Vinci hanno accolto una nuova compagna. Una bambina di 13 anni fuggita dalla guerra in Ucraina. Con la sua famiglia si è rifugiata in Italia, trovando ospitalità a Latina. I docenti hanno immediatamente elaborato un piano per dedicare del tempo esclusivo all’alunna, che non parla italiano. La prima cosa che farà a scuola sarà l’alfabetizzazione: inizierà a studiare un po’ di italiano con i docenti durante le ore libere. La bambina è stata accolta nella nuova classe con grande affetto da parte dei compagni e degli insegnanti. Molto bello è stato anche vedere che i ragazzi, pur avendo saputo dell’arrivo della nuova compagna da poco, si sono dati da fare subito per creare un bel clima di accoglienza.
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Perseverance sbarca sul pianeta rosso: 7minuti di suspense
Coronavirus, cluster nella scuola elementare
Latina – 20 alunni su 23 di una quinta elementare della scuola Rodari sono contagiati: si tratta di variante inglese
Fedez e la polemica con la RAI
RAPINA IN PIENO GIORNO IN UN CENTRO
COMMERCIALE
Colpo da Bershka in pieno giorno da un gruppo di malviventi vestiti da clown
RAPINA IN PIENO GIORNO FURTO IN UN NOTO CENTRO COMMERCIALE
Spavento tra i clienti – Quando fare la spesa diventa un film poliziesco
di Siria Caneschi
Trambusto ieri nel centro commerciale Fare La Spesa a Latina dove un ladro ha ripulito uno scaffale ed è stato alla fine catturato , ma solo dopo il tentativo di fuga . Fortunatamente la merce è stata persa dal ladro mentre scappava.
L’episodio si è verificato intorno alle 12 in piena luce del giorno quando il centro commerciale pullula di gente.
Il ladro ha reagito con violenza, strattonando gli addetti che avevano cercato di bloccarlo riuscendo così a fuggire.
É nata una corsa al ladro anche fuori dal centro commerciale dove gli uomini della sicurezza, grazie ad un ragazzo extracomunitario, che solitamente aiuta i clienti con i carrelli , hanno cercato insieme di bloccare nuovamente il ladro , dopo una colluttazione, è stato acciuffato. All’arrivo della Polizia l’uomo è stato riconosciuto e portato in Centrale.
Trattasi di un uomo di circa 45 anni, già noto alle forze dell’ordine.
Serata di bombardamenti ad un concerto a
Los Angeles. 6 feriti
di Greta Dalla Valle e Denissa Ormenaj
Rapina in pieno giorno in un centro commerciale
La banda cerca di rubare 5.000 euro in vestiti di marca, scatta l’arresto. Dopo aver ritirato gli abiti rubati, la banda, tenta la fuga
di Aurora Preti, Elena Di Gloria, Aurora Pes, Martina Marchionne, Maria Giorgia Giovannelli
Rapinato il negozio di gioielli Pandora a Latina, tutti i rapinatori sono stati arrestati e la merce rubata è stata restituita.
Rapina a mano armata a Latina.
RAPINA IN UN CENTRO COMMERCIALE
SABATO DI TERRORE AD EUROMA 2, RAPINATO UN NEGOZIO DI ABBIGLIAMENTO
di Davide Randa, Riccardo Carfora e Riccardo Porcelli, Lorenzo Rosiello
Furto durante la festa dei lavoratori, rubato contenuto della cassaforte e oggetti d’esposizione dei negozi.
di Alessandro Tortorici, Andrian Tymchuk e Giacomo Giulino
GRETA E LA SUA BATTAGLIA
Greta Thunberg è un’attivista svedese per lo sviluppo sostenibile e contro il cambiamento climatico. È nota per le sue manifestazioni regolari tenute davanti al Riksdag a Stoccolma, in Svezia, con lo slogan: sciopero scolastico per il clima.
Nasce a Stoccolma il 3 Gennaio 2003. Sua madre è una cantante, Malena Ernman e suo padre è un attore, Svante Thumberg. Quando aveva 11 anni le è stata diagnosticata la sindrome di Asperger e il disturbo da deficit di attenzione. Per diminuire l’impronta ecologica della famiglia Greta ha insistito perché diventassero vegani come lei. Greta è l’autrice del libro “La nostra casa è in fiamme”, dove racconta la sua storia e il suo impegno per la difesa dell’ambiente.
Il 20 Agosto 2018, Greta Thunberg ha deciso di non andare a scuola fino alle elezioni legislative del 9 Settembre 2018. Questo gesto è nato a fronte delle eccezionali ondate di calore e degli incendi boschivi che hanno colpito il suo paese durante l’estate. Greta voleva che il governo svedese riducesse le emissioni d’anidride carbonica come previsto dall’accordo di Parigi sul cambiamento
climatico ed è rimasta seduta davanti al parlamento del suo paese ogni giorno durante l’orario scolastico. A seguito delle elezioni, ha continuato a manifestare ogni venerdì, lanciando, così il movimento studentesco internazionale Fridays for Future. Il suo sciopero del venerdì ha attirato l’attenzione dei media, in diverse nazioni, e manifestazioni simili sono state organizzate in altri paesi tra cui: Paesi Bassi, Italia, Germania, Finlandia, Danimarca e Australia.
Greta ha partecipato alla manifestazione Rise for climate, davanti al Parlamento europeo, a Bruxelles, e ha parlato alla manifestazione organizzata da Extinction Ribellion a Londra il 31 Ottobre 2018. Il 4 Dicembre 2018 Greta ha parlato alla COP24, vertice delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, tenutosi a Katowice, in Polonia. Greta ha partecipato, il 25 Gennaio 2019, a un discorso molto duro al Forum economico mondiale di Davas. Nei mesi successivi Greta Thunberg è intervenuta in altre manifestazioni in diverse città europee, alcune delle quali hanno avuto una certa attenzione mediatica, come quella di Bruxelles, del 21 febbraio, o quella di Amburgo, del primo marzo.
Il 15 marzo 2019 si è svolto lo sciopero mondiale per il futuro al quale hanno partecipato moltissimi studenti in 1700 città, in oltre 100 paesi del mondo.
Il 16 aprile 2019 ha parlato alla commissione ambiente del Parlamento europeo invitando i politici europei a prendere decisioni nette e rapide per contrastare il cambiamento climatico. Il giorno dopo ha partecipato all’udienza generale di Papa Francesco a Roma in Piazza San Pietro.
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GRETA THUNBERG
di Edoardo Fadin (3^F)
Greta Eleonora Thunberg Ernman è nata a Stoccolma il 3 Gennaio 2003 (16 anni), è figlia della cantante d’opera Malena Ernman e dell’attore Svante Thunberg.
A Greta gli sono state diagnosticate la sindrome di Asperger, ossia un disturbo pervasivo dello sviluppo e il disturbo da deficit di attenzione/iperattività. Quest’ultimo è un disturbo del neurosviluppo, caratterizzato da problematiche nel mantenere l’attenzione, l’eccessiva attività e difficoltà nel controllare il proprio comportamento.
Greta è un’attivista svedese per lo sviluppo sostenibile e contro il cambiamento climatico; è nota anche per le sue manifestazioni tenute davanti al Riksdag a Stoccolma, in Svezia, con lo slogan: sciopero scolastico per il clima.
Il 20 Agosto 2018 Greta Thunberg, ha deciso di non andare a scuola fino alle elezioni legislative del 9 Settembre 2018; la decisione di questo gesto è data dalle eccezionali ondate di caldo e dagli incendi boschivi che hanno colpito il suo paese durante l’estate.
A seguito delle elezioni, ha continuato a manifestare ogni venerdì; lo sciopero del venerdì ha attirato l’attenzione dei mezzi di comunicazioni di massa delle diverse nazioni e manifestazioni simili sono state organizzate in altri paesi, tra cui i Paesi Bassi, l’Italia, la Germania, la Finlandia, la Danimarca e l’Australia.
In Australia, migliaia di studenti sono stati ispirati da Greta ad intraprendere lo sciopero del venerdì, ignorando l’appello del loro primo ministro Scott Morrison che ha dichiarato che ciò che vuole è l’apprendimento nelle scuole e meno attivismo.
Oltre ad esser un’attivista è anche un’autrice, che grazie all’aiuto della famiglia ha scritto un libro intitolato “La nostra casa è in fiamme”, dove viene raccontato la sua storia e il suo impegno per la difesa dell’ambiente.
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GRETA THUNBERG, SCIOPERO A DIFESA DEL CLIMA
di Alessandra Marcheselli (3^F)
Greta Thunberg è un’attivista svedese che fa manifestazioni contro il cambiamento climatico.
È nota per le sue manifestazioni, tenute davanti al Riksdag, a Stoccolma, in Svezia.
È nata il 3 gennaio 2003 in Svezia; i genitori sono Malena Ernman e Svante Thunberg.
La madre è una famosa cantante d’opera, mentre il papà un famoso attore.
A Greta furono diagnosticate la sindrome di Asperger e il disturbo da deficit di attenzione.
Per diminuire l’impronta ecologica, Greta obbligò la sua famiglia a diventare vegana come lo era lei.
È l’autrice, insieme alla sua famiglia, del libro “La nostra casa è in fiamme” nel quale è raccontata la sua storia.
Il 20 agosto 2018 Greta, che frequentava una scuola a Stoccolma, ha deciso di lasciare gli studi fino alle elezioni legistrative del 9 settembre 2018.
La decisione di questo gesto è nata a fronte delle andate di calore e degli incendi che ci furono.
Greta voleva che il governo svedese riducesse le emissioni di anidrite carbonica come previsto dall’accordo di Parigi ed è rimasta seduta davanti al Parlamento del suo Paese, ogni giorno, durante l’orario scolastico.
Il suo slogan è “Sciopero della scuola per il clima”.
A seguito delle elezioni, ha continuato a manifestare, ogni venerdì, lanciando così il movimento studentesco internazionale.
Ha parlato anche alla manifestazione organizzata da Extinction Rebellion a Londra nel 31 ottobre 2018.
Il suo sciopero del venerdì ha attirato l’attenzione dei media in diverse nazioni.
In Australia migliaia di studenti sono stati ispirati da Thunberg ad intraprendere lo sciopero del venerdì, ignorando l’appello del loro primo ministro Scott Morrison che ha dichiarato al Parlamento che ciò che voleva era più apprendimento nelle scuole e meno attivismo.
Il 25 gennaio 2019, Greta è intervenuta con un discorso molto duro al Forum economico mondiale di Davos , volto a far comprendere il panico che si dovrebbe provare di fronte ai cambiamenti climatici.
Greta è stata invitata anche dal Papa, il 18 aprile, per parlare di cosa ha in mente di fare in futuro per aiutare il clima; qui si radunarono circa 3500 persone, con moltissimi
cartelli colorati e striscioni.
Questo è tutto quello che Greta Thunberg ha fatto e che tutt’ora sta facendo per il nostro mondo.
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L’incendio di Notre-Dame
Nell’ultimo mese, tutto il mondo è stato scosso da una notizia:la cattedrale di Notre-Dame, uno dei monumenti più importanti di Parigi, è bruciata il 15 aprile a causa di un incendio sviluppatosi nella parte superiore dell’edificio. Esso ha provocato alcuni danni significativi, ovvero il crollo della flèche (la guglia) e del tetto.
di Chiara Damiani (3^L)
Secondo il procuratore di Parigi Rémy Heitz, un primo allarme era stato segnalato verso le 18:20, ma per un errore causato dal computer dei vigili del fuoco non era stato segnalato nessun incendio. Solo dopo un secondo allarme, dato da un addetto alla sicurezza, si scoprono le fiamme ormai già estese sulla intelaiatura del tetto.
I pompieri hanno lavorato per domare l’incedio dalle ore 19:00 per tutta la notte. Quando verso le quattro del mattino il colonnello Gabriel Plus ha annunciato che l’incendio era ormai sotto controllo sarebbero comunque occorse ancora molte ore per spegnerlo completamente.
Il giorno dopo, sono sorte le prime polemiche: secondo i media francesi, la cattedrale non era messa in sicurezza durante i lavori, e alcuni critici ed esperti d’arte denunciano il modo in cui sono stati eseguite le operazioni di restauro, con misure di sicurezza troppo permissive. Si sono elaborate anche molte teorie sulla causa dell’incendio, ed ognuna è in contrasto con l’altra. La società Bras Freres, ha amesso davanti agli inquirenti che nel cantiere si fumava nonostante il divieto, ma si è escluso il legame tra il rogo e i sette mozziconi trovati nella zona dei lavori. Altri invece sostengono che l’incendio sia stato causato da un cortocircuito elettrico, come affermato dal rettore della cattedrale Patrick Chauvet.
Questo avvenimento ha toccato emotivamente molti di noi, poiché i tempi di restauro andranno dai dieci ai quindici anni, e che per un soffio una grande opera d’arte non è andata distrutta. La cattedrale è un simbolo della cultura mondiale, ed ospita delle reliquie religiose inestimabili,e il disastroso incendio ha solamente bruciato il tetto (originario del ‘300) con tegole di lastre in piombo, il telaio in legno che lo sorreggeva e la guglia (aggiunta nell’800). Fortunatamente si sono salvate molte opere come 16 statue e il tesoro. Ma c’è anche qualcuno che come Vittorio Sgarbi, critico d’arte, afferma: “é giusto essere dispiaciuti, ma questa non è una tragedia bensì un dramma. Non va dimenticato che la cattedrale è stata restaurata quasi completamente nell’800, e non abbiamo perso il medioevo ma il risultato di una ricostruzione relativamente vicina a noi.”
Questo episodio dovrebbe insegnare qualcosa a tutti noi, di come una distrazione può provocare una cosa simile, e come dice Victor Hugo, “Il tempo è cieco e l’uomo è stolto.” Dovremmo imparare a tenere di più a cosa ci circonda, soprattutto se è qualcosa di importante come la Cattedrale di Notre-Dame.
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LA TRAGEDIA DI NOTRE-DAME
di Emilia Corradini, Giulia Olivier, Eleonora Campagna (2^E)
La costruzione della cattedrale iniziò nel 1163 e fu completata nel 1344 nella capitale francese, Parigi voluta da Maurice de Sully e divenne patrimonio dell’UNESCO dal 1991.
Sfortunatamente il giorno 15 Aprile 2019, verso le ore 18:50, la Cattedrale di Notre Dame prese fuoco, non si sa precisamente la causa dell’incendio, ma ci sono delle supposizioni, ad esempio quella di un corto circuito tra il sottotetto e i ponteggi, o anche grazie ai lavori di ristrutturazione in corso all’interno dell’edificio. Per fortuna non c’è stato nessun morto, ma un grave ferito: un vigile del fuoco impegnato nell’eroico salvataggio.
Le fiamme si sono poi diffuse velocemente, raggiungendo l’interno tetto e distruggendo la struttura , la più antica di Parigi, fatta di 1300 querce. Ancora oggi il mondo intero piange per l’accaduto, fortunatamente si sono salvate alcune opere tra cui “la corona di spine di Gesù”, sedici sculture e anche molti arredi sacri. Nonostante furono salvati alcuni oggetti , presero fuoco le guglie ed il tetto.
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IL BULLISMO, UN FENOMENO DA COMPRENDERE E COMBATTERE
di Massimo Valerio Di Nicola
Ambra Spada
Joey Harley Scusato
Classe 2^L
Il bullismo è un fenomeno ormai molto diffuso tra ragazzi di giovane età soprattutto nelle scuole in cui troppo spesso si verificano episodi di violenza verbale e fisica. Si va dalla prepotenza agli abusi di ogni genere nei confronti di chi non sa o non può difendersi.
Alcuni ragazzi particolarmente aggressivi, prendono in giro e maltrattano i coetanei più deboli, spesso si coalizzano tra loro e, sostenendosi orgogliosi, si accaniscono con coloro che prendono di mira per futili motivi.
Nelle vitime di bullismo le conseguenze generano ferite profondissime e laceranti difficili da rimarginare che, in diverse occasioni, hanno avuto anche conclusioni tragiche.
CYBERBULLISMO
Un’altra forma di bullismo, oggi molto preoccupante, è il “cyber bullismo”. Può essere paragonato ad un pugno in pieno viso ricevuto all’intervallo a scuola, perché internet, il web e i social network fanno parte della vita di ognuno di noi, costituiscono una sorta di mondo virtuale dove tutto è più veloce, talvolta più bello, ma anche brutale e terribile.
Quest’ultimo fenomeno sta complicando ulteriormente le cose in modo subdolo e riprovevole, in quanto attraverso i social network, si amplificano in maniera incontrollata le azioni di spacconi e di ragazzi disadattati che sfogano la loro rabbia anche nei confronti dei professori.
Questo fenomeno fa riflettee sul fatto che molti ragazzi non utilizzano Facebook, WhatsApp e Instagram in maniera corretta ma, cercando di attirare attenzione e per sentirsi forti, diffondono attraverso questi strumenti immagini, parole e opinioni che feriscono e tormentano chi ne è vittima.
I social network o le chat comuni non devono essere considerati strumenti da condannare ma, al contrario, è importantissimo saperli utilizzare correttamente nel rispetto del buon senso e dell’educazione spesso ignorati.
In conclusione noi giovani dobbiamo aiutiatarci, confrontarci e ascoltarci, anche vicendevolmente cercando di parlare con i prepotenti, responsabili degli atti di bullismo perchè spesso dietro il loro comportamento si nascondono tanta solitudine e problemi più grandi. Bisogna far capire loro che il rispetto degli altri è fondamentale e che nessuno può toglierci la libertà di essere ciò che siamo.
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IL PROBLEMA DELLE DROGHE TRA I GIOVANI
di Stefano Iannelli
Laura Sangermano
Federica Zottola
Mateusz Kotynia
Giada Papa
Giorgia Torre
Classe 3^C
Nella società di oggi, il problema comune tra gli adolescenti è l’uso di droghe. In questo periodo della vita essere accettati in un gruppo è molto importante. Durante questi anni, gli adolescenti iniziano a vivere le prime esperienze. La pressione dei coetanei, la curiosità e la disponibilità di droghe sono fattori che spingono alcuni adolescenti giovani e vulnerabili ad assumere queste sostanze.
IL CONSUMO
Uno dei motivi di consumo di droga negli adolescenti è il coinvolgimento da parte dei compagni. Se in un gruppo un adolescente fa uso di droga, allora ci può essere una pressione dovuta al fatto che queste sostanze possono facilmente essere offerte. Inoltre la persona potrebbe essere convinta a pensare che non ci sia nulla di male nell’assumere la droga, perché “tutti gli altri la assumono”. Quindi gli adolescenti sono spinti a provare la droga solo per adattarsi e per “impressionare” i loro amici.
Purtroppo sia in Italia sia in tutto il mondo è molto diffuso tra gli adolescenti il problema dell’assunzione di droghe. Essi pensano che non si crei una dipendenza immediata dopo il primo tentativo e tendono poi a farne uso ulteriormente per gli effetti che le sostanze stupefacenti producono.
A causa dei cambiamenti chimici nel cervello, che la maggior parte di queste sostanze possono creare, tra gli effetti collaterali più devastanti della dipendenza vi è la depressione. L’utilizzo di droghe pesanti, come eroina, cocaina e oppio causerà infatti cambiamenti di umore improvvisi, un deterioramento del sistema immunitario ed esaurimenti nervosi. La tossicodipendenza può anche creare dei cambiamenti nella vita di una persona giovane che è in conflitto con la famiglia e gli amici e che ha conseguente desiderio di isolamento.
I DANNI
In breve, l’uso di droghe può creare dei grandi problemi sulla persona e di conseguenza nella società. La depressione e il suicidio, soprattutto da abuso di sostanze, sono ora i problemi più comuni tra la popolazione giovane. Gli adolescenti hanno bisogno di essere educati circa l’abuso di sostanze, come ad esempio la tossicodipendenza, per creare consapevolezza tra loro e per aiutarli a fare scelte migliori nella loro vita. Ci sono molte organizzazioni non lucrative che possono aiutare gli adolescenti ad affrontare il problema connesso all’abuso di droga. Ci sono linee telefoniche di assistenza, servizi di comunità e di consulenza individuale che possono dare informazioni.
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IL BULLISMO PORTATO A TEATRO
di Giulia Ghettini
Matteo Costanzo
Michela Pennacchi
Davide Paliotta
Classe 2^G
A Marzo abbiamo assistito allo spettacolo teatrale “Faceless”. È stato replicato ben 250 volte, INCREDIBILE! L’argomento,infatti, è attuale. Racconta di una ragazza che viene presa di mira da un gruppo di cyeberbulli, la minacciano, tramite Facebook di divulgare nella scuola una foto scattata nella precedente estate,in cui la ragazza era a seno nudo.Dopo un po’ di tempo il migliore amico della ragazza capisce che qualcosa non andava e scopre che la sua amica Eleonora era stata ricattata da alcuni bulli. La paura e diffidenza le avevano impedito di confidarsi con qualcuno.Sperando di riuscire da sola a risolvere il problema.
In realtà, quando parliamo di bullismo, abbiamo bisogno dell’aiuto degli altri per fermare la violenza, a volte solo psicologica del bullo. Il bullo è una persona che per la maggior parte delle volte ha problemi familiari, perciò sfoga le sue frustrazioni sui suoi coetanei. I bulli a volte arrivano a picchiare e minacciare portando in casi estremi al suicidio delle vittime. Un ragazzo aveva un maglione rosso che indossava sempre perché era il suo preferito. Un giorno la madre lo lavò e diventò rosa,il giorno seguente se lo mise e dei ragazzi incominciarono a prenderlo in giro. Provò a suicidarsi durante la ricreazione lanciandosi dal secondo piano della scuola. I bulli scesero e lo trovarono mezzo vivo e continuarono a bullizzarlo finché non lo portarono in ospedale e morì.
Per noi il bullismo è una forma di debolezza e aggressione contro chi non c’entra niente.
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IL BULLISMO, UNO SFOGO CONTRO GLI ALTRI
di Talisa Mantovani e Asia Carnevale (2^A)
Il bullismo è un atteggiamento che adottano le persone deboli dentro che invece fingono di essere forti fuori. l bullismo è una forma di comportamento sociale di tipo violento e intenzionale, di natura sia fisica che psicologica, oppressivo e vessatorio, ripetuto nel corso del tempo e attuato nei confronti di persone considerate dal soggetto che perpetra l’atto in questione come bersagli facili e/o incapaci di difendersi.
Come lo possiamo fermare?
L’intento dei bulli è mettere paura e far perdere autostima a persone timide e riservate, minacciandole di non dire nulla a nessuno per non essere scoperti. L’unico modo per fermarli è non credere alle loro minacce e dirlo immediatamente hai genitori o a persone maggiorenni che possono prendere subito provvedimenti.
Fortunatamente nella nostra scuola non ci sono molti “eventi” di bullismo ma nella maggior parte delle scuole sì. A volte ci sono anche persone che soggette di bullismo si suicidano. Questo non deve accadere e per fare in modo che non accada bisogna non essere soggetti a bullismo.
INTERVISTE A SCUOLA
La maggior parte delle persone sono contrarie al bullismo, infatti abbiamo effettuato una serie di interviste nella nostra scuola e una ragazza di terza ci ha detto che è una cosa scorretta verso persone più deboli, una ragazza di seconda suppone invece che non serve a niente usare delle persone come sfogo altrui.
Un’altra ragazza di terza ci spiega che secondo lei il bullismo è una cosa negativa e che è uno sfogo di persone deboli dentro ma che fingono di essere forti esteriormente prendendosela con persone innocenti. Una ragazza di prima ci espone invece che non si deve fare perché tutte le persone sono uguali non c’è chi è più bello o più brutto, ma ognuno è fantastico così com’ è!!!
Arriviamo a conclusione che non si deve mai sottovalutare anche un solo accenno di bullismo e non si deve mai credere alle parole dei bulli.
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IL BULLISMO E IL CYBERBULLISMO
di Gabriele Talamini,
Federico Tovo,
Christian Lipari
Classe 2^F
Il bullismo, parola che fino a qualche tempo fa, non si conosceva nemmeno, è diventato, invece, a discapito della nostra società, uno degli argomenti di attualità più affrontati e discussi. Inizia tutto, quando due o più ragazzi, particolarmente violenti e maleducati, si coalizzano tra loro e prendono in giro i loro coetanei più deboli, o addirittura ragazzi più piccoli di età.
Il bullismo è una tematica affrontata soprattutto nelle scuole perché riguarda proprio i rapporti tra ragazzi, specialmente delle scuole medie e superiori.
Gli studenti che sono vittime di questo fenomeno, purtroppo, sono in continuo aumento, e soprattutto la fascia di età si è notevolmente abbassata in questo ultimo periodo. Addirittura ragazzi o ragazze di 10-11 anni sono caduti in questa atroce trappola, proprio indotti da “amici”, anche se in realtà tale termine è inopportuno utilizzarlo, o dai compagni di classe.
Il bullismo si verifica soprattutto nelle scuole, luoghi che, una volta, erano solo destinati alla cultura e alla socializzazione e a momenti di condivisione. Oggi, invece, a volte, sono covi dove si verificano atti di cattiveria pura.
I ragazzi vittime del bullismo subiscono delle vere e proprie angherie di vario genere, dalla violenza fisica a quella psicologica, provocando nelle vittime ferite profondissime tali da spingerle in un baratro così profondo che, a volte, non ne riescono ad uscire e così decidono addirittura di togliersi la vita.
FOCUS SUL CYBERBULLISMO
Il problema del bullismo si fa sempre più serio e, a complicare la situazione, subentra anche il mondo tecnologico che ha fatto nascere il cyberbullismo. I ragazzi, utilizzano questi strumenti moderni, quali Facebook e WhatsApp per spaventare, mortificare ed umiliare la vittima. L’utilizzo di questi sistemi tecnologici fa allargare la conoscenza della vittima a tantissime persone e questo porta la vittima ad uno stato di umiliazione e mortificazione elevatissimo. Il “bullo” può agire, ad esempio, pubblicando fotografie e video della vittima.
Per ridurre tale fenomeno occorre innanzitutto che vi sia una maggiore educazione nelle famiglie, in quanto i genitori devono essere i primi educatori, ristabilendo nelle famiglie i cosiddetti “valori” e “principi” che sono alla base di una buona educazione.
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STOP AL BULLISMO!
Il bullismo è oggi un tema attuale e delicato.
di Andrea Alibardi
Lucrezia Basset
Giuseppe Mammucari
Arianna Coluzzi
Classe 2^G
Il bullismo scolastico è un problema serio che negli ultimi anni si sta diffondendo sempre di più. Come affrontarlo? La prima cosa da fare è avvisare un docente ed i propri genitori. È possibile distinguere il bullismo in due modi: il bullismo diretto che comprende “attacchi” espliciti nei confronti della vittima e bullismo indiretto che danneggia la vittima nelle sue relazioni con le altre persone.
Quando le azioni di bullismo si verificano attraverso gli strumenti della rete (internet), quindi attraverso pc o cellulari, si parla di cyber-bullismo. Oggi il 34% del bullismo è online, in chat e sui social network (Facebook, Instagram, Twitter ecc.). Quindi, pur presentandosi in modo diverso, anche quello su internet è un vero e proprio bullismo, come per esempio, far circolare delle foto spiacevoli o inviare mail contenenti materiale offensivo.
LE VITTIME E LE AZIONI
Il bullismo ha come vittime ragazzi di età scolare,solitamente le aggressioni sono intenzionali. Le azioni dei bulli durano per settimane, mesi o anni e sono ripetute. Bisogna ricordare che il bullismo non è né uno scherzo né un conflitto fra coetanei.
COSA NE PENSANO GLI STUDENTI
Abbiamo posto delle domande ad alcuni studenti delle classi seconde della nostra Scuola Secondaria di Primo Grado (la Leonardo da Vinci) per sapere cosa pensano di questo fenomeno: molti pensano che il bullismo sia un’azione scorretta compiuta da alcuni ragazzi gelosi e invidiosi ed altri dicono che è una forma di prepotenza che avviene durante il periodo dell’adolescenza.
Inoltre quattro ragazzi su cinque non sono mai stati vittime di bullismo e, chi è stato “preso di mira“ lo ha raccontato ai genitori che hanno preso subito provvedimenti, tutti però hanno raccontato di aver assistito ad atti di bullismo verso altre persone.
I nostri intervistati pensano che il bullo sia una persona che si vuole mettere in mostra, non si sente accettato e probabilmente ha problemi personali. Inoltre i ragazzi interpellati pensano che, per arginare il fenomeno del bullismo, la scuola dovrebbe chiedere agli alunni il nome dei bulli e poi prendere provvedimenti disciplinari, come la sospensione, l’annullamento delle gite scolastiche, la convocazione dei genitori o semplicemente controllare i rapporti tra gli alunni.
È chiaro: il bullismo va affrontato perché non è giusto che i ragazzi più sensibili siano “sottomessi” da ragazzi che si credono forti ma in realtà non lo sono.
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STORIE DI BULLISMO: “SONO ENTRATO IN UN VICOLO CIECO”
di Alessandro Pesce (2^A)
IL RACCONTO DI UNA BRUTTA STORIA
“Sono nei guai”penso. Mi trovavo dinanzi ad un gruppo di bulli composto da 3 ragazzi di 5° superiore e due di 4°. “Ehi sfigato, vieni qui” mi dice Mario il capo del branco “Velocemente o te ne pentirai amaramente” ripete, questa volta con un tono di voce più elevato. Mi avvicino a passo spedito per non sentire nuovamente la voce convinta di un bullo, quale Mario il più “alto, forte e fiero” dell’intero istituto scolastico di Latina. Sono a quindici passi da lui, ma ecco che un ragazzo di nome Giulio mi prende per la maglietta e mi strattona sussurrandomi all’orecchio: “Sbrigati sfigato, e quando tornerai a casa non dire nulla ad i tuoi genitori, altrimenti…” non finisce le frase poiché mi lascia per ordine del suo “capo”. L’ansia aumentava gradualmente fino a divenire insopportabile; non avevo la più pallida idea del motivo per cui mi avesse chiamato… d’altronde non mi ha mai filato in quattro anni. Ma ecco che arrivo dopo essermi fermato due secondi per riflettere su ciò che sarebbe stato più saggio fare: darmela a gambe o avvicinarmi. Ma evidentemente ha vinto quest’ultimo pensiero, in quanto adesso mi trovo ad un misero passo da Mario. “Guarda, guarda” esordisce ” è venuto lo sfigato per eccellenza” e scoppia a ridere insieme a tutti i suoi compagni. “L’hai vista la foto su Istagram? Che dico, tu l’hai pubblicata!” esclama, con un sorriso maligno stampato sul viso “Ma… ma quale foto?” balbetto, provando un attimo dopo un senso di rimorso. “Stai zitto, non devi aprire bocca, gay. Anzi voi due prendetelo e fategliela pagare.” interloquisce Mario, facendo cenno a due scagnozzi di avvicinarsi. “Gli sfigati si meritano solo questo; esser derisi e picchiati per l’eternità.”
Se ne vanno dunque via ad eccezione dei due ragazzi chiamati in causa che mi prendono per la maglietta e mi tirano un pugno nel fianco, così forte da provocarmi un livido immenso.
Sono nel bagno della scuola, un luogo orribile per esser picchiato, e proprio in quei dieci minuti, guarda caso non vi è nessuno. Da solo con due bulli che mi prendono in giro dicendomi: “Adesso non parli più, imbranato” ed altre volgarità… Come vi sentireste se accadesse anche a voi? Immagino uno schifo. E’ come mi sento io in questo istante: un ragazzino debole e non in grado di difendersi da due bulli. L’ansia, l’angoscia si impradoniscono di me. Mi metto ad urlare e a piangere nel tentativo che qualcuno mi senta; ma ciò non accade. I due “scagnozzi” del capo rimangono nel bagno solamente per altri 5 minuti, dopodiché se ne vanno. Ma prima di farlo Fabio, uno dei due, mi sussurra all’orecchio: “Non dire nulla a nessuno, o continueremo a perseguitarti ed a insultarti pesantemente”
Mi trovo in pessime condizioni: piango ed ho un livido in pancia… ma soprattutto mi sento debole, triste, umiliato e deriso. Il ritorno in classe dopo un brutto evento accaduto poco prima non è molto semplice; compagni che ti pongono domande avidi e bramosi di ricavare più informazioni possibili, poiché ti vedono piangere. Il primo a fare ciò è Jacopo, il mio migliore amico a cui posso dire tutto senza vergognarmi. Ma questa volta non sono riuscito a dirgli la verità: “Che cosa è successo? Ti vedo un po’ strano”” esordisce.
“Nulla di cui preoccuparsi” rispondo. “Non sarà mica per l’interrogazione di storia?” mi domanda sorridendo. “Un pochino. La prof. Cabrella è veramente pignola con i voti” sussurro con un finto sorrisino. “Sicuro… non credo sia per quello”
” Si, tranquillo…è per quello. Niente di che
Suona la campanella, ritorno al mio banco, pronto per affrontare un’altra lezione di matematica, la mia materia preferita. Arriva dunque la professoressa , ed un attimo dopo come se non fosse accaduto nulla mi ritrovo a casa; erano trascorse tre ore e non me ne ero nemmeno accorto. Mangio velocemente la pasta, preparata da mamma, in silenzio, senza aprire bocca. Mi rifugio in cameretta per stare da solo, prendo un libro,
” Il signore degli anelli”, il mio preferito e mi immergo nella lettura per uscire da questo mondo triste e sepolcrale. Smetto di leggere due ore dopo verso le 17:00, poiché mi rivengono in mente le parole proferite da Mario a scuola: ” L’hai vista la foto su Istagram?” Prendo dunque il cellulare ed apro l’app per vedere a che cosa si riferisse e rimango basito e senza parole: un tizio si è impadronito del mio profilo ed ha postato una foto che raffigura me ed Andrea, un ragazzo che conobbi in 1° superiore, mentre ci baciamo. Fortunatamente gran parte dei miei amici non ha visualizzato la foto. Guardo i commenti quindici in totale tutti negativi: ” Che sfigati” ” Ridicoli”. E ne è presente un’altro scritto con il mio profilo: ” Cerco ragazzo bello, simile a quello della foto”
Ebbene proprio adesso vengo a conoscenza del motivo per cui mi abbiano preso di mira i bulli. ” Era un segreto fra me ed Andrea” penso un po’ sconcertato. Inizio a piangere , non ho nemmeno la forza sufficiente per compiere un movimento. Il giorno seguente a scuola tutti mi prenderanno in giro se non dovessi fare qualcosa adesso. Entro nel pallone, non so cosa fare;provo a rimuovere la foto ed il mio commento ma ogni tentativo è vano. Mi chiedo chi sia stato a pubblicarla…evidentemente un ragazzo che ce l’ha a “morte” con me. Ma chi? Ritorno nel mondo reale poiché sento i passi di qualcuno avvicinarsi; è mamma. ” Matteo tutto ok?” mi domanda dietro la porta, un po’ allarmata ” Posso entrare?” “No, lasciami in pace” rispondo alterando il tono della voce ” Sono solo un po’ stanco e nervoso poiché domani ho l’interrogazione di storia. Tutto qui” ” Ok ma ricordati che la mamma è sempre presente”.
” Ti voglio bene mamma”. ” Io di più”, mi risponde allontanandosi piangendo per la commozione. Mi pento un attimo dopo di non averle detto la verità. Un pensiero più forte di me, mi ha detto che non dovevo dire nulla a nessuno se non volevo essere picchiato e preso in giro nuovamente dal ” branco”.
E’ passato un altro giorno e la situazione è solamente peggiorata. Oggi tutti i compagni di classe mi hanno rivolto uno sguardo di disprezzo e disapprovazione… evidentemente avranno visualizzato la foto del mio profilo. Inoltre ho intravisto nuovamente i bulli in bagno e mi hanno insultato dicendomi: ” Il povero gay non ha più amici. Hahaah”. Mi è rimasto solamente Jacopo… l’unico vero amico che mi rimane. E francamente non mi sorprenderei se scoprissi che sia stato lui a postare quella maledetta foto. Provo a parlare con mamma, ma ritiene che siano i classici problemi tra ragazzi che si risolveranno a breve.
E’ già trascorso un mese dall’ accaduto. Sarò ripetitivo ma la situazione sta veramente degenerando; come si suol dire: ” Di male in peggio”.
Ho scoperto che Jacopo.. si proprio Jacopo, ha pubblicato quella foto; le mie profezie allora non erano del tutto improbabili. Mi chiedo per quale motivo lo abbia fatto. Lo stesso giorno in cui ho scoperto ciò abbiamo litigato ed ho dichiarato di non volere essere più suo amico. è andata più o meno cosi: ” Matteo…giuro non l’ho fatto apposta”
” Bhe, hai comunque rovinato la mia stupida e vuota vita”
” Ti prego perdonami”
” Non esiste proprio”
“Ma… ma”
” Basta parlare. Tu con me hai finito” Francamente non voglio neppure andare da lui e a perdonarlo… quel che è fatto è fatto. Sono entrato in un vicolo cieco e non trovo la via d’uscita o meglio, quest’uscita non è presente e non lo sarà mai. Forse una speranza c’è: quella di voltare pagina, anche se il libro è finito. Ormai è tutto finito per me… e per cosa? Per una stupidissima foto.
Sono pronto. è arrivato il fatidico giorno, nel quale porrò fine alla mia esistenza. Questo non era altro del racconto della mia vita o meglio come mai è finita. Sono riuscito a trarre un messaggio da tutta questa storia:
” Non si è più liberi di compiere delle scelte”.
THE END
Si parla spesso di bullismo, ossia una forma di prepotenza di qualcuno di più forte nei confronti di qualcuno più debole. Esso manifesta una difficoltà socio-razionale, in paricolar modo alla vittima, la quale si sente esclusa e discriminata da i suoi coetanei. Talvolta ella viene indotta a compiere delle particolari azioni, per porre fine a tutti questi problemi. Difatti il bullismo non è un fenomeno da sottovalutare, con il pretesto che i ragazzi devono imparare a cavarsela da soli.
(Il brano che avete letto è stato redatto da Alessandro Pesce, il quale nell’ideare la storia si è ispirato a fatti realmente accaduti).
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